Karlsson, Jonas - La stanza

francesca

Well-known member
Ho letto questo libro perché mi è stato assegnato per la sfida: “Adotta un autore” e ammetto che non avevo mai sentito parlare di questo scrittore.
Però riconosco di essere stata fortunata ad incontrarlo, perché questo si è rivelato un libro che non può lasciare indifferenti.
Libro breve, fulminante, lucido e spietato. Narrato in prima persona, racconta di un comune impiegato statale che si sente superiore a tutti e tutto e viene trasferito in un nuovo ufficio, trasferimento che il protagonista accoglie come trampolino di lancio per un suo brillante e meritato avanzamento di carriera.
Impossibile provare empatia per questo personaggio strafottente e arrogante, che tratta tutti dell’alto in basso e calcola ogni relazione solo in base al tornaconto che ne può trarre.
Il problema è che non esiste nessun altro personaggio per cui provare empatia perché i colleghi di lavoro si rivelano al pari di lui persone grette ed egoiste, ottuse a loro volta.
Il tutto ruota attorno a questa famigerata stanza-ufficio che sembra esistere solo per il protagonista, che nella cecità datagli dalla convinzione che tutto il mondo ruoti intorno a lui, si sente vittima di una gigantesca congiura ordita per invidia e mediocrità delle persone che lo circondano.
Che sono veramente meschine e mediocri, il tutto senza un briciolo di speranza, né barlume di umanità, in un’atmosfera di alienazione.
Il mondo del lavoro e dei rapporti sul luogo del lavoro viene restituito al lettore in tutta la sua crudezza e claustrofobia, così che pur non potendosi riconoscere fino in fondo in nessuno dei personaggi descritti, alla fine non può nemmeno sfuggire dal rivedere atteggiamenti propri o altrui nella storia che sta leggendo, rimanendo così schiacciato dalla consapevolezza quasi kafkiana dell’assenza di senso e speranza nei rapporti sociali.

Francesca
 
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