Lanthimos, Yorgos - Il sacrificio del cervo sacro

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Chi fosse rimasto/a impressionato/a dal folle The lobster e, come la sottoscritta, volesse continuare a farsi del male guardando questo film dello stesso regista - premiato a Cannes per la migliore sceneggiatura ex aequo con A Beautiful Day di Lynne Ramsay - non sa cosa lo/la aspetta. Ed è meglio che non lo sappia, perché altrimenti non lo guarderebbe, e sarebbe un peccato.
Uno stimato cardiochirurgo, che a casa è atteso da una famiglia rigida e inquadrata composta da moglie, figlia adolescente e figlio più piccolo, si lascia ripetutamente avvicinare da un certo Martin, un ragazzo singolare, apparentemente piuttosto solo. Steven, il cardiochirurgo, sembra in qualche modo assecondarlo e proteggerlo. Ma che rapporto hanno i due? Boh, non si capisce. Finché...No, non vi posso e non vi voglio dire altro. Posso solo dire che Lanthimos è singolare almeno quanto i suoi personaggi; che in genere nei film, anche nei più anticonvenzionali, bene e male sono piuttosto dosati, mentre qui c'è solo male, male e ancora male; che, nonostante ciò, questo film è tanto terribile da essere bello, perché non si può dimenticare, perché non può lasciare indifferenti, apre ferite ben chiuse e nascoste nei meandri delle viscere umane, le gira e le rigira, con gusto, senza tralasciare un buon mix di reale e soprannaturale; che alla fine della visione siamo tanto tormentati, ma allo stesso tempo un po' sollevati, perché ciò che viene raccontato non può succedere, vero che non può succedere?
E intanto, mentre rassicuriamo noi stessi, una sottile domanda ci disturba: cosa avremmo fatto, noi, al LORO posto?
 
Alto