35° Poeticforum - Le poesie che amiamo

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Apro il 35° poeticforum sperando in una partecipazione attiva, come è avvenuto l'ultima volta :) ora che sono usciti allo scoperto, in questo forum, sia nuovi amanti della poesia che nuovi poeti.
Chi vuole iniziare a proporre una poesia, propria o altrui? Facciamo una proposta a testa e poi passiamo ai commenti.
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
ciao a tutti...

sto cercando il modo di farci stare la mia composizione, cosa per niente semplice col cell.

ora provo a postarla, ma dico sin d'ora che senza un monitor grande, tipo pc o almeno tablet, le frasi si ammucchiano e risulta complicato distinguere i veri a capo da quelli forzati dall'impaginazione.

chiedo quindi comprensione, e se vorrete, la pazienza di copincollarla in un .doc al pc.

grazie a tutti

:MUCCA
 
Ultima modifica:

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
R.I.P.

mare inquieto; noi solinghi sulla ciottolosa riva
e taciti, da dispettosa brezza gelida sferzati,
gabbiani, dal mistico cielo plumbeo a ghermir planano
tozzi di pane che pei voraci rostri dalle tue tasche estrai

con buffi balzi l'orme mie infanti rifugiar nelle tue tento
e le migliori pietre scovi, da far del mar sull'onde all'infinito
miracolosamente agli occhi miei basiti cavalcar

mano nella man in cima al molo
levar le braccia al ciel teco mi aiuti
natura è vita che invernale oblio espiato
per tramite sore' morte si rinnova;

e io che di capire ancor non abbisogno…
tutto in una preziosa urna nel mio cor ripongo


mare inquieto; noi solinghi sulla ciottolosa riva
e taciti, da dispettosa brezza gelida sferzati,
gabbiani, dal mistico cielo plumbeo a ghermire planano
tozzi di pane che ai voraci rostri dalle bisacce offriamo

forte il passo e ben sicuro, in quelle tue le orme mie ricalco
molteplici balzi nell'ottener con gran perizia or destro,
tra le onde del mar sapientemente scelti sassi scaglio

mano nella man in cima al molo
come un sol uomo braccia al ciel leviamo
natura è vita che invernale oblio espiato
per tramite sore' morte si rinnova;

e io rapito che di capire anelo un dì…
tutto séguito nella preziosa urna a conservar


mare inquieto; noi solinghi sulla ciottolosa riva
e taciti, da dispettosa brezza gelida sferzati,
gabbiani, dal mistico cielo plumbeo a ghermire planano
tozzi di pane che ai voraci rostri dalla bisaccia porgo

fragile, il passo incerto, l'orme mie ampie impotente aneli
dei lanci miei magnifici verso l'onde mesto spettatore
orfane t'invocano avvilite, pietre che più mai raccoglierai

mano nella man in cima al molo
levar le braccia al ciel meco ti aiuto
natura è vita che invernale oblio espiato
per tramite sore' morte si rinnova;

e io basito che di capir mi adopro …
colma ormai nel core mio l'urna preziosa


mare inquieto; io solingo sulla ciottolosa riva
e tacito, da dispettosa brezza gelida sferzato,
gabbiani, delusi al mistico plumbeo cielo appesi
null'io sortendo pei voraci rostri lor dalle mie tasche

mie le solitarie orme, deserte inconsolabili compagne
belli sol per me, apprensivi, fànsi con rivalità pugnace i sassi,
nella tema che gnun mortale più, sulle onde a cavalcar li lanci

al ciel le braccia in cima al molo levo
natura è vita che invernale oblio espiato
per tramite sore' morte si rinnova;

ben in fronte agli occhi miei, ciechi,
sempre fu la verità agognata: stolto!


l'urna d'amor colmata, dal contrito core estraggo
alla brezza all'acqua al mar le ceneri tue cospargo
libero ai sassi ai gabbiani e al plumbeo ciel restituito

grate s'attardano per un istante, incerte,
d'un ultimo divin messaggio ancor latrici
in guisa di vaga forma ectoplasmatica inglobate
nebbiosa ombra che al fianco mio tepida indugia

teneramente la mia tremante mano afferri,
come un sol uomo le braccia al ciel leviamo,
druidico rito rinnovando, l'ultima ma sempiterna volta
natura è vita nostra; che per tramite sore' morte si perpetua.


