Fallaci, Oriana -1968

francesca

Well-known member
1968 è una raccolta di articoli e interviste della Fallaci scritti appunto nell’intorno del ’68.
Mi sono avvicinata a questa lettura con grandi aspettative.
Sono nata nel 1971. I miei genitori, nati negli anni quaranta, in piena II Guerra Mondiali, con la sola licenza elementare, sono stati da sempre commercianti in proprio; il ’68 sembra che non li abbia sfiorati, lavoravano già da diversi anni a quel tempo, non mi hanno mai raccontato un aneddoto, un episodio.
Così questo ’68 che ha lasciato un’ombra sui volti di un’intera generazione e da quello che ho potuto capire, ha cambiato il mio presente, per me è sempre stato qualcosa di effimero e dai contorni sfumati, qualcosa che aveva a che fare con le proteste degli studenti, le cui rivendicazioni non ben definite per me si sovrappongono all’immagine di figli di fiori, “love and peace” e amore libero, in un gran calderone.
Non che ora sappia molto di più, ma di certo alcune cose hanno assunto per me un contesto storico e umano ben più definito.
La Fallaci ha un’incredibile capacità di essere una giornalista dalla prosa sublime di una grande scrittrice; in ogni suo articolo mette cuore e anima; in questa raccolta, spazia fra il Vietnam e gli Stati uniti, passando per il Tibet e il Messico attraverso l’India, e restituendo un affresco chiaro e preciso come si addice a pezzi giornalistici di grande livello, ma al contempo incredibilmente lirico e poetico; a tal punto da far uscire ciascuna intervista, ciascun reportage dal contesto giornalistico e farlo assurgere fra i brani narrativi che escono dalla storia per diventare eterni.
Sicuramente adesso so molto di più di quanto la guerra in Vietnam sia stata il cuore pulsante di una parte di questo ’68, quali sono state le condizioni che hanno reso possibili gli assassinii di Kennedy e di Martin Luther King, quali sono state le sovrastimate suggestioni orientali che hanno intriso il ’68 dei borghesi e benestanti figli di papà.
Un libro che in poche centinai di pagine dà una visione a 360° di quel periodo e che mi ha permesso di collocare le frammentarie informazioni a mia disposizione in uno scenario completo e soprattutto dal respiro mondiale facendole uscire dal provincialismo in cui le avevo relegate.


Francesca
 
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