Marzano, Michela - L'amore che mi resta

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La sera in cui Giada si ammazza, Daria precipita in una sofferenza che nutre con devozione religiosa, perché è tutto ciò che le resta della figlia. Una sofferenza che la letteratura non deve aver paura di affrontare. Per questo siamo disposti a seguire Daria nel suo buio, dove neanche il marito e l’altro figlio riescono ad aiutarla; davanti allo scandalo di una simile perdita, ricominciare a vivere sembra un sacrilegio. Daria si barrica dietro i ricordi: quando non riusciva ad avere bambini e ne voleva uno a ogni costo, quando finalmente ha adottato Giada e il mondo «si è aggiustato», quando credeva di essere una mamma perfetta e che l’amore curasse ogni ferita. Con il calore avvolgente di una melodia, Michela Marzano dà voce a una madre e al suo struggente de profundis. Scavando nella verità delle relazioni umane, parla di tutti noi. Del nostro desiderio di essere accolti e capiti, della paura di essere abbandonati, del nostro ostinato bisogno di amore, perché «senza amore si è morti, prima ancora di morire».

E' la sera di venerdì 14 ottobre 2011 e Daria è in casa con suo marito Andrea quando squilla il telefono. Daria si sta ancora chiedendo chi sia a quell'ora tarda quando riceve un pugno nello stomaco: è Paolo, il compagno di Giada. La figlia è in ospedale. Devono correre. Ma al loro arrivo Daria e Andrea scoprono che Giada è morta, che Giada, la loro figlia amata e desiderata, si è ammazzata con una dose eccessiva di farmaci.
Perché l'ha fatto? Daria non lo sa, non lo capisce, si dà la colpa e sprofonda in un dolore nero, torbido che la spinge a rimestare per mesi negli stessi oggetti, negli stessi ricordi, negli stessi pensieri. Un dolore insanabile e sordo anche ai richiami d'aiuto di Andrea e di Giacomo, l'altro figlio, anche loro straziati dall'accaduto. Daria non ce la fa, scopre di non aver mai realmente capito sua figlia, si sente in colpa, non vuole tornare a vivere, perché lei quella figlia l'ha amata più di tutto e tutti, dal momento in cui l'ha avuta tra le braccia, nonostante non fosse sangue del suo sangue, Giada è diventata la cosa più importante.
Un romanzo angosciante, claustrofobico, intimo, necessario. Una storia straziante raccontata con maestria e partecipazione; l'abbandono, l'adozione, la maternità, l'amore sono trattati qui con una delicatezza e insieme una forza rare. Lettura impegnativa per il grande carico di sentimenti che porta con sé, ma assolutamente consigliata a chi cerca un libro forte sulla maternità, sul lutto, sul rapporto tra genitori e figli.
 
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