Fallada, Hans - E adesso, pover'uomo?

malafi

Well-known member
Il libro di Fallada, pubblicato nel 1932, racconta le vicende di un giovane commesso, di sua moglie, del loro bambino. Una famiglia come tante della piccola borghesia che si ritrova alle prese con le crescenti difficoltà economiche e con lo spettro della disoccupazione in una Germania in cui è imminente l'ascesa al potere di Hitler. "È da gente come questa, come i freschi sposi Pinneberg - modesti, pazienti, onesti - che sono venuti fuori i nazisti?" si domanda Ralf Darendorf il sociologo tedesco che ha evidenziato per primo l'importanza di una lettura del romanzo in chiave sociale e politica. Proprio dietro la trama apparentemente semplice - fare i conti con la vita di ogni giorno, la povertà crescente, le incertezze del futuro in un misto di impotenza e di rassegnazione - si coglie il drammatico quadro sociale in un momento cruciale della storia della Germania che porterà all'olocausto e alla Seconda guerra mondiale.

Libro semplice, che tratta di persone semplici alle prese con vicende semplici. Quasi disarmante, se invece pensiamo che ci collochiamo nelle Germania pre-nazista alle prese con una recessione tremenda. Che non permetteva nemmeno a due giovani sposini con un lavoro di sopravvivere men che dignitosamente.
Disarmante perchè non c'è nessuna denuncia sociale, nessuna rivolta neanche nell'animo, ma quasi una tacita rassegnazione ad una vita di stenti che, il libro lascia capire, era comune alla maggior parte della popolazione.
Un bello spaccato di vita sociale, che fa capire come l'uomo forte con i baffi possa avare trovato un humus fertile per sviluppare il so progetto di pazzia.
Teneri i protagonisti, nella loro semplicità e rassegnazione, ma con una porta aperta verso la speranza sul finire.
Meno intenso di 'Ognuno muore solo', quasi una storiella, ma molto bello. Non un capolavoro, ma per me vale 4/5.

Libro che piacerebbe a Grantenca, per la sua affezione ai romanzi che parlano di gente comune
 
Ultima modifica:

Grantenca

Well-known member
Il libro di Fallada, pubblicato nel 1932, racconta le vicende di un giovane commesso, di sua moglie, del loro bambino. Una famiglia come tante della piccola borghesia che si ritrova alle prese con le crescenti difficoltà economiche e con lo spettro della disoccupazione in una Germania in cui è imminente l'ascesa al potere di Hitler. "È da gente come questa, come i freschi sposi Pinneberg - modesti, pazienti, onesti - che sono venuti fuori i nazisti?" si domanda Ralf Darendorf il sociologo tedesco che ha evidenziato per primo l'importanza di una lettura del romanzo in chiave sociale e politica. Proprio dietro la trama apparentemente semplice - fare i conti con la vita di ogni giorno, la povertà crescente, le incertezze del futuro in un misto di impotenza e di rassegnazione - si coglie il drammatico quadro sociale in un momento cruciale della storia della Germania che porterà all'olocausto e alla Seconda guerra mondiale.

Libro semplice, che tratta di persone semplici alle prese con vicende semplici. Quasi disarmante, se invece pensiamo che ci collochiamo nelle Germania pre-nazista alle prese con una recessione tremenda. Che non permetteva nemmeno a due giovani sposini con un lavoro di sopravvivere men che dignitosamente.
Disarmante perchè non c'è nessuna denuncia sociale, nessuna rivolta neanche nell'animo, ma quasi una tacita rassegnazione ad una vita di stenti che, il libro lascia capire, era comune alla maggior parte della popolazione.
Un bello spaccato di vita sociale, che fa capire come l'uomo forte con i baffi possa avare trovato un humus fertile per sviluppare il so progetto di pazzia.
Teneri i protagonisti, nella loro semplicità e rassegnazione, ma con una porta aperta verso la speranza sul finire.
Meno intenso di 'Ognuno muore solo', quasi una storiella, ma molto bello. Non un capolavoro, ma per me vale 4/5.

Libro che piacerebbe a Grantenca, per la sua affezione ai romanzi che parlano di gente comune

Si, effettivamente l'ho letto e mi è piaciuto.
Ho ben poco da aggiungere al tuo commento. Mi ha colpito la grande dignità dei protagonisti che pur in momenti difficilissimi hanno saputo mantenere i valori più importanti sui quali si fondava il loro rapporto. Devo dire che, a mio avviso, questo autore è un grande scrittore.
 

qweedy

Well-known member
Mi è piaciuto davvero moltissimo.
Trovo molto attuale la descrizione del mondo del lavoro, con i commessi che devono raggiungere un certo quantitativo di vendite entro fine mese se vogliono mantenere il posto di lavoro. Ma già allora era così? E il riorganizzatore, assunto per ottimizzare i costi, e quindi per licenziare qualcuno, esisteva già nel 1932 questa figura? E' difficile non trovare similitudini con il mondo del lavoro di oggi, dei disoccupati e dei sottoccupati.
Lämmchen è una figura di donna così luminosa, così forte, che non si abbatte mai.
E’ una lettura illuminante, se fatta di questi tempi. Per le infinite analogie e i parallelismi con la situazione attuale: crisi economica, tasse, disoccupazione, povertà e via dicendo.
Per Hans Fallada sembra che la salvezza possa venire dal privato, visto che il sociale è davvero senza speranza.

"Di fronte a una vetrina luccicante, capisce tutto: “…capisce che è tagliato fuori, che non appartiene più a quel tipo di mondo, che lo si caccia via a ragione: è scivolato giù, è finito a fondo, è spacciato. Ordine e pulizia: roba di una volta. Pane e lavoro sicuri: roba di una volta. Farsi avanti e sperare: roba di una volta. La povertà non è soltanto miseria, la povertà è anche un reato, la povertà è un marchio, la povertà è sospetta.”

"Sono ancora giovani, continuano ad amarsi, ah, forse si amano ancor più di prima, si sono abituati l’uno all’altra – ma su ogni cosa grava un’ombra scura, c’è forse da ridere per uno come noi? Come si fa a ridere, ridere di cuore, in un mondo come questo, in cui i responsabili dell’economia han potuto risanare se stessi, pur avendo commesso mille errori, e la gente che sta in basso viene umiliata e calpestata, pur avendo fatto sempre del suo meglio?"
 
Alto