meschin mortale io, tapino di capacitarmi stento:
della vita nelle onde inquiete e sconosciute
tra i candidi alati nel mistico cielo in volo
sul percoso ciottoloso dei miei giorni,
l'orme tue vo' indomito cercando ognor




hot
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Guido Gozzano

Le golose

Io sono innamorato di tutte le signore
che mangiano le paste nelle confetterie.
Signore e signorine -
le dita senza guanto -
scelgon la pasta. Quanto
ritornano bambine!
Perché nïun le veda,
volgon le spalle, in fretta,
sollevan la veletta,
divorano la preda.
C'è quella che s'informa
pensosa della scelta;
quella che toglie svelta,
né cura tinta e forma.
L'una, pur mentre inghiotte,
già pensa al dopo, al poi;
e domina i vassoi
con le pupille ghiotte.
un'altra - il dolce crebbe -
muove le disperate
bianchissime al giulebbe
dita confetturate!
Un'altra, con bell'arte,
sugge la punta estrema:
invano! ché la crema
esce dall'altra parte!
L'una, senz'abbadare
a giovine che adocchi,
divora in pace. Gli occhi
altra solleva, e pare
sugga, in supremo annunzio,
non crema e cioccolatte,
ma superliquefatte
parole del D'Annunzio.
Fra questi aromi acuti,
strani, commisti troppo
di cedro, di sciroppo,
di creme, di velluti,
di essenze parigine,
di mammole, di chiome:
oh! le signore come
ritornano bambine!
Perché non m'è concesso -
o legge inopportuna! -
il farmivi da presso,
baciarvi ad una ad una,
o belle bocche intatte
di giovani signore,
baciarvi nel sapore
di crema e cioccolatte?
Io sono innamorato di tutte le signore
che mangiano le paste nelle confetterie.
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
Le golose

Io sono innamorato di tutte le signore
che mangiano le paste nelle confetterie.
Signore e signorine -
le dita senza guanto -
scelgon la pasta. Quanto
ritornano bambine!
Perché nïun le veda,
volgon le spalle, in fretta,
sollevan la veletta,
divorano la preda.
C'è quella che s'informa
pensosa della scelta;
quella che toglie svelta,
né cura tinta e forma.
L'una, pur mentre inghiotte,
già pensa al dopo, al poi;
e domina i vassoi
con le pupille ghiotte.
un'altra - il dolce crebbe -
muove le disperate
bianchissime al giulebbe
dita confetturate!
Un'altra, con bell'arte,
sugge la punta estrema:
invano! ché la crema
esce dall'altra parte!
L'una, senz'abbadare
a giovine che adocchi,
divora in pace. Gli occhi
altra solleva, e pare
sugga, in supremo annunzio,
non crema e cioccolatte,
ma superliquefatte
parole del D'Annunzio.
Fra questi aromi acuti,
strani, commisti troppo
di cedro, di sciroppo,
di creme, di velluti,
di essenze parigine,
di mammole, di chiome:
oh! le signore come
ritornano bambine!
Perché non m'è concesso -
o legge inopportuna! -
il farmivi da presso,
baciarvi ad una ad una,
o belle bocche intatte
di giovani signore,
baciarvi nel sapore
di crema e cioccolatte?
Io sono innamorato di tutte le signore
che mangiano le paste nelle confetterie.


a me capita
con quelle, tante,
che avidamente
senza ritegno alcuno
con bastarda ostentazione,
leccano in bella mostra
con spudorata ingordigia
e accurata dedizione
i coni gelato ...

:sbav:

eh, sì
anch'io, come il buon Gozzano
ho un animo sensibile e poetico

:BLABLA :wink:
 

maclaus

New member
Il tempo migliore

Cominciano ormai
ad esser già tanti
i tristi saluti
e gli addii strazianti,
le notti insonni
e le ansiose domande
con mute risposte
di occhi perduti
verso l’ultimo
orizzonte…

Continuano gli anni
ad inseguirsi veloci,
in gara col tempo,
dei minuti impietoso
che implorano un freno,
un appiglio, un riposo,
mentre aspettano ancora
incuranti e impazienti
di essere vissuti
i miei giorni migliori...

