Makine, Andrei - L'arcipelago della nuova vita

estersable88

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Agli estremi confini orientali della Russia, dentro al vento del Pacifico, per terre immense che sembrano sfuggite alla storia, Pavel Gartsev e i suoi
compagni danno la caccia a un criminale dal volto sconosciuto. Pavel, nato e cresciuto nella Russia di Stalin, ha un passato di solitudine e abbandoni:
rimasto orfano da bambino in circostanze che non conosce, ha vissuto, soldato ancora giovanissimo, tutta la violenza della seconda guerra mondiale. Rientrato
a casa, Pavel si iscrive all’università, conosce Sveta, sogna di iniziare con lei una vita normale, ma all’addensarsi della guerra fredda è richiamato
in servizio nell’est del paese e gli viene assegnato il compito di dare la caccia, insieme ad altri soldati, a un uomo evaso da un campo di prigionia.
Per molti giorni i cinque, accompagnati da un cane, seguono per l’infinita distesa della taiga le tracce dell’uomo; la preda è astuta, più volte si fa
gioco dei suoi inseguitori, costringendoli a un vagare disperato ed esaltante. Quando i suoi compagni vengono feriti, Pavel decide di continuare la caccia
da solo, ma non sa ancora che la vera identità del fuggitivo, una volta scoperta, sarà capace di sconvolgere la sua vita.



Un meraviglioso racconto di guerra e d’amore. Due concetti, due termini, dai significati così ampi e sfuggenti che si fa fatica ad inquadrarli. Cos’è la guerra? Non solo un combattimento fisico e frontale, ma anche una battaglia interiore, una lotta contro la volontà di lasciarsi andare, il superamento dei propri limiti, la capacità di conoscere e seguire i propri valori senza lasciare decidere gli altri. E cos’è l’amore? L’amore tra uomo e donna, certo, ma anche l’amore per la giustizia, l’ammirazione per la superiorità dell’altro, la ricerca spasmodica di un motivo, anche illusorio, per continuare a vivere. Troviamo tutto questo in queste pagine: concetti grandissimi quasi quanto la terra che i protagonisti percorrono. Una terra, un paesaggio, una natura, un viaggio, una fuga, che è metafora della vita. E quando tutto sembra perduto si deve trovare la via d’uscita, l’occasione, la forza per ricominciare da zero.
Lettura piacevole, avvincente e quasi commovente nel finale, un’analisi delicata e sobria dei più estremi sentimenti umani. Consigliato.
 
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LettriceBlu

Non rinunciare mai
Romanzo breve, ma con moltissimi spunti di riflessione, che sono ciò che ho preferito. Mi è piaciuto molto il personaggio di Mark, che ha fatto di tutto
per non farsi annientare dalla guerra e venirne schiacciato. Guerra ben presente nel vissuto di tutti i personaggi, che l'hanno affrontata ognuno secondo
le proprie ambizioni e speranze.
Finale triste e forse un po' favoleggiante, soprattutto per il rispetto reverenziale che persone come Sasa hanno mostrato nei confronti dell'amore tra i due vecchi
fuggiaschi, facendolo quasi diventare una leggenda. Particolare l'ambientazione, per gran parte del racconto nei boschi russi.
 
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