McEwan, Ian - Amsterdam

Roberto89

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È lecito distruggere un uomo politico, sia pure spregevole e privo di scrupoli, attaccandolo sui segreti più intimi della vita privata? E un grande artista, per difendere la propria ispirazione, è autorizzato a ignorare una persona che sta rischiando la vita? Amsterdam è il palcoscenico ideale di una buffa e terribile resa dei conti, "una tragicommedia in cui nessun personaggio è amabile" che, con piacevole e insieme graffiante ironia, ci interroga sul valore di alcune scelte etiche fondamentali. Con questo romanzo Ian McEwan ci regala una sinfonia breve e grottesca sull'odio e la vendetta. Feroce e leggera, la penna di uno dei più grandi scrittori inglesi contemporanei ci trascina abilmente in un appassionante racconto che ritrae il deserto morale di fine millennio. Nel 1998 il romanzo ha vinto il prestigioso Booker Prize.
 

Roberto89

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Un romanzo leggero, cinque personaggi al centro di una vicenda ordinaria, o quasi... Sin dall'inizio sembra impossibile affezionarsi a uno dei personaggi, nessuno di loro sembra essere protagonista della storia. O lo sono tutti, a scelta del lettore. Unica nota negativa, visto che non si riesce molto ad affezionarsi a uno o l'altro dei personaggi, il fatto che l'autore sia un po' prolisso nei dettagli unito al fatto che la storia è abbastanza "normale" in sé e per sé, rende la lettura a tratti noiosa. A salvare questo romanzo dalla mediocrità penso siano lo stile proprio dell'autore e i risvolti morali affrontati. Forse sono proprio questi i veri protagonisti della storia... tutto sommato un romanzo ben riuscito, leggero al punto giusto e allo stesso tempo capace di stimolare riflessionj per niente banali senza con questo sollevare scene drammatiche o paroloni ricercati.

Voto 3/5
 
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