Anderson, Paul Thomas - Il filo nascosto

alessandra

Lunatic Mod
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SPOILER - Dal Cineforum

In tempi in cui il discorso legato alla violenza sulle donne è più che mai attuale, questo film racconta in modo decisamente inusuale il rapporto di coppia e l'aspetto della prevaricazione.
Nella Londra degli anni '50 Reynolds, un eccezionale Daniel Day-Lewis, è un sarto raffinato e ricercato che vive solo per il suo lavoro. Assistito in ogni aspetto della vita dalla sorella Cyril e accompagnato di continuo dal fantasma della madre morta anni prima, si circonda di bellissime donne, spesso sue modelle, intraprendendo relazioni in cui le sue amanti o compagne occupano sempre un ruolo di secondo piano. Finché, nel momento in cui pretendono attenzioni, Reynolds non si libera di loro.
Un giorno conosce Alma, bella e giovane cameriera di un locale; in breve tempo la conquista e fa di lei la propria compagna e musa ispiratrice, sotto lo sguardo vigile di Cyril, preoccupata al pensiero che la ragazza possa seguire lo stesso destino delle altre. Ma sarà così?
Apparentemente è la classica storia che vede protagonisti un uomo egoista e prevaricatore e una donna costretta ad adeguarsi alle esigenze di lui; una donna che fa cose "normali" come organizzare serate sola con il suo uomo o desiderare di andare con lui a una festa la notte di fine anno. Un uomo che per puro egocentrismo asseconda la sua sottile psicopatia, rifiutando un contatto più intimo con la sua compagna e col mondo. In realtà Alma cela dietro la dolcezza apparente un'intelligenza sottile - non tanto celata, questa - e un carattere deciso che la porterà a tentare in tutti i modi di sciogliere i nodi irrisolti della personalità di Reynolds e del loro rapporto. Fino a giungere a un compromesso folle, rischioso ma efficace, che stravolge l'ordine delle cose. Una tensione continua pervade un film in cui, dapprincipio e per un bel po', succede ben poco, rendendo adrenalinica una storia che potrebbe persino risultare noiosa, se gestita diversamente. I dialoghi intelligenti e la raffinatezza del contesto contribuiscono a rendere notevole la pellicola. Non ho visto il film il cui attore protagonista ha vinto l'Oscar perciò non posso dire se lo meritasse Daniel Day Lewis piuttosto che lui, ma di sicuro la sua è un'interpretazione da Oscar. Molto brava anche l'attrice che interpreta la sorella, Lesley Manville.
 

Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
Meno male che è già stato recensito favorevolmente, così posso dire la mia con lieta perfidia.;)
Certo, il gioco scambievole di vittima e carnefice è interessante e poi, si sa, è di moda il plauso alle rivincite femminili, ma il modo in cui la cosa è resa cinematograficamente mi lascia piuttosto fredda.
In breve, un arrogante uomo di successo dapprima sfrutta sessualmente e professionalmente una donna apparentemente docile e sottomessa. Poi quando lei gli procura una grave intossicazione, riducendolo quasi in fin di vita per poi curarlo con abnegazione, :rolleyes: scopre la propria vulnerabilità e le chiede di sposarlo. Dopodiché ricomincia ad essere altezzoso e a trascurarla; lei non si rassegna e ricomincia ad avvelenarlo per renderlo dipendente dalle sue cure.
Prima di tutto, nella realtà quando in una relazione esiste un tale gioco sadomasochistico ciò non è esplicitato da chi lo vive, ma è una sottile alternanza di potere del tutto inconsapevole o comunque sottaciuta.
Inoltre capisco abbastanza ciò che il regista e lo sceneggiatore stanno enunciando, cioè che il povero fighissimo sexy e straricco stilista è afflitto dall'ombra di un Edipo non risolto, e che la sua sottomissione alla moglie - nei periodi in cui viene intossicato dal veleno propinatogli da lei - è causata dal desiderio di tornare ad una fase infantile di beata e totale dipendenza, ma perdiana, non si è mai visto che un tale groviglio relazionale venga vissuto dagli interessati in modo consapevole, addirittura scherzandoci su. Insomma, signori miei, la perversione è una cosa seria!
Invece nel film, verso la fine, c'è addirittura una scena in cui i coniugi chiacchierano in bagno a proposito dell'originale equilibrio che hanno instaurato, e poi lui - evidentemente preso da attacchi di dissenteria - (poiché si trova nella fase di vittima), dice amabilmente alla moglie "avvelenatrice : "Ora però ti devo chiedere di uscire", e si capisce bene il perché. Lei sorride soddisfatta della genialata che ha escogitato per rinsaldare il legame coniugale. Io lo trovo di una volgarità senza pari.

Ho visto che il film ha avuto consensi di critica e di pubblico e nomination di prestigio, ma a me non è piaciuto.

Pathurnia

P.s.: ..... e comunque siamo alle solite. Dove sta scritto che una donna per essere amata debba vestire i panni della soccorrevole crocerossina o in ogni caso assumere una posizione di maternage ? Gira che ti rigira, la solfa è sempre quella.

P.p.s.: .....e se poi qualcuno vuol godersi un po' di autentico sadomasochismo, sempre meglio un vecchio "Portiere di notte" di Liliana Cavani o magari "Ultimo tango a Parigi" di Bernardo Bertolucci.

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