Floramo, Angelo - L'osteria dei passi perduti

elisa

Motherator
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[FONT=&quot]Quattordici storie piene di umanità e solitudini, che si portano addosso l'odore della cucina, la meraviglia e lo stupore dell'incontro. Paesaggi, sapori, abbuffate, lacrime, sghignazzi e baci: qui tutto si mescola in un abbraccio che racchiude schegge di Friuli, Slovenia, Istria, Carinzia e Veneto. Si mangia e si beve smodatamente perché smodata e pazza è sempre la vita. Floramo accompagna il lettore dentro un nomadismo matto, autoironico, riflessivo che unisce memorie e geografie. La viandanza come unico modo di approcciarsi alla vita e al prossimo che si incontra lungo la strada. L'osteria come metafora della sosta, dell'incrocio con briganti, lingue e fantasmi dentro le locande di questo nord est intriso di zuppa e vino...(quarta di copertina)

Gran parte dei posti di cui si narra li conosco e in questo fatto sta tutto l'interesse per la lettura perché a fronte di poche e interessanti notazioni di viaggio tutto il resto è una narrazione troppo autoreferenziale e quindi poco interessante. Scritto comunque discretamente. [/FONT]
 
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