(maclaus)
 

maclaus

New member
R.I.P.

mare inquieto; noi solinghi sulla ciottolosa riva
e taciti, da dispettosa brezza gelida sferzati,
gabbiani, dal mistico cielo plumbeo a ghermir planano
tozzi di pane che pei voraci rostri dalle tue tasche estrai

con buffi balzi l'orme mie infanti rifugiar nelle tue tento
e le migliori pietre scovi, da far del mar sull'onde all'infinito
miracolosamente agli occhi miei basiti cavalcar

mano nella man in cima al molo
levar le braccia al ciel teco mi aiuti
natura è vita che invernale oblio espiato
per tramite sore' morte si rinnova;

e io che di capire ancor non abbisogno…
tutto in una preziosa urna nel mio cor ripongo


mare inquieto; noi solinghi sulla ciottolosa riva
e taciti, da dispettosa brezza gelida sferzati,
gabbiani, dal mistico cielo plumbeo a ghermire planano
tozzi di pane che ai voraci rostri dalle bisacce offriamo

forte il passo e ben sicuro, in quelle tue le orme mie ricalco
molteplici balzi nell'ottener con gran perizia or destro,
tra le onde del mar sapientemente scelti sassi scaglio

mano nella man in cima al molo
come un sol uomo braccia al ciel leviamo
natura è vita che invernale oblio espiato
per tramite sore' morte si rinnova;

e io rapito che di capire anelo un dì…
tutto séguito nella preziosa urna a conservar


mare inquieto; noi solinghi sulla ciottolosa riva
e taciti, da dispettosa brezza gelida sferzati,
gabbiani, dal mistico cielo plumbeo a ghermire planano
tozzi di pane che ai voraci rostri dalla bisaccia porgo

fragile, il passo incerto, l'orme mie ampie impotente aneli
dei lanci miei magnifici verso l'onde mesto spettatore
orfane t'invocano avvilite, pietre che più mai raccoglierai

mano nella man in cima al molo
levar le braccia al ciel meco ti aiuto
natura è vita che invernale oblio espiato
per tramite sore' morte si rinnova;

e io basito che di capir mi adopro …
colma ormai nel core mio l'urna preziosa


mare inquieto; io solingo sulla ciottolosa riva
e tacito, da dispettosa brezza gelida sferzato,
gabbiani, delusi al mistico plumbeo cielo appesi
null'io sortendo pei voraci rostri lor dalle mie tasche

mie le solitarie orme, deserte inconsolabili compagne
belli sol per me, apprensivi, fànsi con rivalità pugnace i sassi,
nella tema che gnun mortale più, sulle onde a cavalcar li lanci

al ciel le braccia in cima al molo levo
natura è vita che invernale oblio espiato
per tramite sore' morte si rinnova;

ben in fronte agli occhi miei, ciechi,
sempre fu la verità agognata: stolto!


l'urna d'amor colmata, dal contrito core estraggo
alla brezza all'acqua al mar le ceneri tue cospargo
libero ai sassi ai gabbiani e al plumbeo ciel restituito

grate s'attardano per un istante, incerte,
d'un ultimo divin messaggio ancor latrici
in guisa di vaga forma ectoplasmatica inglobate
nebbiosa ombra che al fianco mio tepida indugia

teneramente la mia tremante mano afferri,
come un sol uomo le braccia al ciel leviamo,
druidico rito rinnovando, l'ultima ma sempiterna volta
natura è vita nostra; che per tramite sore' morte si perpetua.


meschin mortale io, tapino di capacitarmi stento:
della vita nelle onde inquiete e sconosciute
tra i candidi alati nel mistico cielo in volo
sul percoso ciottoloso dei miei giorni,
l'orme tue vo' indomito cercando ognor




hot

grande Hot! ... petaloso fa un baffo a ciottoloso... :YY
grande Cino da Pistoia...:ad:
 

Evy

Member SuperNova
Poesia tratta dal mio libro :oops:

Lasciarmi andare
senza paura,
libera dalle mie paranoie
parlare, sorridere
fotografie che suggellano
il mio cambiamento.
Sono quella che volevo essere.
Ho ritrovato la mia pelle
guardo indietro,
e tutto mi è servito
gli sbagli, le ferite,le lacrime,le perdite
Le macerie si sono ricomposte
per arrivare ad essere come son.
veramente.
sono io.
 
