De Bortoli, Ferruccio - Il filo invisibile della memoria

alessandra

Lunatic Mod
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Questa è una raccolta di testimonianze legate al periodo della Shoah, curata da Ferruccio De Bortoli e divisa in tre parti.
Nella prima a parlare sono i sopravvissuti dei campi di concentramento, o di sterminio, e naturalmente si tratta della parte più agghiacciante. Ho letto e visto, come quasi tutti noi, molte storie sull'Olocausto, ma leggere questi racconti pochi mesi dopo aver visitato Auschwitz e Birkenau mi ha fatto un effetto diverso dal solito. Mi sembrava di vedere queste persone materializzarsi, lì nei giacigli dove dormivano accatastati in cinque o sei, o davanti alle latrine disposte in fila e costituite esclusivamente da buchi ravvicinati tra loro.
La tragedia ha accompagnato i prigionieri per sempre, anche dopo il ritorno: chi non ha condiviso una simile esperienza con nessuno dei propri parenti o dei propri cari, o comunque delle persone che gli vivono accanto, e addirittura si sente dire che non deve pensarci più, che deve dimenticare, è condannato alla solitudine eterna. Non tutti ce la fanno, tanti si sono suicidati.
Diversa la seconda parte, talvolta tanto surreale da sembrare romanzesca: si tratta dei racconti di coloro che si sono salvati, i quali, per pura fortuna o, spesso, per l'aiuto di qualcuno che sarebbe dovuto stare "dall'altra parte" sono riusciti a passare il confine con la Svizzera o, in ogni caso, a evitare la deportazione. Talvolta mi sembrava di leggere il racconto di veri miracoli: quante persone meritevoli, umane e solidali, delle quali non si parla quasi mai, hanno rischiato la propria vita e quella della propria famiglia per nascondere o salvare chi era più sfortunato di loro!
Infine vi sono alcune testimonianze indirette, da parte dei discendenti dei deportati.
Leggere libri del genere aiuta a non scordare che niente è impossibile e che la storia potrebbe ripetersi, a combattere la nostra stessa indifferenza e superficialità, a valutare con spirito critico parole o eventi che talvolta sembrano insignificanti e invece potrebbero recarne con sé altri e pian piano condurre a una degenerazione collettiva.
 
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