Natsuo, Kirino - Morbide guance

estersable88

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Kasumi è nata e cresciuta nell'Hokkaido, ma fugge ben presto a Tokyo, dove sogna di realizzare una vita libera e diversa da quella monotona e squallida dei suoi genitori. Sposatasi con un tipografo mite e serio, Kasumi cerca una via di fuga nelle braccia di un cliente del marito con il quale inizierà una relazione segreta e appassionata, che indurrà l'uomo a comprare una casa nell'Hokkaido per ospitare la donna e la sua famiglia. Nel corso di questo soggiorno, la figlia maggiore di Kasumi scompare senza lasciare traccia. Convinta che la scomparsa della bambina sia il meritato castigo per aver tradito il marito, le figlie e, anni prima, i genitori, Kasumi intraprende un viaggio alla ricerca della figlia che la ricondurrà alle sue origini.

Natsuo Kirino, con questo libro, è stata per me una piacevole conferma: non arriva al suo più famoso "Le quattro casalinghe di Tokyo", ma "Morbide guance" ha il giusto grado di tensione, angoscia e spregiudicatezza, caratteristiche che non ci si aspetterebbe da un'autrice giapponese. Con il solito approccio che tratta con estrema normalità cose surreali o temi che per noi occidentali sarebbero tabù, Natsuo Kirino ci racconta la storia di Kasumi, madre, moglie, amante con una fortissima attitudine a scappare: scappa dai genitori a 18 anni senza più dare notizie di sé, fugge dalla monotonia e dall'oppressione del matrimonio per intraprendere un'infuocata e totalizzante storia clandestina… fugge dalla realtà quando, in condizioni misteriose, la figlia maggiore scompare incredibilmente nel nulla senza che si abbia più alcuna traccia di lei. La figura centrale del romanzo è indubbiamente questa madre, ma degni di nota sono comunque tutti i personaggi che la circondano, dal marito, all'amante, all'uomo che la accompagnerà nell'insensata ricerca della figlia. Un romanzo a metà tra thriller e onirico che cattura con la sua apparente levità, un'ottima lettura che consiglio.
 

LettriceBlu

Non rinunciare mai
Ho sentito parlare per la prima volta di questo libro in una classifica dei migliori thriller, quindi mi aspettavo qualcosa di molto più simile come impostazione a "Le quattro casalinghe di Tokyo". Be', decisamente questo non è un thriller, alla fine neanche l'ho capito se il colpevole si è trovato o no e penso che la cosa fosse voluta; però dopo aver letto qualche recensione in giro che ha corretto il tiro, sono riuscita ad apprezzarlo abbastanza.
Non è tra i libri che reputo spettacolari, ma è stato godibile.
Forse troppo diverso dalla mia realtà, non ho potuto capirlo appieno perché sono abbastanza giovane e per fortuna non ho mai vissuto esperienze così tragiche. Magari fra una decina d’anni rileggendolo potrebbe essere per me motivo di riflessioni più approfondite, per adesso l’ho vissuto solo come una storia piacevole con cui passare qualche bella serata. I racconti troppo onirici non sono propriamente il mio pane quotidiano, però ho compreso abbastanza da capire che l’autrice è parecchio a suo agio con questo modo di narrare.
Sono praticamente d’accordo con voi per quanto riguarda i personaggi: ben costruiti e mai banali, antieroi,, ma come per il libro precedente non ci si riesce ad affezionare realmente a nessuno di loro.
 
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