38° Poeticforum - Le poesie che amiamo

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Eccoci qui per aprire il 38° Poeticforum!

Forza, poeti e amanti della poesia, postate una proposta a ciascuno e poi passeremo alla fase dei commenti!
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
Clochard

Un ringhio al mio passaggio: sguardo fisso
Stravaccato sulla tua lettiera di cartoni
Spalle appoggiate al muro del parcheggio,
Mi “saluti”, immobile, con un sorriso assente

Resti d’una cuffia tibetana, il colore incerto
Le buffe appendici penzolanti al collo
Come elmo spartano delle tue Termopili
Patibolare grugno e guance scavate celano;
Rivendican ribelli sparute ciocche l’aria

Cispose e indecifrabili fessure gli occhi,
D’una lente orfani gli occhiali di John Lennon
Vittima d’una tra tante risse una stanghetta.
Bocca sdentata, tra la folta barba incolta
Lorda testimone ancor dell’ultima tua cena

Mani seminascoste nelle tasche sfondate
Di quello che fu un piumino invernale trendy;
Ampi strappi e non più un consunto Gore-Tex,
Del compito della traspirazione si fan carico.
Tra poco il sole, risentito, caccerà via entrambi:
Te e quell’ombra traditrice, che refrigerio t’offre
Dal legittimo potere di questo afoso agosto

E come parte di quel circo naturale
L’eterno palcoscenico del mondo
Come greggi ovine in transumanza
Rondini viandanti e uccelli migratori
Come nostri preistorici comuni avi
Come fiori di girasole all’Armageddon
Lentamente solleverai il corpo emaciato
Sulle lunghe gambe valghe rinsecchite
Scalzi piedi gonfi, non solo per il sole scuri
Laceri jeans macchiati, sformati e troppo corti

Le spalle ingobbite, claudicando goffo
Faticosamente ti incamminerai, spingendo
Il carrello arrugginito del supermercato
Come fa l’infermo col deambulatore:
Supporti ambedue di un’esistenza,
Frutto rispettivo di scelta e condanna.

La tua merce ti riflette come specchio:
Robe gettate da tutti quegli zombie
Nel globale consumismo omologati
Dopo un breve approccio compulsivo
Rottamando ciò che più lor non serve.

Proprio come con te da che nascesti.

Perché ho l’impressione che sia tu,
A guardare me con compassione?
 

qweedy

Well-known member
@ Hotwireless
Complimenti, Clochard è straordinaria! Eccellente!


Uomini

Non ci sono uomini poco interessanti.
Sono i loro destini storie di pianeti.
Tutto, nel singolo destino, è singolare
E non c’è un altro pianeta che gli somigli.
Ma se qualcuno è vissuto inosservato
- e di questo si è fatto un amico -
tra gli uomini è stato interessante
anche col suo passare inosservato.
Ognuno
Ha un mondo misterioso
Tutto suo.
E in esso c’è l’attimo più bello
E l’ora più angosciosa,
solo che noi non ne sappiamo niente.
Se muore un uomo,
con lui muore
la sua prima neve, il primo bacio,
la sua prima battaglia…
E tutto egli porta via con sé.
Restano, è vero, libri e ponti
Macchine e quadri. E’ destino
Che molto rimanga, eppure
Qualcosa se ne va lo stesso.
E’ la legge di un gioco spietato:
non muoiono uomini,
ma interi mondi.
Ricordiamo gli uomini, terrestri e peccatori.
Ma, in sostanza, che ne sapevamo di loro?
Che ne sappiamo di fratelli e amici?
Che ne sappiamo del nostro unico amore?
E anche di nostro padre, sapendo tutto,
noi non sappiamo niente.
Gli uomini passano…
Ed è impossibile richiamarli in vita.
Impossibile risuscitare i loro mondi misteriosi.
Ma ogni volta desidero ancora
Gridare
per questa irrevocabilità.

