Starling, Belinda - La rilegatrice di libri proibiti

elena

aunt member
Ambientato nel 1859 a Londra, il romanzo si incentra nella figura di Dora, moglie di un rilegatore di libri reso invalido da un artrite reumatica. Le impellenti necessità economiche spingono la protagonista, io narrante della storia, a contravvenire alle norme della corporazione dei legatori, che impediscono alle donne di lavorare, e si sostituisce al marito. Le sue rilegature sono fantasiose, artistiche e talmente seducenti che inducono un gruppo di aristocratici ad affidarle delle commissioni molto particolari: le rilegature di libri proibiti, che i rigidi puritani dell’epoca vorrebbero far sparire dalla faccia della terra. Per rendere la copertina appropriata al contenuto, Dora inizia a sfogliare questi testi, rimanendo turbata dalle immagini e dalla scrittura di carattere fortemente erotico. Il turbamento si accompagna progressivamente ad una curiosità per un mondo a lei sconosciuto, data l’educazione e l’esperienza matrimoniale assolutamente adeguati alla rigorosa morale dell’epoca. Il desiderio di conoscere, che a tratti sfiora il concetto di ossessione, la porta a scoprire la vera natura dei suoi committenti, uniti in un circolo denominato Les Sauvages Nobles, animati non solo da curiosità letterarie ma interpreti essi stessi delle più basse depravazioni.
Dora affronta con grande determinazione e coraggio le difficoltà e gli inevitabili pericoli derivanti dal contatto con questa società del vizio, rivelandosi una vera e propria eroina moderna, capace di contrastare l’impenetrabile mondo maschile senza perdere la sua femminilità, anzi acquistando piena consapevolezza e capacità di affermazione della sua essenza di donna.
Altri interessanti personaggi, positivi e negativi, accompagnano questo suo percorso che si snoda nel contesto storico e socio-culturale della Londra vittoriana, che l’autrice (purtroppo scomparsa a soli 34 anni dopo aver dato alle stampe questa sua unica prova narrativa) riesce a ricostruire con notevole precisione e accuratezza.
Un romanzo molto coinvolgente che sfiora temi molto importanti quali il femminismo, la schiavitù, il falso perbenismo, il gretto moralismo ma anche la passionalità.
 

elena

aunt member
Interessante. Me lo segno.

Mi piacerebbe molto sentire la tua opinione :D........anche per sapere quale è l'impatto di un uomo su un tipo di lettura che, per i temi trattati e le modalità di dipingere le pulsioni interne della protagonista, viene ritenuto di gusto prettamente "femminile" :wink:!!!!
 

Palmaria

Summer Member
La lettura della trama mi ha fatto subito un pò pensare a La passione di Artemisia della Vreeland, molto probabilmente per la forza e il coraggio che ritengo accomunino le due protagoniste....
 

elena

aunt member
La lettura della trama mi ha fatto subito un pò pensare a La passione di Artemisia della Vreeland, molto probabilmente per la forza e il coraggio che ritengo accomunino le due protagoniste....


queste caratteristiche accomunano sicuramente le due protagoniste......ma questo è decisamente più "passionale" :wink:!!!!
 

Palmaria

Summer Member
queste caratteristiche accomunano sicuramente le due protagoniste......ma questo è decisamente più "passionale" :wink:!!!!

Beh, sicuramente più passionale, stando alla trama!:wink:
Sarà che il libro della Vreeland mi ha talmente presa che inconsciamente mi sembra di ritrovarlo in altri romanzi di cui sento parlare....:)
 

evelin

Charmed Member
l'ho visto alla fiera!!! era indecisa tra questo che mi incuriosiva molto e un altro (ho scelto l'altro :mrgreen:) pero' questo lo prendero' piu' avanti!!!
 

