Ballard, James Graham - Città di concentramento

qweedy

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“Franz è giovane. Franz studia fisica. Ma, prima di qualsiasi altra cosa, Franz vuole capire. Per quale motivo la città in cui vive – in tutti vivono – è solamente la “città”? Nessun nome assegnato, nessuno stato definito, nessun continente precisato, la “città” sembra conglobare, in realtà concentrare, l’intero universo conosciuto. Certo, nella città tutto funziona proprio al meglio: ottima ripartizione degli spazi, lunghi viali rettilinei che sembrano non avere né inizio né fine, palazzi che si ergono a sfidare il più alto dei cieli. Ben pochi degli abitanti sono ansiosi di capire se, superati i limiti della città, c’è qualcosa d’altro. Solo che... Dove si trovano, questi limiti? Com’è fatto il mondo esterno? O addirittura, ed è questa la domanda assoluta che Franz si pone, un mondo esterno esiste? La risposta non può che trovarsi alla stazione terminale della principale linea metropolitana della città. Per cui Franz inizia il suo viaggio di scoperta e di conoscenza, un viaggio forse anche più epocale di quelli di Cristoforo Colombo e di Ferdinando Magellano. Strano, però, quanto più Franz si allontana dai quartieri assegnati, tanto più la città appare sempre identica a se stessa, ogni luogo sostanzialmente indistinguibile da ogni altro luogo. D’accordo l’isotropia urbanistica estrema ma, a un certo punto, quel treno dovrà arrivare alla stazione terminale. Una stazione terminale dovrà pur esistere, giusto? Giusto..?"

Un brevissimo racconto distopico del grande Ballard, in cui affronta il tema dello spazio e del tempo. In Città di concentramento, vero incubo escheriano in forma letteraria, il protagonista, Franz M. si sforza di mettere in pratica il sogno di volare in uno spazio aperto, vivendo all’interno di un universo urbano che si estende uniformamente e indefinitamente nello spazio.
 
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