Remarque, Erich Maria - Tempo di vivere, tempo di morire

malafi

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Durante la Seconda guerra mondiale il presentimento della morte avvolge il microcosmo ormai disumano di un reparto tedesco in Russia, nella fase definitiva della sconfitta. Graeber, giovane soldato che ha negli occhi e nell'anima l'incubo delle uccisioni proditorie di partigiani sovietici e la fine mostruosa dei suoi commilitoni, vive per una sola speranza: tornare a casa per una licenza che attende da due anni. Quando ormai non vi contava più, il foglio desiderato gli arriva. Così ha inizio la sua esplorazione di mezza Europa in rovina, fino alla scoperta della propria città, della propria casa distrutte dai bombardamenti. Il suo amore per la vita lo esprime nell'incontro e nel matrimonio con una ragazza, figlia di un antinazista chiuso in un campo di concentramento. Scaduta la licenza, Graeber parte per il fronte, ma sa ormai che la guerra è stata scatenata da una folle cerchia di gerarchi. L'attaccamento alla giustizia lo condurrà alla morte in battaglia, la più indicativa dei tempi di barbarie in cui l'umanità era caduta.

Non credevo ai miei occhi quando non ho trovato un post su questo libro magnifico. Spero che siate stati tutti troppo pigri per scrivere qualcosa e non così 'stolti' (ma si può sempre riparare :mrgreen:) da non avere letto questo capolavoro.

Se Niente di nuovo sul fronte occidentale è il capolavoro universalmente riconosciuto di Remarque, questo ci va molto vicino.
Cambia la guerra (siamo nella 2° Guerra Mondiale), cambia anche un po' la prospettiva. Se in Niente di nuovo sul fronte occidentale la sua è una denuncia contro l'ingiustizia della guerra in generale, qui invece è una denuncia contro chi ha voluto e provocato la guerra, cioè Hitler ed i suoi gerarchi. Una guerra nella quale i tedeschi sono ormai in ritirata (anzi, in rotta) e pertanto ancor più si percepisce l'abisso che separa il popolo e l'esercito dai gerarchi.
Altra differenza importante è che 3/4 del libro non si svolge al fronte, ma racconta della licenza del soldato Graeber, una licenza nel quale matura delle consapevolezze e trova l'amore. Sì, è anche uno splendido romanzo d'amore. Un amore descritto talmente bene da sembrare il nostro.
E quando torna sul fronte, non è più la stessa persona. Ma la guerra è sempre la stessa, e non perdona.

Bellissima, perfetta la prosa di Remarque, quasi poesia in certi passaggi.
 

qweedy

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Tutti i libri di Remarque che ho letto, sono uno più bello dell'altro!
 

bouvard

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Per quest’anno avevo in programma di leggere un altri libro di Remarque I tre camerati, ma il commento entusiasta di Malafi mi ha fatto optare per questo titolo. E devo dire di essere contentissima di aver dato retta al suo consiglio!
Tempo di vivere tempo di morire è bellissimo, non voglio neppure fare un confronto con Niente di nuovo sul fronte occidentale perché sono due libri diversi, anche se entrambi contro la guerra. Sicuramente questo è meno duro dell’altro, concentrandosi non tanto sui combattimenti al fronte quanto sulle responsabilità, collettive e individuali.
“Dove comincia la responsabilità personale? Non possiamo scusarci col dire che eseguiamo degli ordini”
Già quante volte durante i processi i nazisti hanno usato la scusante di aver obbedito solo a degli ordini per giustificare i loro crimini? Ma Graeber – il protagonista di questo libro – è tormentato dalla domanda su “dove comincia la complicità” di ognuno. C’è un punto in cui l’obbedienza non è più solo obbedienza, ma diventa complicità ed è il punto in cui si comprende l’atrocità che si nasconde dietro certi ordini. Deportare e uccidere un essere umano va oltre la semplice obbedienza implica una complicità, la condivisione di un certo ideale.
Tempo di vivere tempo di morire è un libro dolce, poetico con una delicata storia d’amore niente affatto sdolcinata. Non è un pugno allo stomaco come Niente di nuovo sul fronte occidentale, ma è un libro altrettanto forte che lascia il segno nel cuore del lettore.
Consigliatissimo…e un grande grazie a Malafi per avermelo fatto conoscere.
 
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