Robinson, Marilynne - Lila

IreneElle

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Dalla quarta di copertina:
"Lila viaggia leggera: un vestito, un vecchio coltello arrugginito, e un bagaglio di ricordi e delusioni. Non ha mai avuto altro, Lila, nemmeno un nome, prima che, da bambina, una vecchia di passaggio gliene offrisse uno per pietà. Poi un giorno la misteriosa Doll, sfregiata in volto e nel cuore, diseredata a sua volta, forse una fuorilegge, raccoglie quel fagotto di pelle, ossa e sporcizia, lo avvolge nel suo scialle capiente, e lo porta via da quella casa senza amore. Per loro inizia una vita di vagabondaggio, fra i pericoli della strada sempre più arcigna dopo l'arrivo della Grande Depressione, e l'intimità gioiosa di due anime perse e sole che bastano a loro stesse. Lila cresce al fianco protettivo di Doll, madre e padre per lei, e legge, e religione, fino a che all'improvviso si ritrova sola al mondo, e la strada le mostra un'altra faccia. Quando il suo errare la conduce al villaggio di Gilead, è ormai una randagia incallita e diffidente, malata di solitudine. Nulla la può sorprendere, tranne forse l'uomo che incontra oltre la porta della chiesa dove si rifugia per sfuggire all'acquazzone. John Ames sa parlare e sa ascoltare. È il vecchio pastore del paese, rispettato da tutti, da molti giudicato un santo. Il reverendo conosce bene la sofferenza, e ne riconosce in lei una gemella, e un'identica tensione alla verità, e molto altro ancora. Lila ha bisogno di sapere, di capire tutto quanto, che cosa sia il firmamento, per esempio, e perché un bambino possa essere tanto maltrattato, e come si coniughi la religione del perdono con la condanna dei peccatori. Ha bisogno di risposte che spazzino via la vergogna di tutta la sua vita e rivolge al vecchio Ames le domande più difficili della sua lunga carriera. Fino alla richiesta estrema: sposami. Dopo Gilead (Premio Pulitzer 2005) e Casa (Orange Prize 2009), con Lila (National Book Critics Circle Award 2015) Marilynne Robinson ritorna ai suoi protagonisti e alla sua ambientazione esemplare, la sua Yoknapatawpha del Midwest, per regalarci una prospettiva nuova - femminile, tormentata, forte - su questo viaggio umano".

Mia opinione:
"Non riesco ad amarti quanto ti amo. Non riesco a essere felice quanto lo sono"

Il romanzo scorre e coinvolge tantissimo, le descrizioni sono vivide, tipiche della letteratura nord americana. Lila, la protagonista, impari a conoscerla pian pianino e ti fa tenerezza....sì ti intenerisce la sua vita da randagia e senza una fissa dimora, ti intenerisce la sua eterna vergogna ed il coltello che si porta dietro come ricordo. E ti intenerisce Ames che riconosce in lei la sua stessa solitudine e sofferenza; Ames, vecchio predicatore calvinista, che proverà a rispondere ai tanti quesiti di Lila.
Uno su tutti: "perchè le cose accadono come accadono?".

P.S. Già, perchè le cose accadono come accadono? Io una risposta ancora non ce l'ho.
 
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