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Apro il XCIII Gruppo di lettura di Forumlibri dedicato a La pentola dell'oro di James Stephens.
La lettura partirà domani 1° maggio e i fortunati partecipanti sono:
Minerva6
Spilla
ayuthaya
bonadext
francesca
darida
elisa
Naturalmente invitiamo tutti i forumisti, vicini e lontani, a partecipare perché questo libro è un unicum nel panorama letterario internazionale.
Metto qui il commento sul risguardo di copertina dell'edizione Adelphi
James Joyce sosteneva di formare con James Stephens una coppia di gemelli celesti «nati alla stessa ora dello stesso giorno dello stesso anno nella stessa città». E Stephens aggiungeva: «Ma in due letti diversi, e questo fu il solo neo nei nostri rapporti». Tanto forte doveva essere questa convinzione in Joyce che, in una lettera scritta mentre disperava di poter mai finire Finnegans Wake, egli indicava in James Stephens l’unico scrittore che eventualmente avrebbe potuto portare a termine il suo lavoro. E ciò non solo perché questi disponeva in maniera prestigiosa di tutta la tastiera mitica e fantastica dell’Irlanda, ma perché Stephens era anche lui dotato di una formidabile abilità stilistica, di un orecchio rigoroso per il ritmo. Solo che la forma dei suoi scritti è quanto di più diverso dall’ultimo Joyce; una semplicità apparente, una sviante elementarità del linguaggio e dei temi si ritrovano in tutte le sue opere – poesie, racconti e memorabili conversazioni alla radio – e così anche nel suo capolavoro La pentola dell’oro (1912). Questo libro, che fin dal suo apparire si guadagnò dei fanatici ammiratori, è pressoché indefinibile, ma di questa sua natura elusiva e polivalente il lettore si rende pienamente conto alla fine, dopo essere passato attraverso una complicata storia che è insieme un conte philosophique, un romanzo fiabesco dove compaiono dèi di varia origine – come Pan e Angus Óg – un libro per bambini, un libro pieno di humour per gli adulti, un’allegoria del difficile matrimonio fra intelletto e istinto.
Certo è che da questo strano impasto di elementi è nato un libro che il tempo ha reso sempre più attuale. Walter de la Mare è riuscito felicemente a condensare in poche parole il suo fascino: «Come almeno metà dei libri migliori è più che un po’ pazzo, e colmo fino all’orlo di vita e di bellezza. È un inno al nonsense, e il vero nonsense è solo saggezza rovesciata, che perciò è al di là della comprensione solo per un intelletto non saggio».
Pronta ai blocchi di partenza![]()
Nonostante tutti i miei sforzi sono costretta a rimandare di un paio di giorni l'inizio del libro!
Proust mi ha tenuta occupata molto più del previsto e mi mancano ancora una sessantina di pagine...
Pronta! Ritirato ieri in biblioteca.
Meno di 500 pagine...evvai!!![]()
io l'ho iniziato e lo sto divorando, molto divertente, tra favola e fantasy, apologo e romanzo filosofico, è veramente un unicum nel panorama letterario. Provare per credere.
Io sono in ritardo, sono ancora impegnato col finale di Eva futura, lo inizierò domani sera![]()
Ma avete visto la copertina dell'ultima edizione!!!![]()
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E' un illustrazione di una scena del libro, mi fa morire dal ridere![]()
macché anziana, vedrai che lo divori anche tu, è ironico, a parte i nomi gaelici che sembra di stare in un romanzo russo con tutti i patronimici e i nomi completi, per il resto corre via che è una meraviglia.Comunque sono al capitolo VIII, pagina 65...
Questa è la copertina della mia edizione, rigorosamente presa in prestito in biblioteca, i fiori di pesco di Van Gogh per il momento non c'entrano molto con la storia, trovo più azzeccata la copertina dell'ultima edizione Adelphi
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È quella che ho io, però in versione ebook.
Ho letto già qualche capitolo, credo 5, e lo trovo molto scorrevole e particolare. Concordo con Elisa, è un mix di favola e riflessioni filosofiche, davvero unico e sorprendente. Sono contenta che mi sia uscito questo autore in adozione e di leggere il libro con voi.
I personaggi umani sono ancora più strani di quelli fantastici, tipo il leprecauno.
Spoiler :
Un filosofo decide che non gli serve più conoscere altro nella vita e che quindi può morire (e la moglie, pure se litigavano sempre, lo segue, proprio perché altrimenti non avrebbe più con chi farlo) mentre l'altro filosofo non ascolta mai nessuno (moglie compresa, che poi gli manda le maledizioni sotto forma di attacchi di reumatismi
), fa dei monologhi ma alla fine dà dei buoni consigli, soprattutto per chi ha trovato la pentola dell'oro
. Il nome non lo ricordo, sono veramente impronunciabili come quelli russi.
Ho letto il primo capitolo. È fiabesco e divertente, molto particolare. Mi pare di scorgere una vena nemmeno troppo nascosta di misoginia... che ne dite?![]()
Lo credevo anche io all'inizio, ma se vai avanti vedrai che le donne si riscattano bene. A meno che la descrizione della malvagità nelle donne non sia considerata come una forma di misoginia
. A me comunque non dispiace questo potere magico che le accomuna ai leprecauni. Non ti dico altro per non spoilerarti troppo ma poi mi capirai
.
ma secondo voi può essere considerato un fantasy come genere?
Ecco un Leprecauno
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