Clooney, George - Suburbicon

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Suburbicon è film surreale che parla della realtà.

Sembra di leggere un romanzo scritto da Truman Capote e Charles Bukowski. Una roba strana, insomma. Bisogna stare attenti quando, nella forma, si cerca l’originalità. Il flop è dietro l’angolo. Suburbicon non è un flop, Suburbicon è un film appena degno di nota che vuole essere altro da sé. Vuole essere film d’autore, in realtà mi è parso qualcosa di già fatto, per altro molto meglio.

Quasi come se i tema trattati, il razzismo, il provincialismo, i sensi di colpa tipici della nostra epoca, esigessero per forza di cosa metodi originali. Forse in mano a un regista naturalmente portato alla stravaganza come Lars Von Trier, il progetto sarebbe riuscito, ma George Clooney mi è parso troppo americano per potersi permettere scelte stilistiche così azzardate.

L'ho trovato anche troppo lungo, a un certo punto non vedevo l'ora che finisse.

Non che sia una perdita di tempo. E’ un film strano che, pur avendo una sceneggiatura scontata e un metodo fallito, ha qualche merito, come la buona interpretazione di Matt Damon.
 
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