Evgenij Aleksandrovič Evtušenko
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Vado a dormire (Alfonsina Storni)

Denti di fiori, cuffia di rugiada,
mani d'erba, tu, tenera nutrice,
rabboccami le lenzuola di terra
e la trapunta di muschio cardato.
Vado a dormire, nutrice mia, addormentami.
Mettimi una lampada al capezzale;
una costellazione, quella che ti piace;
tutte sono buone;
abbassala un poco.
Lasciami sola:
senti i germogli spuntare...
ti culla un piede celestiale da lassù
e un uccello intona il suo canto
affinché dimentichi... grazie.
Ah, un favore:
se chiama ancora al telefono
digli di non insistere, sono uscita..
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Le tre parole più strane

Quando pronuncio la parola Futuro
la prima sillaba va già nel passato.

Quando pronuncio la parola Silenzio,
lo distruggo.

Quando pronuncio la parola Niente,
creo qualcosa che non entra in alcun nulla.


Wislawa Szymborska
 

maclaus

New member
Cala la sera (Via Zongo, 12)

Cala la sera
sopra la via
e il grande portone
il crepuscolo
avvolge...

Cala la sera
sopra gli uomini
e le cose
e le divise
e invade il cortile
di foglie ingiallito...

Cala la sera
sopra via Zongo
e al numero dodici
una bandiera
viene riposta...

(maclaus)
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
E' la mia prima volta in un poetic forum, ma... proviamo con questa.

Demoni e meraviglie (Jacques Prévert)

Demoni e meraviglie
Venti e maree
Lontano di gia' si e' ritirato il mare
E tu
Come alga dolcemente accarezzata dal vento
Nella sabbia del tuo letto ti agiti sognando
Demoni e meraviglie
Venti e maree
Lontano di gia' si e' ritirato il mare
Ma nei tuoi occhi socchiusi
Due piccole onde son rimaste
Demoni e meraviglie
Venti e maree
Due piccole onde per annegarmi.*
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Prima proposta, Hot :)

Clochard

Un ringhio al mio passaggio: sguardo fisso
Stravaccato sulla tua lettiera di cartoni
Spalle appoggiate al muro del parcheggio,
Mi “saluti”, immobile, con un sorriso assente

Resti d’una cuffia tibetana, il colore incerto
Le buffe appendici penzolanti al collo
Come elmo spartano delle tue Termopili
Patibolare grugno e guance scavate celano;
Rivendican ribelli sparute ciocche l’aria

Cispose e indecifrabili fessure gli occhi,
D’una lente orfani gli occhiali di John Lennon
Vittima d’una tra tante risse una stanghetta.
Bocca sdentata, tra la folta barba incolta
Lorda testimone ancor dell’ultima tua cena

Mani seminascoste nelle tasche sfondate
Di quello che fu un piumino invernale trendy;
Ampi strappi e non più un consunto Gore-Tex,
Del compito della traspirazione si fan carico.
Tra poco il sole, risentito, caccerà via entrambi:
Te e quell’ombra traditrice, che refrigerio t’offre
Dal legittimo potere di questo afoso agosto

E come parte di quel circo naturale
L’eterno palcoscenico del mondo
Come greggi ovine in transumanza
Rondini viandanti e uccelli migratori
Come nostri preistorici comuni avi
Come fiori di girasole all’Armageddon
Lentamente solleverai il corpo emaciato
Sulle lunghe gambe valghe rinsecchite
Scalzi piedi gonfi, non solo per il sole scuri
Laceri jeans macchiati, sformati e troppo corti

Le spalle ingobbite, claudicando goffo
Faticosamente ti incamminerai, spingendo
Il carrello arrugginito del supermercato
Come fa l’infermo col deambulatore:
Supporti ambedue di un’esistenza,
Frutto rispettivo di scelta e condanna.

La tua merce ti riflette come specchio:
Robe gettate da tutti quegli zombie
Nel globale consumismo omologati
Dopo un breve approccio compulsivo
Rottamando ciò che più lor non serve.

Proprio come con te da che nascesti.

