Oe, Kenzaburo - Il bambino scambiato

qweedy

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"Kogito, scrittore famoso in tutto il Giappone, sta guardando, come paralizzato, il contenuto di un'enorme e vecchia valigia: centinaia di audiocassette, tutte registrate dal suo più vecchio e caro amico, Gorō, famoso regista e fratello di sua moglie. Gorō gli ha spedito la valigia pochi giorni prima, accompagnata da un messaggio enigmatico. E poco dopo Kogito è venuto a sapere che l'amico si è tolto la vita. Senza lasciare scritto nulla, senza un perché. Kogito cerca una spiegazione proprio nella voce di Gorō, che ha affidato le sue ultime parole a quei fragili nastri."

Fra me e la letteratura giapponese non c'è molto feeling, però riconosco che Oe, premio Nobel 1994 ((“che con forza poetica crea un mondo immaginario in cui vita e mito si condensano per formare uno sconcertante ritratto dell'attuale condizione umana” ) , scrive molto bene.
Lettura comunque faticosa almeno oltre la metà del libro per la lentezza e l'inconsistenza della trama, che si risolleva e migliora il ritmo solo nell'ultima parte del libro.
Sono 438 pagine di elucubrazioni mentali, divagazioni oniriche al limite dell'ossessione, riflessioni sulla vita e sulla morte, un accumulo di ricordi, un succedersi di ripetizioni con variazioni, con chiari riferimenti autobiografici, definito "Il libro più importante della mia vita" dall'autore stesso.
Oe ha realmente sposato la sorella dell'amico regista, che si è suicidato buttandosi dal tetto di un edificio e ha realmente un figlio diversamente abile, Akari, talentuoso musicista, e Le avventure di Huckleberry Finn di Mark Twain è anche uno dei suoi libri preferiti.

La mia sensazione è che Oe abbia voluto raccontare le sue riflessioni sull'amicizia, sull'amore, sui rapporti umani, sul suicidio, sulla morte, prendendo spunto dal dialogo immaginario tra il protagonista e le cassette registrate dell'amico suicida. Le audiocassette sono il racconto delle loro esperienze presenti e passate, ripercorrono in modo casuale gli avvenimenti, facendo riferimento a "quella cosa" accaduta a 17 anni.
Solo nell’ultima parte del romanzo l’attenzione viene spostata su Chikashi, moglie di Kogito e sorella di Gorō, l’unica in grado di porre la parola fine a tutto quello che è successo, e a dare un senso e una speranza.
Il romanzo è disseminato da brani del poema in prosa Adieu di Rimbaud, letto per la prima volta in giovinezza da Kogito e Gorō.

Nel complesso un libro non facile da leggere, a tratti prolisso e confuso, per quanto ben scritto e ricco di dotte citazioni. Per lettori "forti".
 
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