lillo

Remember
E' un libro molto caratterizzante dell'universo femminile, in un periodo storico in cui la liberta sessuale, sia maschile che femminile, veniva repressa in tutti i modi e dove anche la letteratura erotica veniva messa al bando.
Il libro è affascinante dal punto di vista di un uomo, perchè mette a nudo la sessualità femminile in tutti i suoi aspetti più reconditi. La protagonista, donna di grande coraggio, si riappropria della propria individualità passando attraverso una serie di vicende che le fanno scoprire al suo interno una parte di se stessa che era sempre stata tabù. Ma in questo suo percorso non perde mai la sua femminilità ed il suo essere donna, ed il sesso, pieno di fantasie apprese dai libri con cui veniva a contatto, viene compreso appieno solo quando, diventa esperienza reale con un uomo la cui vita è stata simile alla sua. In questa similitudine tra la schiavitù sopportata da un negro e quella sopportata da una donna si basa l'amore tra i due personaggi.
Libro che consiglio molto ai signori maschietti
 

grugno

New member
E' un libro veramente carino che ti cattura, ti trasporta in una realtà che oggi è molto difficile da immaginare. La scrittrice è stata bravissima (per il tempo in cui ci si perde nella lettura del libro) a cancellare il presente e proiettare il lettore nell'epoca in cui il libro è ambientato.

Assolutamente da leggere :D
 

Spicy McHaggis

New member
ATTENZIONE SPOILER

Dopo aver letto 1/3 del libro mi son fatto il punto della situazione. L’autrice ha posto l’eroina di questo romanzo nella posizione più facile per accattivarsi le simpatie dei lettori, dilungandosi, a mio avviso, un po’ troppo proprio su questo punto.
Un marito, il rilegatore Damage (già il cognome è un programma), freddo come un pezzo di ghiaccio sotto le coperte che si scalda solo quando da in escandescenza per rimproverare alla moglie l’inettitudine insita non solo in lei ma in tutte quante le donne, il suo continuo voler essere al centro dell’attenzione, i costumi bigotti a cui si adegua senza battere ciglio e la totale mancanza di manifestazioni d’affetto da parte dell’uomo verso la figlia.
Figlia appunto vittima di un problema di salute che, a causa del suo manifestarsi ripetuto ed improvviso, lascia sempre la donna col fiato sospeso ed in preda all’ansia.
La tragica situazione economica, lo strozzino, quell’antipatico e altezzoso di Diprose di cui però non può fare a meno per tirare avanti, l’estenuante cura della casa, i lavori pesanti, il camminare da sola in mezzo alla folla vittima degli sguardi, l’attraversare viuzze poco raccomandabili e chi più ne ha più ne metta… come si fa ad avercela con una che ce le ha già addosso tutte? come si fa a non provare antipatia per il comportamento del marito? con questo intendo dire che l’autrice mette Dora in una posizione di favore agli occhi di chi legge, cosa che fra l’altro viene fatta molto bene, l’unico difetto, come già detto, sta nel fatto che situazioni che ribadiscono questo concetto già espresso tendono a ripetersi svariate volte ed in modo poco dissimile dalle precedenti.
La storia sembra prendere una piega diversa ora che sono comparsi sulla scena i coniugi Knightley, mentre l’uomo le commissiona libri a profusione (non mancando mai di ricompensarla economicamente), la donna le affida un nuovo lavorante, un uomo di colore giunto dall’America, di cui si era interessata data la sua campagna di lotta contro la schiavitù e che per la signora Damage significa due mani in più disposte ad aiutare o sostituire le sue ormai stanche e trascurate.
Per quanto riguarda la licenziosità dei libri da rilegare al momento il tema è stato appena accennato, nonostante abbia già dato un forte contributo all’evoluzione della trama. Vedremo come prosegue… ci aggiorniamo :)
 
