Muller, Herta -Cristina e il suo doppio

francesca

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Nel 2004 dopo ripetute richieste, Herta Muller viene autorizzata a visionare il fascicolo a suo carico presso la Securitate di Bucarest, ripulito di molte informazioni e dettagli, ma già così tragicamente devastante.
Nel revisionare il suo fascicolo fa la conoscenza di Cristina, l'alter ego che la polizia segreta rumena aveva creato per lei.
In questo piccolo libro la Muller racconta con uno stile lucido, asciutto, quasi metallico e dolorosamente indignato, come questa Cristina abbia avvelenato la sua vita per sempre.
Ci sono due piani di lettura di queste poche pagine.
C’è il piano storico-sociale: la Muller racconta come la morsa della dittatura, che si è estesa ben oltre la caduta del regime di Ceausescu, teneva sotto controllo ogni suo cittadino, senza eccezioni, attraverso una fitta rete incrociata di spionaggio che comprendeva varie forme di controllo. Dalle più asettiche come microspie nascoste nei posti più banali ma anche nei più impensabili, a quelle che toccano più nel profondo, come l’utilizzo di spie “umane” che potevano essere anche reclutate nella cerchia dei migliori amici, a quelle della calunnia, diffondendo notizie false sul conto del cittadino sotto osservazione.
In questo modo il controllo era totale, perché anche chi si prestava al ruolo di informatore o chi, suo malgrado, si prestava alla diffusione delle calunnie ripetendole per sentito dire, rientrava in automatico fra coloro che erano a loro volta controllati.
L’analisi di questo spietato e terribilmente efficace metodo di controllo crea durante la lettura un senso di claustrofobia soffocante che atterrisce per la disumanità con cui il diritto alla privacy viene violato senza scampo. Privacy che in questo caso assume un senso vastissimo, perché va a toccare la sfera più personale che risiede nei propri rapporti e relazioni sotto tutti i punti di vista: di amicizia, di amore, di lavoro, di cultura.
C’è poi il piano di lettura personale quello in cui la Muller analizza lucidamente come questo serrato controllo della sua vita, abbia influito sulla sua vita sua malgrado. Il fascicolo le dà la possibilità di ricollegare alcuni episodi della sua vicenda umana a disegni precisi nati dalla strategia di terrore e di calunnia che veniva attuata per coloro che non si uniformavano alle richieste del regime. Questo crea in lei un senso destabilizzante di identità, di profondo interrogativo di cosa sia stata veramente la sua vita e le relazioni che l’hanno caratterizzata.
In questo libro, la Muller abbandona il suo stile onirico e poetico tipico di altre sue narrazioni, adottando uno stile lucido e serrato, che dà conto della sua indignazione e si erge come un grido di denuncia forte e disarmato.

Francesca
 
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