Sciascia, Leonardo - Nero su nero

elisa

Motherator
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Questo diario – non regolare, non assiduo, occasionale e precario piuttosto – va dall’estate del 1969 ad oggi, 12 giugno. Certamente databile vi è l’ultima nota: le altre, quasi tutte scritte su foglietti o libretti di appunti, sono state ordinate o secondo memoria o secondo la data di pubblicazione sul «Corriere della sera», «La Stampa», «L’Ora». Fin dal momento in cui ho scritto la prima, ho pensato al libro, a questo libro: e vagheggiando contenesse anche, idealmente se non materialmente, per me come per il lettore, i libri che in quest’arco di tempo ho scritto. Peraltro, è consultabile che «in nuce» li contiene. Ho avuto come modello, forse, il «Journal» di Jules Renard; ma rileggendo, mi accorgo di essere andato vicino al «Diario in pubblico» di Vittorini. Pochi – alla Sainte-Beuve – i veleni; al minimo la malignità; discrete le confessioni; molti gli appunti di lettura e rilettura; nessun ritratto, nessuna registrazione di incontri con persone degne di avere un ritratto (alla Saint-Simon o alla Retz). Un libro, tutto sommato, molto italiano; forse molto siciliano.
Il titolo vuole essere parodistica risposta all’accusa di pessimismo che di solito mi si rivolge: la nera scrittura sulla nera pagina della realtà. (quarta di copertina)

Non smetterò mai di dire che Sciascia va letto adesso, le cose che lui dice in quegli anni sono quelle che ci vediamo sotto gli occhi oggi. Ma anche le sue riflessioni sull'arte e la letteratura sono magistrali e poi il piacere di leggerlo con quella capacità di sintesi che rende l'artista universale.


 
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