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Spicy McHaggis

New member
Voglio rendervi partecipi di questo passaggio (pp. 170-171) estremamente malizioso e altrettanto divertente:
Ah, il dey! Il turco insaziabile. Scene dall’harem di un potentato d’Oriente, la preziosa prima edizione del 1828 promessami da Sir Jocelyn, mi svelò più di quanto volessi sapere sul moro dey e sulle donne bianche dapprima indotte con la forza, ma col tempo sempre più ben disposte ad aprire le gambe per lui. Mia madre, l’istitutrice, mi aveva insegnato a tenerle ben strette e mio marito non aveva fatto che ribadire la lezione. Cosa mi ero persa?
Con quel “Cosa mi ero persa?” mi è subito affiorato sulle labbra un sorriso che è durato parecchio, soprattutto dopo essermi letto anche il seguito…
La risposta a quest’ultima domanda coincideva con il tratto saliente dell’anatomia del dey. All’inizio le poverette sembravano guardare con vivo terrore l’oggetto, che veniva di volta in volta definito «il terribile arnese», «il nemico mortale della verginità», «l’istrumento del mio martirio», «il turgido sventra-vergini», «il suo attrezzo pauroso», «il micidiale pilastro con il quale si preparava ad infilzarmi» e «l’enorme macchina sepolta dentro di lei». In seguito però, quando quelle stesse donne si abbandonavano al loro destino, il medesimo oggetto diventava «l’irrefrenabile passepartout dei miei sensi», «il grandioso capolavoro della natura», addirittura «il delizioso strumento che accorda il mio cuore all’armonia». Insomma, il mutato atteggiamento nei confronti di quel “prodigio della natura” pareva dovuto semplicemente al trascorrere del tempo: «terrore delle vergini, delizia delle donne».
 

Spicy McHaggis

New member
ATTENZIONE SPOILER

Giunto a 2/3 del libro, la nostra protagonista, Dora Damage, si accorge dell’altro lato della medaglia incappando negli aspetti più sordidi e pericolosi della sua nuova attività.
Innanzitutto “Les Sauvages Nobles”, la cricca di autori capeggiata da sir Knightley, tutti alti funzionari o gente importante quanto ipocrita, morigeratori in pubblico che (sotto pseudonimo) affidano alla carta le proprie inclinazioni perverse, e non mi riferisco a novelle licenziose, ma a racconti, litografie e fotografie raccapriccianti che hanno disgustato tanto la signora Damage quanto il più rude assistente Jack. Vedere queste persone dal vivo l’ha come riportata alla realtà mettendola di fronte non ad un gruppo di emancipati, arzilli e compiacenti uomini, bensì a dei potenti che perseguono i propri interessi e trastulli, disposti a schiacciare senza remore chi si metta sulla loro strada, una cosa che l’ha lasciata non solo delusa ma soprattutto sconvolta… per non parlare dello stesso sir Knightley che intende operare la piccola Lucinda, figlia di Dora, sottoponendola ad una clitoridectomia (ovvero l’escissione o amputazione della clitoride) per curarla definitivamente dalle crisi convulsive dovute all’eccesso di desiderio sessuale, a quanto dice sir Knightley… dopotutto chi potrebbe contraddirlo, è uno dei più eminenti medici d’Inghilterra, mentre Dora è ormai considerata alla stregua di una donnaccia e si sa che certi caratteri, quali la lussuria, sono ereditari - ovviamente secondo il pensiero comune (e bigotto) della gente.
Con Diprose, l’uomo che le passa i libri da rilegare, non va certo meglio, oltre alla brutta avventura nel suo negozio con la buoncostume, la donna ormai è controllata a vista dagli sgherri del libraio e si pretendono da lei garanzie sugli assistenti che non devono lasciar trapelare nulla, in particolar modo si riferiscono a Din (l’uomo di colore) e Pansy la nuova ragazzina appena assunta per far fronte anche agli impegni domestici dato che la donna è ormai oberata dal lavoro.
Di Din veniamo a scoprire un paio di cose, per primo che l’uomo è costretto ad umiliarsi, abbigliandosi da zulù e inscenando una sorta di spettacolino, per appagare (paradossalmente) proprio quelle signore tanto liberali che l’hanno aiutato a fuggire dalla schiavitù. Si scopre anche che l’uomo partecipa a delle riunioni segrete che mirano alla secessione americana e a mettere in ginocchio la Confederazione attraverso il rapimento del suo maggior esponente. Inoltre le pulsioni che la nostra protagonista prova per Din si fanno sempre più insistenti, Dora cerca un motivo, sarà per via di quei racconti che legge, o per il gusto del proibito, fatto sta che resistere anche al semplice desiderio di toccarlo diventa sempre più difficile e la donna cerca di trincerarsi dietro un “sopporta e fortificati”.
Per ultimo, ma non meno importante, il decesso del marito Peter Damage, schiattato in circostanze assai sospette secondo la moglie. Guardacaso a constatare il decesso dell’uomo arriva proprio sir Knightley che la rassicura sulla mancanza di segni in tal senso, e poi, non vorrà mica che qualcuno si metta ad indagare su una morte che potrebbe essere avvenuta per una eccessiva somministrazione di quell’oppio che proprio lei gli dava… con queste parole Knightley chiude la questione e si assume le spese per il funerale.
Resta un mistero però ora, Jack l’aiutante è scomparso, non si è presentato neppure al funerale del suo datore di lavoro, che fine avrà fatto?

