222° MG - Un uomo di Oriana Fallaci

Minerva6

Monkey *MOD*
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Nel frattempo che si riesca a capire se i partecipanti alla lettura di questo libro meraviglioso (fortunati voi che non l'avete ancora letto :wink:) siano più o meno di 5 potete iniziare a postare qui i vostri commenti e poi provvederò io a cambiare il titolo in base alla numerazione del GdL o del MG.
 
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Kira990

New member
prima domanda: MG o GdL partenza a gennaio vero? perchè prima non posso proprio farcela :?
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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Veramente Tanny ha già iniziato a leggerlo oggi. Francesca non so.
Mettetevi d'accordo qui sui tempi. In caso non riusciate a trovarvi lascerò aperto e potrai sempre commentare in seguito :).
Mi sembra che anche Spilla era interessata per l'anno prossimo...
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
è l'unico libro della mia vita che appena finito l'ultima pagina ho tornato a iniziare a rileggerlo dalla prima, avevo 19 anni e ne serbo un ricordo pari a quello del mio terzo amore :mrgreen:
 

francesca

Well-known member
Io lo sto già leggendo...
Ma chi è che lo sta leggendo o inizierà a leggerlo a breve?
Altrimenti è inutile fare un gruppo di lettura, se sono da sola :boh:

Francesca
 

Tanny

Well-known member
Io lo sto già leggendo...
Ma chi è che lo sta leggendo o inizierà a leggerlo a breve?
Altrimenti è inutile fare un gruppo di lettura, se sono da sola :boh:

Francesca

Io ci sono e in quei fantastici 15 minuti di tempo libero che avuto ieri ho letto di un funerale, stasera se come al solito non succedono casini mi metto a leggere seriamente
 

Jessamine

Well-known member
Io vorrei leggerlo, ma di certo non a breve :? se gli unici partecipanti sono già partiti, mi sa che lo rimanderò a una lettura in solitaria :mrgreen:
 

Kira990

New member
Io vorrei leggerlo, ma di certo non a breve :? se gli unici partecipanti sono già partiti, mi sa che lo rimanderò a una lettura in solitaria :mrgreen:

Idem come te, voglio leggerlo ma sicuramente prima dell'anno nuovo non riesco. Voglio finire Il nome della rosa ma senza correre come una pazza per poter poi iniziare questo
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Facciamo così: per ora il libro se lo leggono solo Tanny e francesca, poi qui resterà aperto per chi l'anno prossimo vorrà fare un altro minigruppo :wink:
 

Tanny

Well-known member
Tanny, allora ci sei?
Partiamo con i commenti?

Francesca

Ci sono, o meglio sto cercando di esserci, scusa ma in questi due giorni sono stato perseguitato dalla nuvoletta di Fantozzi, ieri sera ad esempio sono dovuto andare a vedere di una macchina parcheggiata sottosopra in un giardino che era finita lì dopo aver sbattuto per circa 50 metri da tutte le parti come la pallina di un flipper (il freno a mano è un optional quando si parcheggia in salita), ora che sono state fatte le varie costatazioni amichevoli e chiamato il carro attrezzi ormai era tardi per leggere.
Stasera giuro che leggo e spengo pure il telefono per evitare eventuali rotture di scatole.

Per il poco che sono riuscito a leggere il libro mi ha subito catturato, lo stile della Fallaci è unico, di suo ho già letto Lettera ad un bambino mai nato e La rabbia e l'orgoglio e mi erano piaciuti moltissimo, domani giuro che inizio a commentare sul serio
 

francesca

Well-known member
Allora vai Tanny, intanto inizio io.
Anche a me il libro ha catturato subito, non ho mai letto niente della Fallaci, quindi per me è tutto da scoprire.
Nel prologo, l'immagine della folla come una piovra che riempie le strade, la chiesa, con i suoi tentacoli, è magistrale.
Ho già letto una sessantina di pagine, siamo quindi già nel vivo della storia.
C'è un particolare che però mi stona un po' durante la lettura, o meglio mi fa sentire sempre un po' distante da quello che viene raccontato: l'uso del tu.
La Fallaci si rivolge sempre al protagonista del libro durante il suo racconto.
In genere questo registro narrativo non mi piace, sia che questo "tu" sia inteso come lettore o come un personaggio del libro.
Ho trovato pochi libri scritti in II persona, e ho sempre stentato a sentirmi veramente coinvolta.
Anche adesso mi sta succedendo la stessa cosa, mi sembra quasi che l'autore scegliendo come interlocutore il protagonista del libro, mi escluda veramente dalla narrazione, la renda qualcosa che si svolge fra lui e il personaggio.
A maggior ragione in questo caso, dove la storia raccontata è una storia vera e Alekos è stato l'uomo che la Fallaci ha amato.
Forse il tu vorrebbe proprio rimarcare questo aspetto, che Alekos è esistito veramente, che quelle torture sono state inflitte ad un personaggio in carne ed ossa.

