Rousseau, Jean-Jacques - Le confessioni

Minerva6

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Mi sono imbattuta in quest'opera autobiografica, divisa in 12 libri, perché avevo trovato qualche riferimento in un altro testo ma ora non ricordo più quale :??.
Durante la sua lettura ho apprezzato parecchio la compagnia di JJ, amo i racconti in prima persona e ovviamente mi sono anche identificata in diversi aspetti del suo carattere e della sua travagliata esistenza.
Giorno dopo giorno ho potuto conoscere il suo spirito libero, o almeno come tale sarebbe voluto restare, e la storia di un uomo che è stato spesso tradito e abbandonato da persone che riteneva amiche.
Ci sono riferimenti a fatti storici ed anche a personaggi noti nel panorama filosofico e letterario francese, tedesco ed inglese (quali Diderot, Voltaire, d'Alembert, Grimm, Hume) che hanno intrecciato le loro vite con Rousseau.
E' davvero appassionante lo stile sincero con cui narra le vicende intercorse nei suoi primi 53 anni e sono rimasta soddisfatta da tutto ciò che ho potuto apprendere su di lui.
Qualcuno potrebbe obiettare (e lo dice anche lo stesso JJ) che ci siano riportate delle cose non vere però per molte di loro vengono acclusi anche dei reperti consistenti in lettere sia scritte sia ricevute (anche se nella mia versione ebook non erano tutte presenti e sono rimasta con la curiosità di sapere se invece la versione cartacea le aveva tutte alla fine) e poi comunque l'autore ha conquistato totalmente la mia fiducia.
Ho un'infinità di parti che mi hanno colpita, le riporterò a breve.
 
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Minerva6

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citazioni

«Perché mi hai fatto così debole?» Ma, nostro malgrado, egli (Dio) risponde alle nostre coscienze: «Ti ho fatto troppo debole per risalire dal baratro perché ti ho fatto forte quanto bastava a non cadervi».

Una cattiva azione non ci tormenta appena compiuta, ma quando torna, dopo tanto tempo, alla memoria, perché il ricordo non cessa di bruciare.

La mia immaginazione, che in gioventù correva sempre avanti ed ora va a ritroso, compensa con quei dolci ricordi la speranza perduta per sempre. Più nulla nell'avvenire vedo che mi tenti; solo i ritorni del passato possono lusingarmi, e questi ritorni così vivi e veri nel tempo di cui parlo mi fanno sovente vivere felice a dispetto delle mie sventure.

Così poco siamo fatti per essere quaggiù felici, che inevitabilmente l'anima o il corpo devono soffrire, quando a soffrire non sono entrambi, e le buone condizioni dell'uno costano quasi sempre la pena dell'altra.

Si direbbe che solo i neri complotti dei malvagi vanno a segno; i progetti innocenti dei buoni non trovano quasi mai compimento.

I climi, le stagioni, i suoni, i colori, il buio, la luce, gli elementi, gli alimenti, il rumore, il silenzio, il moto, la quiete, tutto agisce sulla nostra macchina, e sulla nostra anima; di conseguenza tutto ci offre mille appigli quasi sicuri per governare alla loro origine i sentimenti dai quali ci lasciamo dominare.

In certo modo, consumo in anticipo la mia disgrazia; più ho sofferto nel presagirla, più facilmente la dimentico, mentre, al contrario, immerso senza fine nella felicità passata, la commemoro e, per così dire, la rumino, sino a goderne di nuovo quando voglio.
 
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