Perché ho l’impressione che sia tu,
A guardare me con compassione?
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Hot questa poesia denota una sensibilità profonda, costringe a guardare una realtà scomoda, è una doccia ghiacciata per me che mi mette a disagio e che mi fa sentire in colpa, non so cosa dire.
Il tuo stile è chiaro, diretto, visivo, senza ornamenti superflui, dignitoso, ecco emerge il diritto alla dignità e questo non si dovrebbe mai dimenticare.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Una poesia particolare che racchiude in sé modernità ed eternità. Da un lato, alcuni dettagli ci portano a collocare il clochard e la scena descritta in un tempo presente; dall'altro, però, la poesia può essere paragonata ad un fotogramma, perché coglie l'uomo in un istante fugace ma cristallizzato nel tempo. Attraverso gli occhi di chi descrive, vediamo l'uomo nella sua interezza, come ci appare ora e intravediamo anche dettagli del suo passato, della sua storia.
Complimenti!
 

qweedy

Well-known member
Trovo straordinaria questa poesia, mi tocca profondamente. Siamo umani, e temo che il confine tra un lavoratore e un clochard possa diventare molto labile in certe situazioni, basta poco per scivolare al di là.
La descrizione del clochard è perfetta, evoca immediatamente l'immagine, lui si materializza davanti ai nostri occhi, verso dopo verso.
Esattamente come una persona che vedo recentemente, lui pure ha fatto una sorta se non di ringhio, di borbottio, al mio passaggio, guardandomi poi con un riso beffardo e sì, con compassione. Rideva, non so se per me o per il mio cane, o per il mio stupore vedendo che leggeva fogli sparsi di giornale, dei quali aveva fatto provvista.

Bellissimo il finale, e stupendi i versi
"Rottamando ciò che più lor non serve.
Proprio come con te da che nascesti."

Tutta la poesia scorre che è un piacere, è davvero perfetta e ricca di umanità e sensibilità.
 
Ultima modifica:

maclaus

New member
Io davanti a un clochard o ad un uomo sul marciapiede e mi guarda con lo sguardo che Hot descrive perfettamente, divento piccolo piccolo...
Mi vorrei annullare, diventare invisibile...
...e mi rendo conto che è la mia coscienza che vorrebbe che quell'uomo diventasse invisibile ai miei occhi...
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Clochard mi piace moltissimo.
Il fatto che quest'uomo sia descritto nei minimi dettagli fa in modo che il lettore lo senta vicino quasi fisicamente.
La poesia contiene una descrizione senza giudizio, la semplice osservazione a tratti affettuosamente ironica nei confronti di un individuo che, come tanti altri per svariati motivi, ha in sé qualcosa di diverso da chi lo guarda.
Mi chiedo dove vada, con quel carrello, mi chiedo se in qualche modo è contento di vivere così e davvero guarda gli altri con compassione.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
La prossima poesia :)

Uomini

Non ci sono uomini poco interessanti.
Sono i loro destini storie di pianeti.
Tutto, nel singolo destino, è singolare
E non c’è un altro pianeta che gli somigli.
Ma se qualcuno è vissuto inosservato
- e di questo si è fatto un amico -
tra gli uomini è stato interessante
anche col suo passare inosservato.
Ognuno
Ha un mondo misterioso
Tutto suo.
E in esso c’è l’attimo più bello
E l’ora più angosciosa,
solo che noi non ne sappiamo niente.
Se muore un uomo,
con lui muore
la sua prima neve, il primo bacio,
la sua prima battaglia…
E tutto egli porta via con sé.
Restano, è vero, libri e ponti
Macchine e quadri. E’ destino
Che molto rimanga, eppure
Qualcosa se ne va lo stesso.
E’ la legge di un gioco spietato:
non muoiono uomini,
ma interi mondi.
Ricordiamo gli uomini, terrestri e peccatori.
Ma, in sostanza, che ne sapevamo di loro?
Che ne sappiamo di fratelli e amici?
Che ne sappiamo del nostro unico amore?
E anche di nostro padre, sapendo tutto,
noi non sappiamo niente.
Gli uomini passano…
Ed è impossibile richiamarli in vita.
Impossibile risuscitare i loro mondi misteriosi.
Ma ogni volta desidero ancora
Gridare
per questa irrevocabilità.

