Boll, Heinrich - Dov'eri Adamo?

bouvard

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Il titolo deriva da una citazione di T. Haecker posta all’inizio del libro

Una catastrofe mondiale può servire a parecchie cose. Anche a trovare un alibi davanti a Dio, Dov’eri Adamo? “Ero alla guerra mondiale”.

In effetti se Dov’eri Adamo? fosse stato scritto alcuni anni dopo Boll avrebbe potuto mettere come citazione anche una frase di William Clark Styron, altrettanto incisiva e non diversa nel significato

“L’affermazione più profonda che sia mai stata pronunciata a proposito di Auschwitz non fu affatto un’affermazione, ma una risposta. La domanda: “Ditemi, dov’era Dio, ad Auschwitz?”. La risposta: “E l’uomo, dov’era?”.

Queste due citazioni spiegano da sole il contenuto dell’opera di Boll. Troppo facile e troppo comodo far ricadere la responsabilità dell’Olocausto su Dio e su una sua presunta assenza o distrazione. L’Olocausto è stata una scelta e un’azione degli uomini perciò tocca a loro assumersene la responsabilità e portarne il peso. Responsabilità verso l’umanità intera, ma anche verso Dio.
E allora le parole dell’ebrea Ilona “Dobbiamo pregare per dare consolazione a Dio” acquistano un toccante significato di riscatto. Dio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza, ma gli uomini con la loro brutalità hanno distrutto questa somiglianza. Non è l’uomo ad avere diritto alla consolazione, ma è Dio perché la vittima non è l’uomo.
Dov’eri Adamo? è un libro scarno, duro – soprattutto per il drammatico finale – ma anche dolce e poetico. E’ sicuramente un libro che meritava una recensione migliore della mia, ma in questo periodo non riesco a fare di meglio.

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