bouvard
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Il titolo di questo libro deriva da un verso del Vangelo di Marco “Dio non è il Dio dei morti ma il Dio dei viventi”.
Trama: Basilio Barcai non si è mai sposato, però dalla sua amante Lia ha avuto un figlio a cui lascia i suoi beni. Ma, dopo morto, il fratello Zebedeo gli sottrae dalla tasca il testamento e così i beni passano al figlio di questi: Bellìa. I sensi di colpa e i tormenti interiori aumentano man mano che si susseguono una serie di “disgrazie” di cui Bellìa è l’incolpevole vittima…
Dio non è solo il Dio dei morti che ci giudicherà alla fine dei tempi, ma è anche il Dio dei viventi che giudica e punisce le nostre azioni già mentre le compiamo. Perciò ognuno di noi è chiamato ad agire sempre secondo coscienza e a dare il meglio di sé.
“Dio ci ha dato un'anima viva, e sta in noi fare il bene e il male: noi siamo nel mondo solo per questo”.
La Deledda – inutile dirlo – è bravissima nel rappresentarci diversi “tipi” umani, dalla silenziosa, ma irremovibile Lia, al tormentato Zebedeo, dal piccolo e fin troppo maturo, ma (almeno per me) un po’ antipatico Salvatore, all’infantile ed egoista Bellìa, dalla remissiva Maria al saggio Michele…
Libro di grande attualità per l’inestricabile misto di religiosità e superstizione.
Trama: Basilio Barcai non si è mai sposato, però dalla sua amante Lia ha avuto un figlio a cui lascia i suoi beni. Ma, dopo morto, il fratello Zebedeo gli sottrae dalla tasca il testamento e così i beni passano al figlio di questi: Bellìa. I sensi di colpa e i tormenti interiori aumentano man mano che si susseguono una serie di “disgrazie” di cui Bellìa è l’incolpevole vittima…
Dio non è solo il Dio dei morti che ci giudicherà alla fine dei tempi, ma è anche il Dio dei viventi che giudica e punisce le nostre azioni già mentre le compiamo. Perciò ognuno di noi è chiamato ad agire sempre secondo coscienza e a dare il meglio di sé.
“Dio ci ha dato un'anima viva, e sta in noi fare il bene e il male: noi siamo nel mondo solo per questo”.
La Deledda – inutile dirlo – è bravissima nel rappresentarci diversi “tipi” umani, dalla silenziosa, ma irremovibile Lia, al tormentato Zebedeo, dal piccolo e fin troppo maturo, ma (almeno per me) un po’ antipatico Salvatore, all’infantile ed egoista Bellìa, dalla remissiva Maria al saggio Michele…
Libro di grande attualità per l’inestricabile misto di religiosità e superstizione.