Howard, Elizabeth Jane - Confusione

Jessamine

Well-known member
TRAMA
È il 1942: da quando abbiamo salutato i Cazalet per l'ultima volta è trascorso un anno. I raid aerei e il razionamento del cibo sono sempre al romanzo l'ordine del giorno, eppure qualcosa comincia a smuoversi: per le giovani Cazalet la lunga attesa è finita e finalmente Louise, Polly e Clary fanno il loro ingresso nel mondo. Quella che le aspetta è una vita nuova, più moderna e con libertà inedite, soprattutto per le donne. Le cugine si avviano su strade disparate, tutte sospese tra la vecchia morale vittoriana del sacrificio e un costume nuovo, più disinvolto, in cui le donne lavorano e vivono la loro vita amorosa e sessuale senza troppe complicazioni. Mentre Louise si imbarca in un matrimonio prestigioso ma claustrofobico, sul quale incombe l'ingombrante presenza della suocera, Polly e Clary lasciano finalmente le mura di Home Place per trasferirsi a Londra e fare i loro primi passi nell'agognata età adulta, che si rivela ingarbugliata ma appagante. Per quanto riguarda il resto del clan, fra nascite, perdite, matrimoni che vanno in frantumi e relazioni clandestine che si moltiplicano, i Cazalet vanno avanti a testa alta e labbra serrate, sognando, insieme ai loro amici e ai loro amanti, la fine della guerra: "il momento in cui sarebbe iniziata una vita nuova, le famiglie si sarebbero ricongiunte, la democrazia avrebbe prevalso e le ingiustizie sociali sarebbero state sanate in blocco". Ormai ci sembra di conoscerli personalmente, e non possiamo che attendere insieme a loro quel momento. Nel frattempo, godiamoci i colpi di scena di Confusione, che ci lasceranno senza fiato.

COMMENTO
Mi è un po' difficile parlare della saga dei Cazalet riferendomi ai singoli libri: infatti, nonostante ci siano avvenimenti ben definiti che segnano la fine di ogni volume, mi sembra che in realtà la divisione resti comunque piuttosto arbitraria, e che la cosa migliore sarebbe fare un discorso generale dopo aver terminato tutti e cinque i volumi.
In ogni caso, proverò comunque a mettere insieme un paio di idee confuse e affrettate, giusto per poter tornare a rileggermi quando finalmente avrò terminato tutta la saga e proverò a scrivere qualcosa di più sensato.
Nonostante la maggior parte dei lettori sembrino aver apprezzato questo volume sopra tutti gli altri, “Confusione” è in realtà il romanzo che per ora mi ha convinta di meno: per quanto la scrittura della Howard sia sempre molto affascinante e immersiva, e per quanto qui, ormai, la guerra e i suoi drammi la facciano da padroni, questo è anche il volume dove si perde di più il respiro generale e sempre teso ad un disegno un po' più ampio, scivolando in alcune derive decisamente da soap opera. Una soap opera di qualità, per carità, ma pur sempre una soap opera.
E' interessante vedere crescere le ragazze, che ormai si sono affacciate tutte e tre all'età adulta e affrontano piccoli grandi drammi che questo comporta, ed è bello vedere come i loro rapporti si ridefiniscano e come gli equilibri cambino (Polly e Louise che piangono assieme mi hanno ricordato moltissimo i lunghi viaggi in bicicletta per sfuggire alle lezioni di Miss Milliment delle due bambine che erano ne “Gli anni della leggerezza”).
Di nuovo, ho la sensazione che ci sarebbe potuta essere più cura nella struttura generale del romanzo: non mi piace questo passare da lunghe parti concentrate solo su una delle ragazze a parti in cui si alternano le varie voci della famiglia. Avrei preferito una struttura più coerente, ecco.
La Howard ha sempre una finezza e una perspicacia unica nel descrivere i rapporti fra i vari personaggi, questa è una cosa che apprezzo davvero moltissimo, anche se preferirei che gli uomini avessero lo stesso peso delle donne: personaggi come Cristopher e Neville hanno un grandissimo potenziale, ma restano sempre sullo sfondo, e questo mi dispiace. Spero che, nei prossimi volumi, abbiano un po' più di attenzione.
Ho detestato l'ultimo paragrafo: nonostante abbia suscitato tantissimo la mia curiosità, tanto che mi sono ritrovata a mezzanotte ad ordinare il quarto volume, perché non potevo proprio pensare di andare a dormire e aspettare la mattina, per farlo, quella è proprio una deriva alla Taylor (sì, mia nonna mi ha cresciuta a pane, burro, zucchero e Beautiful) che non ci sta proprio. Per quanto la parte più infantile e amante dei lieti fine sia felice, credo che sia una forte stonatura al grande realismo che ha permeato tutta la saga fino a qui. Certo, è pur vero che si sa pochissimo di tutto questo, e magari il prossimo volume spiegherà qualcosa che renderà tutto più realistico, ma spero proprio che la Howard non sia definitivamente scivolata su questa china, perché mi dispiacerebbe davvero tanto.
 

qweedy

Well-known member
Ho letto volentieri questo 3 volume dei Cazalet, ma secondo me è il peggiore dei tre. Concordo pienamente con le tue critiche.
Anche l'espediente di incuriosire con l'ultimo paragrafo avrà senso commercialmente, ma non l'ha dal punto di vista letterario.
Ciò che ho amato di più dei Cazalet è il racconto corale della famiglia, una famiglia molto allargata, piena di persone, di bambini, di tate. Perciò il primo libro è il migliore, secondo me.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
A me la saga piace di più man mano che vado avanti; la scrittura è introspettiva e profonda, sto conoscendo meglio i personaggi, nel bene e nel male, e ho l'impressione che stiano crescendo molto; mi riferisco soprattutto alle tre ragazze alle quali l'autrice ha scelto di dare più spazio. Mi piace anche la struttura perché l'alternanza delle voci mi consente di cogliere la visione del mondo dei Cazalet da diverse angolazioni. Di alcuni personaggi, come Lydia o Neville, si parla poco, ma la loro personalità è perfettamente chiara. Sullo sfondo, ulteriore grande protagonista, la guerra, unico contesto conosciuto dai giovani protagonisti di questo romanzo. Cosa faranno quando la guerra finirà?
Sull'ultimo capitolo sono d'accordo, avrebbe potuto essere evitato, o magari si sarebbe potuti giungere allo stesso risultato - non voglio spoilerare - in modo meno avventuroso, magari meno eclatante ma più realistico.
 
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