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elisa

Motherator
Membro dello Staff
un'altra delle mie rarissime poesie (non l'avrò mica già postata qui?)

Lasciami quella zona d'ombra

Lasciami quella zona d'ombra
lasciami sognare senza il calore del sole
o respirare senza l'accecante luce del ghiaccio.

Lasciami quel tempo di nebbia
lasciami cammminare senza essere vista
o nascondere talvolta il mio volto stanco

Lasciami quei tiepidi abbracci
lasciami riparare dal gelo degli inverni futuri
o curare le ferite di amplessi brucianti.

Lasciami quei lunghi silenzi
lasciami cercare con calma nuove parole
o vivere l'amore anche nel vuoto più vero.
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
un'altra delle mie rarissime poesie (non l'avrò mica già postata qui?)

Lasciami quella zona d'ombra

Lasciami quella zona d'ombra
lasciami sognare senza il calore del sole
o respirare senza l'accecante luce del ghiaccio.

Lasciami quel tempo di nebbia
lasciami cammminare senza essere vista
o nascondere talvolta il mio volto stanco

Lasciami quei tiepidi abbracci
lasciami riparare dal gelo degli inverni futuri
o curare le ferite di amplessi brucianti.

Lasciami quei lunghi silenzi
lasciami cercare con calma nuove parole
o vivere l'amore anche nel vuoto più vero.

una potenza al limite della brutalità, che ti lascia senza fiato, incatenato alle immagini evocate; che sono un tutt'uno coi sentimenti che rappresentano, schiacciandoti indifeso sotto qualcosa di immensamente più grande di te, ma al contempo innaturato nell'essere umano, che non può sfuggire alla dimostrazione disarmante quanto ralistica, di quella che è la propria natura.
un modo di esprimersi che credo solo nei testi psichedelici post 68ini si possa rintracciare, testi che io, forse ingenuamente, ritengo abbiano accompagnato la formazione della nostra Elisa ... creando quello splendido essere che abbiamo il privilegio di avere con noi sul Forum.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
E noi, che pensiamo alla felicità ascendente,
saremmo commossi
e quasi sconvolti
quando cade una cosa felice.
Rainer Maria Rilke
 

maclaus

New member
una potenza al limite della brutalità, che ti lascia senza fiato, incatenato alle immagini evocate; che sono un tutt'uno coi sentimenti che rappresentano, schiacciandoti indifeso sotto qualcosa di immensamente più grande di te, ma al contempo innaturato nell'essere umano, che non può sfuggire alla dimostrazione disarmante quanto ralistica, di quella che è la propria natura.
un modo di esprimersi che credo solo nei testi psichedelici post 68ini si possa rintracciare, testi che io, forse ingenuamente, ritengo abbiano accompagnato la formazione della nostra Elisa ... creando quello splendido essere che abbiamo il privilegio di avere con noi sul Forum.

...m'incuriosisce questa tua valutazione "post 68ini"...
C'è forse una corrente poetico/letteraria che ignoro? Oppure è una tua geniale intuizione? :?
:)
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
...m'incuriosisce questa tua valutazione "post 68ini"...
C'è forse una corrente poetico/letteraria che ignoro? Oppure è una tua geniale intuizione? :?
:)

personalmente, un'esposizione così sensoriale e diretta, ma al contempo multicolore, senza filtri di maniera condizionati da un attuale politically correct, mi ha riportato a quelle esperienze così vive di anni giovanili di quell'epoca.
generi che possano esserti sfuggiti non ve ne sono certamente: si tratta di come quel periodo é stato da me percepito e assorbito, e di come io comunque ritenga abbia influito su quanto ne é seguito.
ovvio poi, ma non serve ripeterlo dato che qui tutti ben sappiamo che le poesie hanno effetti e interpretazioni diverse tra i vari lettori, persino divergenti dalle intenzioni degli autori, che quanto ho scritto riguarda il mio esclusivo pensiero e sentire.
che facilmente, data la mia pochezza, può non corrispondere a quello altrui, come pure la mia sensazione sulla nostra carissima Eli (che in tal caso spero di non aver offeso!).

