Muzzopappa, Francesco - Heidi

estersable88

dreamer member
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Hotel da incubo, Malattie imbarazzanti, Non sapevo di essere incinta e Sepolti in casa non bastano. Ormai la tv chiede sempre nuovi format, sempre più paradossali, sempre più surreali. Succede anche in Videogramma, un’azienda di contenuti in cui da anni lavora Chiara, trentacinquenne milanese, direttrice casting, single, irrisolta, piena di paure e ossessioni. Il nuovo capo, detto lo Yeti, chiamato anche per operare dei tagli, costringerà tutti i dipendenti a proporre format innovativi, pena il licenziamento immediato. Ma la situazione per Chiara si complica quando suo padre, Massimo Lombroso, un vecchio critico letterario del «Corriere della Sera» malato di demenza selettiva, viene cacciato dall’ospizio in cui è ricoverato perché ormai ingestibile. In attesa di trovare una nuova sistemazione, Chiara lo terrà in casa con sé. La convivenza però non sarà facile: lui la scambia da sempre per Heidi, il cartone animato che seguivano insieme quando lei era piccola. Tutto il suo mondo è popolato di caprette, monti e Peter. E Peter verrà ribattezzato anche il ragazzo trovato da Chiara per stare col padre quando lei è al lavoro, un giovane premuroso e preparatissimo che si prenderà cura dell’uomo fino a diventare insostituibile. Quando Chiara si troverà in difficoltà alla Videogramma, per le pressanti e impossibili richieste dello Yeti, sarà proprio questa sua nuova strampalata famiglia a darle una mano e, come per magia, tutto si risolverà per il meglio, non senza inaspettati e imprevedibili sviluppi.

Una lettura leggera, ironica, a tratti esilarante, ma non per questo banale o priva di spunti di riflessione.
Chiara, la protagonista di questa storia, è una giovane come oggi ce ne sono tanti: 35 anni, di Milano, single, completamente risucchiata dal lavoro e schiava del tempo indeterminato. Non ha più vita sociale, lavora oltre dodici ore al giorno e quando arriva a casa ha solo la forza di tramortirsi di farmaci ed indursi un sonno forzato. La sua routine faticosamente costruita precipita quando nella sua vita arrivano due eventi inattesi e nefasti: lo Yeti, il suo borioso e ignorante capo, minaccia di licenziare chiunque non proponga un format assolutamente accattivante per l'azienda in cui Chiara lavora come selezionatrice di talenti; secondo evento, il padre di Chiara viene cacciato dall'ospizio perché è diventato un ingestibile lanciatore di oggetti. La sua demenza selettiva, infatti, gli blocca la memoria lasciando vividi i ricordi solo di una specifica parte di vita e confondendo gli altri. Perciò il noto ex critico letterario implacabile ricorda a menadito le citazioni letterarie ma scambia la figlia per Heidi, il cartone animato che vedevano insieme, unico momento di affetto tra padre e figlia.
Quando Chiara è costretta a tenere il padre con sé e insieme a lavorare il triplo per evitare il licenziamento, si rende conto di non farcela. Thomas, il ragazzo che viene mandato come infermiere per il padre di Chiara, sarà la sua autentica salvezza…
Un libro leggero, sì, ma che rispecchia fedelmente la società di oggi, la generazione dei trentenni sempre in bilico tra sfruttamento e disoccupazione, la Tv sempre più trash e meno ricca di contenuti, gli anziani e i loro problemi, l'anaffettività ai tempi dei social. Tutto questo viene raccontato qui con freschezza, ironia, in un tono giovanile e spigliato che mi è piaciuto molto. Lettura consigliata, adatta al periodo estivo.
 

Jessamine

Well-known member
Io ho un problema con i testi ironici: non rido mai.
Ma nemmeno sorrido.
A me le avventure di questa donna che prende psicofarmaci senza motivo, che odia suo padre senza motivo, che fa un lavoro che forse l'autore voleva presentare come alienante e pieno di situazioni al limite del grottesco, hanno solo irritata.
Non c'è nulla di divertente, non ci sono momenti alti, non c'è una trama forte (davvero, gli eventi sono deboli deboli, tutto accade senza motivo, e c'è una storia d'amore che mi ha fatto venire il latte alle ginocchia prima ancora che iniziasse).
Mi dispiace, ma proprio no, questo tipo di storie non fanno per me.
 
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