Ali, Bachtyar - L'ultimo melograno

estersable88

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Una favola ambientata in tempi recenti, la storia di un amore paterno che diventa la parabola di un popolo. Un ex soldato rivoluzionario che ha lottato
per l’indipendenza dei curdi in Iraq torna libero dopo ventun anni trascorsi in una prigione nel deserto. Muzafari Subhdam è ormai estraneo alle cose del
mondo, ma c’è ancora uno scopo che lo sprona ad affrontare il presente e un Paese divenuto irriconoscibile: ritrovare il figlio che ha dovuto abbandonare
ancora in fasce. Su una barca che lo porta in Europa insieme ad altri profughi, Muzafari racconta la sua incredibile vicenda personale, che rispecchia
quelle di un’intera generazione perduta tra gli orrori della guerra.

Beh, questa è una delle rare volte in cui proprio non ho voglia di dilungarmi nel descrivere un libro. E pensare che, a giudicare dalla trama, questo libro prometteva davvero bene! A fine lettura mi dispiace dire che mi ha veramente deluso ed ho fatto fatica a finirlo; non voglio neanche dire che non mi sia piaciuto, perché proprio non l’ho capito!
E’ certamente una storia che parla di guerra, di segreti, di rivoluzione – all’origine dei guai di tutti i personaggi e del loro Paese -, ma si fa fatica a distinguere quando si sta leggendo di fatti reali e quando invece la realtà lascia il posto alla fiaba, alla spiritualità, ai ricordi di un uomo provato dalla prigionia e dalle disgrazie della sua sorte. Tutto è troppo mischiato, confuso, surreale… peccato, perché la scrittura di Bachtyar Ali sarebbe anche in grado di evocare immagini e sensazioni, se le stesse non venissero affogate dalla trama farraginosa.
Peccato, davvero, perché quest’autore avrebbe potuto emozionarci, coinvolgerci, arricchirci e invece ha perso, a mio parere, un’ottima occasione per raccontarci il suo Paese e la storia della sua gente. No, non lo consiglio.
 
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