:boh:
 
Ultima modifica:

shvets olga

Member
Sto modellando la tua ombra.
Le ho già tolto le labbra,
rosse e dure: bruciavano.
Te le avrei baciate
ancora molte volte.

Ti fermo poi le braccia,
lunghe nervose, rapide.
Mi offrivano la via
perché io ti stringessi.

Ti strappo il colore, la forma.
Ti uccido il passo. Venivi
dritta verso di me. Ciò che
piú mi ha fatto soffrire,
quando l’ho messa a tacere,
è la tua voce. Densa, calda,
piú palpabile del tuo corpo.
Ma stava ormai per tradirci.

Cosí
il mio amore è libero, affrancato,
con la tua ombra spoglia di carne.
E posso vivere in te,
senza temere
ciò che desidero di piú,
il tuo bacio, i tuoi abbracci.
Non pensare ormai ad altro
che alle labbra, alla voce,
al corpo,
che io stesso ti ho sottratto
per potere, senza di loro infine,
amarti.
Io, che li amavo tanto!

E stringere all’infinito, senza pena
– mentre se ne va inafferrabile,
e dietro a lei il mio grande amore,
la carne per il suo cammino –
il tuo solo corpo possibile:
il tuo dolce corpo pensato.

Pedro Salinas
 

maclaus

New member
personalmente, un'esposizione così sensoriale e diretta, ma al contempo multicolore, senza filtri di maniera condizionati da un attuale politically correct, mi ha riportato a quelle esperienze così vive di anni giovanili di quell'epoca.
generi che possano esserti sfuggiti non ve ne sono certamente: si tratta di come quel periodo é stato da me percepito e assorbito, e di come io comunque ritenga abbia influito su quanto ne é seguito.
ovvio poi, ma non serve ripeterlo dato che qui tutti ben sappiamo che le poesie hanno effetti e interpretazioni diverse tra i vari lettori, persino divergenti dalle intenzioni degli autori, che quanto ho scritto riguarda il mio esclusivo pensiero e sentire.
che facilmente, data la mia pochezza, può non corrispondere a quello altrui, come pure la mia sensazione sulla nostra carissima Eli (che in tal caso spero di non aver offeso!).

:boh:

...c'è sempre da imparare... caro Hot, ti ringrazio per questa tua lettura della poesia in questione.
Sai che rileggendola, con il tuo sorprendente punto di vista, ho capito cosa hai voluto dire?...e la cosa bella è che concordo in pieno con la tua analisi...ma qui stiamo già anticipando i commenti alle poesie ed Alessandra ci bacchetta...:wink:
 
Poesia di Andrea DiLorenzo

Il vento che ti scompiglia i capelli
ti fa voltare in tutte le direzioni
così distrattamente la vita ti circonda
tra ambigui venditori di rose
cinici ladri di consensi
che regalano qualche magra risata
al bar dell'angolo
qualche grosso piccione dalle ali arrugginite
e un'improbabile coppia di cani randagi
che ringhiano mentre si contendono un paio di mozziconi.
Più in là un vecchio suona il violino
con il suo archetto snodato
stride e bacchetta la suscettibilità
delle bocche dei passanti sbadati
che fino a qualche momento
prima lo avevano ignorato
Un mendicante ci guarda morente
e ci scruta dall'alto in basso
mentre una bambina sorridendo
ti chiede se puoi lanciarle la palla
che è finita dalle tue parti.
Eppure tu sei cieca
continui a guardare le vetrine estasiata
rapita in una bolgia di emozioni
sorridi ai manichini
e dimentichi tutto per un'ora
quando finalmente a casa
la pelle calza la tua pelle.
Ma, poi, quando ormai gli occhi
non vedono altro che inutili oggetti
ordinari e fuori moda
ritorni con la mente
a quando eri bambina
quando ancora ti meravigliavi di tutto
e ti piaceva costruire castelli di sabbia
mentre il sole ti accecava la vista
ti passava un granchietto sulla mano
e il solletico ti provocava una frenetica
risata di gioia che oscurava tutto il resto.
A volte, quando il tuo sguardo è nel vuoto
ti vedo tornare su quella spiaggia
e come in preda a una sconosciuta malattia
dell'anima cerchi di risalire a galla
per prendere un po' di respiro
e se incominci a cercare un fuoco che arda
al di là del fossato che tu stessa hai costruito
e se qualche volta il braccio pesca un frammento
della tua essenza nascosta e perduta
la lasci cadere in mezzo a
nuovi e futili desideri
Così ogni volta ti vedo tornare tra
i tuoi manichini ciechi e inanimati.
 
