Salinger, J. D. - Franny e Zooey

Jessamine

Well-known member
"Tanto per cominciare, Zooey era un giovanotto piccolo, dal corpo estremamente esile. Da dietro (soprattutto dove gli si vedevano le vertebre) sarebbe quasi potuto passare per uno di quegli sparuti bambini di città che ogni estate vengono spediti alle colonie a ingrassarsi e prendere il sole. Visto in primo piano, di faccia o di profilo, era straordinariamente, spettacolosamente bello. La sorella maggiore mi ha pregato di dire che assomigliava all'"esploratore mohicano ebreo-irlandese dagli occhi azzurri che morì tra le vostre braccia al tavolo della roulette di Montecarlo". A salvare in extremis quel volto dall'eccessiva bellezza, se non addirittura dallo splendore, era un orecchio che sporgeva leggermente più dell'altro."

COMMENTO:
J.D. Salinger ha la capacità di farti sentire minuscolo senza mai soverchiarti.
È immenso, e mi sembra di non aver colto così tante cose, in questo breve romanzo, che quasi mi sento male.
Eppure, sono certa di aver fatto un viaggio bellissimo.

"Se sei un poeta, fai qualcosa di bello. Cioè, la gente si aspetta che tu lasci qualcosa di bello quando finisci la pagina e così via. La gente di cui parli tu non lascia niente, non una cosa sola che sia bella. Quelli che magari sono solo un tantino migliori non fanno altro che entrarti in testa e lasciartici dentro qualcosa. Ma solo perché lo fanno, solo perché sanno lasciare qualcosa, non è detto che essa debba essere una poesia, per l'amor del cielo. Può darsi che sia soltanto una specie di gocciolio sintattico terribilmente affascinante."

Lo so che questo non è neanche lontanamente un degno commento a questo romanzo, ma non credo di essere capace di andare oltre.
È dai tempi dei pescibanana che mi sembra di conoscere fin troppo bene la famiglia Glass.
 
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