Deaver, Jeffery - Requiem per una pornostar

LettriceBlu

Non rinunciare mai
Trama:
Un’esplosione improvvisa e fortissima sventra un palazzo nel cuore di Manhattan: al posto del Velvet Venus, vecchio cinema a luci rosse, ora ci sono solo pezzi di sedili e vetri infranti. Qui, il detective Sam Healy della Squadra Artificieri s’imbatte in Rune, aspirante regista appassionata di crimini: l’esplosione sembra un segno del destino per lei, che decide di raccontare nel suo primo documentario proprio il mondo luccicante e crudele dei blue movie, scegliendo per protagonista l’attrice in cartellone al Velvet quel giorno, Shelly Lowe. Ma Rune non sa che la splendida e sfortunata Shelly sta per essere messa a tacere per sempre da una seconda esplosione, e che il suo stesso debutto nella regia è a rischio.

Commento:
Sicuramente non è uno dei thriller più sconvolgenti di Deaver. Sebbene abbia piacevolmente ritrovato tutte le caratteristiche che lo contraddistinguono, specialmente nei capitoli finali, questa storia è stata per due buoni terzi più una tragicommedia che un romanzo di suspense. Il che confesso che non mi è dispiaciuto, era da un po’ che una lettura non mi portava grasse e sane risate.
Chi, come me, sperava che le vicende di “Nero a Manhattan” avessero fatto diventare la giovane Rune un po’ meno sulle nuvole si sbagliava di grosso. Al contrario, l’intraprendenza della ragazza è a dir poco peggiorata, così come la sua fervida immaginazione, che la porta varie volte a infilarsi in situazioni pericolose per la sua stessa vita, o più semplicemente a farsi parecchi film mentali sulle persone in cui si imbatte. Nonostante in più occasioni ci si chieda se Rune ci sia o ci faccia, in fondo la sua tenacia e le trovate che architetta per ottenere le informazioni che le necessitano si guardano con malcelata ammirazione, anche solo per il fatto che molti di noi non avrebbero il suo coraggio e la sua faccia tosta.
Parte tutto da un’esplosione di un cinema porno alla quale Rune si trova ad assistere (quasi) per caso, e dalla conseguente idea di realizzare un documentario su Shelly Lowe, l’attrice il cui volto era raffigurato in un cartellone all’ingresso. Peccato solo che le esplosioni non si fermano, e in una di queste l’attrice prescelta perde la vita. Ovviamente Rune non si dà per vinta e si convince che in realtà la “Spada di Cristo” sia una copertura per coprire il vero obiettivo: l’omicidio di Shelly. Partono così le sue indagini personali, che la portano a conoscere Sam, agente del reparto artificieri per il quale prova un certo interesse non solo professionale.
Il colpevole viene scoperto, ma ormai chi segue Deaver sa che nulla è come appare, e quest’avventura di Rune non smentisce affatto la regola, che anzi è valida molto più che in altri casi. Si fa attendere, ma alla fine la suspense arriva, ed è più angosciante che mai: Niente mette ansia come il conto alla rovescia di un timer che accompagna una bomba e la consapevolezza che ogni secondo che passa potrebbe scandire l’avvicinarsi della propria morte.
Il finale è stato abbastanza inaspettato, e in parte la decisione di Rune non mi vede d’accordo: ha protetto una persona che l’ha sfruttata in piena regola. I motivi erano ottimi, ma secondo me quella ragazza pecca di troppa bontà d’animo. Mi è piaciuto però che chi se l’è davvero meritato abbia avuto il giusto contributo.
 

bonadext

Ananke
Sicuramente non è all'altezza del primo "Nero a Manhattan" che rimane uno dei miei libri preferiti, questo è appena sufficiente, da leggere solo per gli appassionati della saga della giovane Rune.
Sono curioso di leggere il terzo e ultimo capitolo (Hard News) della trilogia, dai commenti che ho letto sembra meglio di questo, speriamo! :wink:
 
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