Ultima modifica di un moderatore:

elisa

Motherator
Membro dello Staff
una potenza al limite della brutalità, che ti lascia senza fiato, incatenato alle immagini evocate; che sono un tutt'uno coi sentimenti che rappresentano, schiacciandoti indifeso sotto qualcosa di immensamente più grande di te, ma al contempo innaturato nell'essere umano, che non può sfuggire alla dimostrazione disarmante quanto ralistica, di quella che è la propria natura.
un modo di esprimersi che credo solo nei testi psichedelici post 68ini si possa rintracciare, testi che io, forse ingenuamente, ritengo abbiano accompagnato la formazione della nostra Elisa ... creando quello splendido essere che abbiamo il privilegio di avere con noi sul Forum.

...m'incuriosisce questa tua valutazione "post 68ini"...
C'è forse una corrente poetico/letteraria che ignoro? Oppure è una tua geniale intuizione? :?
:)

personalmente, un'esposizione così sensoriale e diretta, ma al contempo multicolore, senza filtri di maniera condizionati da un attuale politically correct, mi ha riportato a quelle esperienze così vive di anni giovanili di quell'epoca.
generi che possano esserti sfuggiti non ve ne sono certamente: si tratta di come quel periodo é stato da me percepito e assorbito, e di come io comunque ritenga abbia influito su quanto ne é seguito.
ovvio poi, ma non serve ripeterlo dato che qui tutti ben sappiamo che le poesie hanno effetti e interpretazioni diverse tra i vari lettori, persino divergenti dalle intenzioni degli autori, che quanto ho scritto riguarda il mio esclusivo pensiero e sentire.
che facilmente, data la mia pochezza, può non corrispondere a quello altrui, come pure la mia sensazione sulla nostra carissima Eli (che in tal caso spero di non aver offeso!).

:boh:

...c'è sempre da imparare... caro Hot, ti ringrazio per questa tua lettura della poesia in questione.
Sai che rileggendola, con il tuo sorprendente punto di vista, ho capito cosa hai voluto dire?...e la cosa bella è che concordo in pieno con la tua analisi...ma qui stiamo già anticipando i commenti alle poesie ed Alessandra ci bacchetta...:wink:

in effetti mi avete spiazzato commentando anticipatamente quello che ho postato, ma siccome qui la mod è alessandra lascio a lei bachettarvi :mrgreen:, per quanto mi riguarda osserverò il silenzio stampa fino al mio turno di replica :D
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Ho dimenticato la bacchetta. Quando arriverà il momento ci riagganceremo ai vostri commenti. Però ora zitti :D:D:D
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Partiamo con la poesia di HOT :)


