Soldini, Silvio - Il colore nascosto delle cose

estersable88

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Teo è un pubblicitario in carriera, un tipo ganzo, sciupafemmine, abituato a fare e disfare con la sua vita e quella degli altri senza porsi troppi scrupoli. Una sera partecipa con un gruppo di amici ad un dialogo nel buio, una manifestazione volta a far provare a persone vedenti l'esperienza di una passeggiata al buio come se fossero non vedenti. La loro guida è Emma, non vedente per davvero, che di lavoro fa l'osteopata, ha "una voce molto sexy" e si rivelerà essere una persona molto combattiva. Casualmente, mentre sceglie una camicia per la sua fidanzata Greta in un negozio, Teo sente la voce roca e sexy di Emma e finalmente ha modo di vederla in viso e di scoprire così che, contrariamente a quanto immaginasse, non è affatto male. I due si rivedono nello studio di lei, per un presunto dolore alla spalla di Teo, cominciano ad uscire e ben presto una storia nata da una scommessa fra colleghi diventa qualcosa di più... e chissà che il caro Teo non rimanga - inspiegabilmente - ferito con le sue stesse armi abituali!
Cosa posso dire di questo film? Posso dire che è uno dei pochi film sulla cecità che sia davvero ben fatto, ragionato, studiato, non banale. Tutto risulta estremamente realistico e naturale e per questo bisogna dare un grande merito a Silvio Soldini (che non è nuovo al tema e che lo ha approfondito per curiosità personale oltre che per lavoro), all'attrice protagonista Valeria Golino ed a tutto il cast in generale. Personaggi interessanti sono, a mio avviso, Nadia e Patty, due personalità opposte ma entrambe d'impatto e rese benissimo.
Io questo film me lo sono proprio goduto e lo consiglio spassionatamente. Bello, davvero ben fatto!
 

Ondine

Logopedista nei sogni
"Naturale" è un termine che condivido per descrivere questo film.
La storia è sincera nel descrivere i momenti spontanei, sentiti, che si alternano a momenti di incertezza, di dubbio.
Il finale è bellissimo, è come un cerchio che si chiude e infatti tutto il film sembra attraversato da un andamento circolare.
Molta attenzione meritano i dialoghi delle scene del bar e del ristorante dove la prospettiva di Teo cambia e la cosa bella è che non c'è bisogno di dire nulla, tutto è molto fluido.
 
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