Evgenij Aleksandrovič Evtušenko
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Una poesia che rivela un'indagine psicologica coinvolgente.
I poeti, così come gli artisti in generale, sono grandi conoscitori dell'animo umano.
 

maclaus

New member
Non ci sono uomini poco interessanti. Sono i loro destini storie di pianeti. Tutto, nel singolo destino, è singolare e non c’è un altro pianeta che gli somigli.
Ma se qualcuno è vissuto inosservato - e di questo si è fatto un amico - tra gli uomini è stato interessante anche col suo passare inosservato.
Ognuno ha un mondo misterioso Tutto suo. E in esso c’è l’attimo più bello e l’ora più angosciosa, solo che noi non ne sappiamo niente.
Se muore un uomo, con lui muore la sua prima neve, il primo bacio, la sua prima battaglia…E tutto egli porta via con sé.
Restano, è vero, libri e ponti macchine e quadri. E’ destino che molto rimanga, eppure qualcosa se ne va lo stesso. E’ la legge di un gioco spietato:
non muoiono uomini, ma interi mondi. Ricordiamo gli uomini, terrestri e peccatori. Ma, in sostanza, che ne sapevamo di loro?
Che ne sappiamo di fratelli e amici? Che ne sappiamo del nostro unico amore?
E anche di nostro padre, sapendo tutto, noi non sappiamo niente.
Gli uomini passano…Ed è impossibile richiamarli in vita. Impossibile risuscitare i loro mondi misteriosi. Ma ogni volta desidero ancora gridare per questa irrevocabilità.

Si, il contenuto mi piace... ma, come già detto per altre "poesie", per me questa è "prosa"... :boh:
 

qweedy

Well-known member
Se muore un uomo,
con lui muore
la sua prima neve, il primo bacio,
la sua prima battaglia…
E tutto egli porta via con sé.

Mi piace tantissimo il messaggio di questa poesia: non muoiono uomini, muoiono interi mondi. Indica quanto poco di noi riusciamo a trasmettere agli altri, siamo condannati alla solitudine, all'incomunicabilità e all'incomprensione. Che ne sappiamo dei figli, dei fratelli, dei genitori? Anche sapendo tutto, noi non sappiamo niente. Ognuno è unico, ognuno ha un mondo misterioso dentro di sè. Contro questa condanna irrevocabile, Evtušenko vuole gridare.

@maclaus
Non entro nel merito se questa è prosa o poesia, perchè non ho gli strumenti per farlo. Immagino che secondo te sia prosa perchè manca di particolari schemi metrici, ritmici o stilistici.
 

maclaus

New member
@maclaus
Non entro nel merito se questa è prosa o poesia, perchè non ho gli strumenti per farlo. Immagino che secondo te sia prosa perchè manca di particolari schemi metrici, ritmici o stilistici.

...esattamente qweedy :)
Forse ancora non eri iscritta al forum quando abbiamo "dibattuto" sul tema... E' un'antica diatriba nel mondo della letteratura "trovare" il confine tra prosa e poesia.
Diciamo che io sono tradizionalista e i miei riferimenti poetici sono "classici": la struttura, la metrica, la rima, sono elementi fondamentali per la mia visione di poesia...
Un componimento poetico dev'essere musicale, ondeggiante, fluido, morbido, non spigoloso, che non sia "faticoso" quando lo leggi...
E non si tratta per forza di rime: Solo e pensoso/ i più diserti campi/ vo' mesurando/ a passi tardi e lenti... Sempre caro mi fu quest'ermo colle/ e questa siepe che da tanta parte il guardo esclude...
Come vedi in questi esempi immortali non vi è nessuna rima: ma leggi e rileggi e "senti" la "morbidezza", "l'andamento lento", la bellezza dei termini usati, l'amore per le parole...
Questa è, a mio modo di vedere, poesia. :boh: :YY :D
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Un componimento che non conoscevo e che, a prescindere se sia prosa o poesia, mi piace moltissimo perché è scritto in un linguaggio "comprensibile" ai più e non cela il proprio messaggio dietro virtuosismi o volute oscurità. In questo modo l'autore ci permette di riflettere sulle sue parole e di farle nostre.
 
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