R. I. P.

mare inquieto; noi solinghi sulla ciottolosa riva
e taciti, da dispettosa brezza gelida sferzati,
gabbiani, dal mistico cielo plumbeo a ghermir planano
tozzi di pane che pei voraci rostri dalle tue tasche estrai

con buffi balzi l'orme mie infanti rifugiar nelle tue tento
e le migliori pietre scovi, da far del mar sull'onde all'infinito
miracolosamente agli occhi miei basiti cavalcar

mano nella man in cima al molo
levar le braccia al ciel teco mi aiuti
natura è vita che invernale oblio espiato
per tramite sore' morte si rinnova;

e io che di capire ancor non abbisogno…
tutto in una preziosa urna nel mio cor ripongo


mare inquieto; noi solinghi sulla ciottolosa riva
e taciti, da dispettosa brezza gelida sferzati,
gabbiani, dal mistico cielo plumbeo a ghermire planano
tozzi di pane che ai voraci rostri dalle bisacce offriamo

forte il passo e ben sicuro, in quelle tue le orme mie ricalco
molteplici balzi nell'ottener con gran perizia or destro,
tra le onde del mar sapientemente scelti sassi scaglio

mano nella man in cima al molo
come un sol uomo braccia al ciel leviamo
natura è vita che invernale oblio espiato
per tramite sore' morte si rinnova;

e io rapito che di capire anelo un dì…
tutto séguito nella preziosa urna a conservar


mare inquieto; noi solinghi sulla ciottolosa riva
e taciti, da dispettosa brezza gelida sferzati,
gabbiani, dal mistico cielo plumbeo a ghermire planano
tozzi di pane che ai voraci rostri dalla bisaccia porgo

fragile, il passo incerto, l'orme mie ampie impotente aneli
dei lanci miei magnifici verso l'onde mesto spettatore
orfane t'invocano avvilite, pietre che più mai raccoglierai

mano nella man in cima al molo
levar le braccia al ciel meco ti aiuto
natura è vita che invernale oblio espiato
per tramite sore' morte si rinnova;

e io basito che di capir mi adopro …
colma ormai nel core mio l'urna preziosa


mare inquieto; io solingo sulla ciottolosa riva
e tacito, da dispettosa brezza gelida sferzato,
gabbiani, delusi al mistico plumbeo cielo appesi
null'io sortendo pei voraci rostri lor dalle mie tasche

mie le solitarie orme, deserte inconsolabili compagne
belli sol per me, apprensivi, fànsi con rivalità pugnace i sassi,
nella tema che gnun mortale più, sulle onde a cavalcar li lanci

al ciel le braccia in cima al molo levo
natura è vita che invernale oblio espiato
per tramite sore' morte si rinnova;

ben in fronte agli occhi miei, ciechi,
sempre fu la verità agognata: stolto!


l'urna d'amor colmata, dal contrito core estraggo
alla brezza all'acqua al mar le ceneri tue cospargo
libero ai sassi ai gabbiani e al plumbeo ciel restituito

grate s'attardano per un istante, incerte,
d'un ultimo divin messaggio ancor latrici
in guisa di vaga forma ectoplasmatica inglobate
nebbiosa ombra che al fianco mio tepida indugia

teneramente la mia tremante mano afferri,
come un sol uomo le braccia al ciel leviamo,
druidico rito rinnovando, l'ultima ma sempiterna volta
natura è vita nostra; che per tramite sore' morte si perpetua.


meschin mortale io, tapino di capacitarmi stento:
della vita nelle onde inquiete e sconosciute
tra i candidi alati nel mistico cielo in volo
sul percoso ciottoloso dei miei giorni,
l'orme tue vo' indomito cercando ognor




hot
 
Partiamo con la poesia di HOT :)


R. I. P.

mare inquieto; noi solinghi sulla ciottolosa riva
e taciti, da dispettosa brezza gelida sferzati,
gabbiani, dal mistico cielo plumbeo a ghermir planano
tozzi di pane che pei voraci rostri dalle tue tasche estrai

con buffi balzi l'orme mie infanti rifugiar nelle tue tento
e le migliori pietre scovi, da far del mar sull'onde all'infinito
miracolosamente agli occhi miei basiti cavalcar

mano nella man in cima al molo
levar le braccia al ciel teco mi aiuti
natura è vita che invernale oblio espiato
per tramite sore' morte si rinnova;

e io che di capire ancor non abbisognoÂ…
tutto in una preziosa urna nel mio cor ripongo


mare inquieto; noi solinghi sulla ciottolosa riva
e taciti, da dispettosa brezza gelida sferzati,
gabbiani, dal mistico cielo plumbeo a ghermire planano
tozzi di pane che ai voraci rostri dalle bisacce offriamo

