Amo questa poesia, credo che ci si possa riconoscere nel momento un cui si fa l'esperienza del dolore, della perdita di una persona cara. Con intensità e con estrema semplicità descrive la sensazione di sentirsi piccoli di fronte ai macigni della vita. Come sono soli gli adulti!
Queste le parole di Chandra Livia Candiani che spiegano la sua poesia:
"La bambina pugile è una faccia che certe mattine ci si ritrova nello specchio, quando si è lottato tutta la notte con le memorie, con l’identità perduta o da conquistare come uno che naufraga e ritrova la terraferma, con la non-voglia di essere al mondo, alla luce, forma tra le forme, con le cattiverie delle persone e le nostre cattive risposte. Ho difeso questo titolo, perché secondo alcuni era aggressivo e non mi si attagliava, ma io in quel titolo vedo l’allenamento, la disciplina, e la precisione è parte essenziale dell’addestramento. Così la precisione dell’amore è la precisione dei colpi che la vita ci sferra, esatti esattissimi per noi e bisogna cercare di essere altrettanto precisi nelle risposte. L’amore è precisissimo, non è romantico, ma matematico, ci insegna come una maestra tradizionale che parte dalle aste e arriva alla fisica quantistica, per me è fatto così.
La poesia che dà il titolo al libro è semplice, diretta, parla del dopo, dell’adulto nato da un’infanzia che sfracella, e termina con qualcosa che è anche più del perdono, è la comprensione del dolore dell’altro, della solitudine del tiranno, del suo essere fuori mondo, mostro. E così auguro di non cancellare il male, di accoglierlo tutto, di sentirlo in pieno e di spostare solo dopo l’attenzione sull’altro e di vederne la miseria, che non è condonare niente, ma prospettiva ampia che può portare ad azioni forti, ma sempre calibrate dal sapere che i ruoli si invertono, che la complessità della vita non fa sconti, che è necessario rallentare, perfino fermarsi e lasciarsi riflettere, aspettare una comprensione smisurata come l’universo. Forse si chiama giustizia."