Aramburu, Fernando - Anni lenti

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Tziki, otto anni, viene spedito dalla madre, afflitta da problemi economici, a vivere dagli zii di San Sebastian. Viene a prenderlo alla stazione il cugino Julen, che lo deride e non si disturba certo ad aiutarlo a portare i bagagli lungo i chilometri che li separano da casa. In breve Tziki conoscerà Maripuy, la zia autoritaria, suo marito Vicente, che trascorre le giornate tra la fabbrica e il bar, e la cugina Mari Nieves, sessualmente vivace e per questo in perenne lotta con la madre.
La storia si presenta come una lunga confessione fatta al “signor Aramburu” e le vicende della famiglia si alternano con una novità curiosa, che mi è piaciuta, ossia diversi capitoli in cui l’autore ci rende partecipi di una serie di “appunti dello scrittore”, del tipo “qui scrivere così e così, qui approfondire questo, qui ci sta meglio questa parola e non quell’altra etc. etc.”
Tziki resterà a lungo testimone silenzioso delle vicissitudini e dei segreti di famiglia, sarà la pupilla degli occhi della zia e il confidente di Julen.
Il libro è stato scritto prima di Patria, e si vede, nel senso che sembra quasi una costola del suo fratello più corposo e profondo. Gli argomenti sono simili: l’ETA, la storia dei baschi, i problemi familiari. I personaggi pure: Maripuy è quasi identica a Miren, Vicente a Joxian, il rivoluzionario Julen ha la stessa “profondità” di Joxe Mari.
Il confronto con Patria non regge (consiglierei di leggere prima questo), Anni lenti è più leggero e meno piacevolmente intricato, ma Aramburu scrive bene, sa raccontare fatti e personaggi e il libro è ironico, gradevole e interessante.
 
Alto