Il racconto alle volte procede a rilento, ancora una volta dilungandosi forse un po’ troppo su alcuni punti già chiariti o concetti già espressi; fortunatamente si va avanti anche perché la questione si sta facendo sempre più avvincente. Ammetto però che questa digressione sulla secessione americana spero si concluda alla svelta perché non ha attinenze con gli eventi in corso e porta la storia fuori strada… voglio dire, c’è già abbastanza carne al fuoco, non c’è bisogno di metterne su altra che fra l’altro ci porta fuori dai suggestivi sobborghi londinesi.

P.S.
Ci risentiamo quando lo finisco.
 
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Spicy McHaggis

New member
ATTENZIONE SPOILER

Finito il libro. Risolto il mistero della scomparsa di Jack, arrestato per sodomia, la cosa però passa abbastanza inosservata in quanto l’autrice tende a trascurare i carichi di lavoro relativi alla bottega per concentrarsi maggiormente sui nuovi punti emersi:
La partenza di Din (verso cui ora la protagonista prova un sentimento di odio/amore, in quanto ritiene che i rapporti avuti con quest’ultimo possano essere stati per l’ex-schiavo una sorta di vendetta sull’uomo bianco) per partecipare alla guerra di secessione in America;
Sylvia ripudiata dal marito sir Knightley (l’accusa è che il figlio non sia del legittimo consorte ma frutto dei lombi d’ebano di qualcuno dell’associazione), su questo secondo punto la Starling si prende molto tempo, sottolineando spesso e volentieri quanto la donna cacciata di casa dal marito crei un sacco di grattacapi alla sua nuova ospite, la povera Dora, che deve far fronte ai capricci di una donna viziata che ha pure una creatura appena nata appresso.
E così si procede, più fra i litigi per la difficile convivenza nella vita quotidiana che altro, sino a quando non salta fuori un’inquietante realtà… l’ultima segreta novità esotica in fatto di pelli per rilegare: la pelle umana! (confesso che nonostante la tragicità del momento lì per lì mi è scappato un risolino perché mi è tornato alla mente un film di Fantozzi).
Torniamo a noi, la signora Damage è venuta a conoscenza della raccapricciante pratica per il nuovo materiale di rilegatura, e dato che Sylvia non sa tenere il becco chiuso, ora Diprose e sir Knightley “sanno che lei sa” quindi decidono di sbarazzarsene in quanto inaffidabile, scomoda testimone, e quale modo migliore se non farle letteralmente il sedere a strisce?

Ecco, fin qui la cosa ha ancora un senso logico e un aspetto verosimile, ma negli ultimi capitoli è davvero il delirio. Praticamente ogni evento (per quanto privo di senso possa essere) va ad incastrarsi in modo perfetto per condurre ad un lieto fine… fra incomprensioni, situazioni al limite del ridicolo ed escamotage di pura convenienza.
Ne risulta un finale insipido (che ovviamente consacra la protagonista ad eroina) per un racconto che non ha mai realmente deciso dove andare a parare. L’idea iniziale era pure allettante e mi aveva spinto all’acquisto, ma da un lato è stata soffocata da sottotrame di dubbia utilità spesso abbandonate a loro stesse, e dall’altro non si è mai portato veramente avanti un discorso assolutamente stagnante per tutto il libro sino al repentino cambio di marcia finale, sbrigato però in fretta e furia e pure in modo sconclusionato.
A conti fatti in questo libro ho trovato poco di ciò che mi aspettavo e anche considerandolo esclusivamente come storia che inizia, si evolve e si conclude mi è sembrata più un’accozzaglia di avvenimenti che un racconto ben strutturato.
Peccato che l’autrice non sia riuscita a sviluppare bene quello che era veramente un ottimo spunto.
 
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