Cappello, Pierluigi - Questa libertà

elisa

Motherator
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"Ci sono parole senza corpo e parole con il corpo. Libertà è una parola senza corpo. Come anima. Come amore. Parenti dell'aria e quanto l'aria senza confini definiti. Hanno bisogno di qualcuno che presti loro la sua carne, il suo sangue e i suoi limiti perché diventino concrete. In questo libro è raccontata la storia di come una libertà, la mia, sia germinata dai luoghi vissuti da bambino e poi abbia preso il volo dal mio incontro con la lettura”. Fin dalle primissime frasi che aprono Questa libertà di Pierluigi Cappell oè contenuta una dichiarazione di poetica che non lascia fraintendimenti: la storia che stiamo per leggere è concreta, personale, fatta di carne e sangue. Ogni racconto di Questa libertà è sia un testo a sé che parte del percorso di formazione che ha portato il giovane e bambino Pierluigi a crescere e a diventare il poeta che è oggi. Dal terremoto del ‘76 alla prima lavatrice del paese, dall’albero sui cui rami perdersi a leggere fino all’incidente a sedici anni che lo costringe sulla sedia a rotelle, il mondo di Pierluigi Cappello si dipana e la sua prosa si rivela come desiderio irriducibile – ma anche doloroso – di trovare la propria posizione nel mondo.

Pierluigi Cappello è un poeta, uno dei più grandi tra i contemporanei che oltre ad avere una rara sensibilità ha anche la dote di raccontarsi, in tutta umiltà, però in maniera tale che la sua poesia sia sempre presente anche nella prosa. Profonda, immediata, mai banale. Questi racconti non servono solo a conoscerlo meglio in quella che è stata la sua vita concreta, purtroppo conclusa troppo presto, poco prima dei 50 anni, ma anche a regalarci uno sguardo in più, un modo di intendere le cose, una visione preziosa e unica della vita.

"Potremmo cominciare così: dire che il bianco è il colore del silenzio, che un foglio immacolato è un posto dove tutti i colori sono andati via e ci hanno lasciato soli,pieni di una stupefatta solitudine, senza che il nostro sguardo possa trovare un appiglio, uno qualsiasi per distendersi dentro una direzione, nel conforto di una linea che ci faccia dire : ecco, da qui si può, questo è il nostro sentiero, andiamo.
E potremmo aggiungere: là dove non c'è direzione ogni direzione è concepibile, ogni partenza segna un approdo, ogni approdo porta con sè lo scalpito della partenza, e allora affidiamoci a questa disperata libertà, sospesi tra inquietudine e abbandono, slancio e inettitudine. E ,mentre le parole,proprio adesso affiorano dal bianco come un'isola remota,potremmo pensare noi ci siamo, abbiamo scelto, si può partire da qui,da un punto qualsiasi, il nostro."

 
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