Ray, Nicholas - 55 giorni a Pechino

elisa

Motherator
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[FONT=&quot]Nell'anno 1900, a Pechino, infuria la rivolta dei Boxer. Matt Lewis arriva in città al comando di un distaccamento di marines incaricato di difendere l'ambasciata americana. Tutte le delegazioni straniere, riunitesi per proteggersi meglio, sono presto strette d'assedio. Lewis organizza la resistenza e tenta qualche azione contro i rivoltosi, ma solo dopo quasi due mesi, con l'arrivo dei rinforzi, le sorti del conflitto si rovesciano.[/FONT]
Film spettacolare realizzato con grande tecnica, la musica di Tiomkin, la scenografia e i bellissimi acquerelli dei titoli dell'artista Dong Kingman, fanno di questo kolossal un gradito spettacolo. Cast di indubbio interesse, con una sfiorita seppur giovane e affascinante Ava Gardner, che non si vergogna di mostrarsi così sciupata. Cerca di avere un contesto storico non di parte, ma sicuramente l'infarto che ha colto il regista durante le riprese con il film portato a termine dal direttore della fotografia vira più sullo spettacolo e sulla grandiosa messa in scena che sui contenuti storico politico che forse hanno qua e là la priorità. Abitudine dell'epoca di far recitare occidentali nel ruolo di cinesi, a volte un po' paradossale, come paradossale è il finale che sembra più la festa delle forze armate che un finale di un film che vuole essere di livello come questo. Molto lungo ma alla fine non pesa, pur con tutti i suoi limiti.
 
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