Francesca
 

Tanny

Well-known member
Io sono arrivato all'inizio del capitolo 3 ma trattandosi di un ebook non riesco bene a quantificare il numero di pagine, l'uso del "tu" nella narrazione sinceramente a me piace, il fatto che si rivolga direttamente al protagonista secondo me rende molto più intensa la narrazione. Della vicenda non conoscevo praticamente nulla e ammetto di essere assolutamente ignorante della questione greca di quegli anni e per dirla tutta, ho scelto ed iniziato questo romanzo senza nemmeno leggere la trama, mi è bastato leggere "Fallaci" per decidermi a leggerlo ed alla fine la scelta non è stata sbagliata.
Sono un lettore abbastanza onnivoro, ma i libri che parlano di diritti umani, dittature e politica sono fra quelli che prediligo ed appena ho iniziato a leggerlo (come ripeto, completamente al buio) mi si sono illuminati gli occhi.
La descrizione del funerale è a dir poco superba, per quanto attiene l'attentato, l'arresto, le torture ed il processo mi ha coinvolto moltissimo, era come se fossi in quelle stanze, la parte che mi ha letteralmente estasiato è stata l'apologia di Alekos
 

Tanny

Well-known member
Procedo molto a rilento ma purtroppo il periodo non è dei migliori, sono arrivato alla fine del periodo di detenzione di Alekos ed all'incontro con Oriana, la cosa che sinceramente mi ha fatto ridere a crepapelle sono stati i bollettini radio di Alekos durante il periodo di detenzione nella "tomba", ma a parte quel passaggio il resto della descrizione è oltremodo tragico, come anche il fatto che dopo tutto quel tempo da recluso ha poi problemi con gli spazi aperti.
La cosa che mi piace di questo libro è il fatto che trasmette l'incredibile forza d'animo e l'ostinazione del protagonista a non piegarsi, un uomo certamente da ammirare.
 

Tanny

Well-known member
In due giorni di liberà (Natale e S. Stefano) l'ho finito, appena rielaboro il tutto metto il commento, mi è veramente piaciuto.
 

francesca

Well-known member
Ciao Tanny
scusa se sono stata così poco assidua nei commenti, ma sono stata presa dal vortice natalizio di auguri, parenti e regali.
Sono comunque andata avanti nella lettura, ma sono ancora ben lontana dalla fine.
Ho iniziato infatti da poco la quarta parta.
La narrazione mi sembra che abbia perso verve.
Anche se ripensandoci non saprei perché.
Tutto è descritto e riportato al minimo dettaglio, forse troppo.
Sembra di perdere il senso generale della storia. Anche se ripensando a tutto quello che è successo finora, si ha la sensazione di un lento ma inesorabile decadimento dell'entusiasmo e dell'ammirazione che si poteva respirare nella prima parte del libro, di fronte all'incredibile resistenza morale e psicologica di Panagulis durante la prigionia.
Come se ci prendesse una sorta di disincanto, di fronte ad un "eroe" che non trova la sua strada, nemmeno i campi di battaglia su cui mostrare il suo valore, che non sa decidere che arma usare.
Come se ciò che non hanno potuto le torture fisiche e psicologiche, ciò che non ha potuto la solitudine di una prigionia inumana, sia riuscito invece all'isolamento in cui il protagonista si trova una volta in libertà.
Un isolamento che in ogni caso non riesce a spezzare.
Mi ha colpito molto l'incontro la descrizione con i "grandi vecchi" in Italia, gli unici che sembrano dargli ascolto: Parri, Pertini e Nenni.
Nenni quasi profetizza su di lui, su come lo veda come un anarchico, cosa che Panagulis rifiuta anche se non la capisce bene in quel momento. Profetizza su come si renderà conto che la resistenza armata non è la strada per la democrazia in Grecia anche se non lo dice apertamente, su come Panagulis avrà modo di meditare comunque su tutto ciò durante il suo esilio.
Adesso sono al momento in cui Panagulis torna ad Atene dopo la caduta della Giunta e trova ad accoglierlo uno sparuto gruppetto di amici e parenti.
Ha ormai rinunciato all'idea della resistenza armata, ha rotto quasi con tutti, o meglio ha sempre rifiutato di cercare un strada per la liberazione del suo paese attraverso la politica ufficiale, quella delle tessere, dei partiti, delle ideologie.
E' un uomo isolato, complesso, scomodo, incompreso e a sua volta incapace di comprendere veramente la sua gente, i suoi connazionali e i meccanismi che regolano la strada che ogni popolo sceglie per governarsi, ma non arreso, ancora non arreso.

Francesca
 

francesca

Well-known member
Ciao Tanny
a grande fatica sto per giungere alla fine.
Questa lettura mi è diventata pesante, in alcuni momenti l'idea di riaprire il libro per andare avanti non mi ha entusiasmato per niente.
Ho trovato pesantissima la parte in cui Alekos inizia a raccogliere i documenti dell'archivio ESA.
Diciamo che da un bel po' di pagine, il libro mi è apparso ripetitivo, con alcuni sprazzi interessanti e coinvolgenti, ma per il resto molto lento.
Figurati che ieri mi mancavano 3 pagine per finirlo, ma ho deciso di rimandarle ad oggi e non solo perché era tardi e mi si chiudevano gli occhi, ma perché volevo essere lucida per leggerle con attenzione e sentire che sapore mi rimaneva alla fine.

Francesca
 
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