forte il passo e ben sicuro, in quelle tue le orme mie ricalco
molteplici balzi nell'ottener con gran perizia or destro,
tra le onde del mar sapientemente scelti sassi scaglio

mano nella man in cima al molo
come un sol uomo braccia al ciel leviamo
natura è vita che invernale oblio espiato
per tramite sore' morte si rinnova;

e io rapito che di capire anelo un dì…
tutto séguito nella preziosa urna a conservar


mare inquieto; noi solinghi sulla ciottolosa riva
e taciti, da dispettosa brezza gelida sferzati,
gabbiani, dal mistico cielo plumbeo a ghermire planano
tozzi di pane che ai voraci rostri dalla bisaccia porgo

fragile, il passo incerto, l'orme mie ampie impotente aneli
dei lanci miei magnifici verso l'onde mesto spettatore
orfane t'invocano avvilite, pietre che più mai raccoglierai

mano nella man in cima al molo
levar le braccia al ciel meco ti aiuto
natura è vita che invernale oblio espiato
per tramite sore' morte si rinnova;

e io basito che di capir mi adopro Â…
colma ormai nel core mio l'urna preziosa


mare inquieto; io solingo sulla ciottolosa riva
e tacito, da dispettosa brezza gelida sferzato,
gabbiani, delusi al mistico plumbeo cielo appesi
null'io sortendo pei voraci rostri lor dalle mie tasche

mie le solitarie orme, deserte inconsolabili compagne
belli sol per me, apprensivi, fÃ*nsi con rivalitÃ* pugnace i sassi,
nella tema che gnun mortale più, sulle onde a cavalcar li lanci

al ciel le braccia in cima al molo levo
natura è vita che invernale oblio espiato
per tramite sore' morte si rinnova;

ben in fronte agli occhi miei, ciechi,
sempre fu la veritÃ* agognata: stolto!


l'urna d'amor colmata, dal contrito core estraggo
alla brezza all'acqua al mar le ceneri tue cospargo
libero ai sassi ai gabbiani e al plumbeo ciel restituito

grate s'attardano per un istante, incerte,
d'un ultimo divin messaggio ancor latrici
in guisa di vaga forma ectoplasmatica inglobate
nebbiosa ombra che al fianco mio tepida indugia

teneramente la mia tremante mano afferri,
come un sol uomo le braccia al ciel leviamo,
druidico rito rinnovando, l'ultima ma sempiterna volta
natura è vita nostra; che per tramite sore' morte si perpetua.


meschin mortale io, tapino di capacitarmi stento:
della vita nelle onde inquiete e sconosciute
tra i candidi alati nel mistico cielo in volo
sul percoso ciottoloso dei miei giorni,
l'orme tue vo' indomito cercando ognor




hot


Ciao, premetto che a me Hot sta molto simpatico e anche che mi identifico in lui, o, per meglio dire, con il suo spirito poetico - per quel poco che ho letto di suo - (sia commenti, che poesie).
Tempo fa lessi una sua poesia che mi era piaciuta, non ricordo se glielo dissi, poiché quelle poche volte che sono passato da queste parti non ho partecipato alla discussione. Faccio questa premessa perché devo dare un giudizio negativo, non riguardo il contenuto, ma sullo stile che è troppo antico.
Faccio presente che anche io scrivevo più o meno così prima, ossia usavo parole un po' in disuso o troppo "pompose", ho scritto anche qualcosa in rima ecc.; poi, però, da quando qualcuno me l'ha fatto notare (a volte, anche in malo modo xD) sto cercando di rimanere al passo con i tempi.
Spero non se la prenda a male, non è un consiglio, ma una semplice osservazione che, ripeto, a suo tempo è stata fatta anche a me.

Tra l'altro, stavo leggendo il poeticforum precedente e concordo con quello che dice Hot sulla poesia, cioè che si deve distinguere dalla prosa per qualcosa, deve avere una sua peculiaritÃ*, altrimenti la poesia sarebbe solo uno scritto in prosa con tanti a capo messi a caso qui e lÃ*.
Però la cosa difficile della poesia contemporanea è proprio questa, come mi faceva notare un amico
 
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