Di Grado, Viola - Bambini di ferro

elisa

Motherator
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[FONT=&quot]Una mattina di estate, in un Giappone di un’era imprecisata, la direttrice dell’Istituto Gokuraku, Sada, e la sua assistente, Yuki, prelevano da una vecchia casa una bambina rimasta orfana: la piccola Sumiko. Presto si accorgono che Sumiko non intende parlare, mangiare, interagire con niente e nessuno; i suoi occhi sono persi in un punto indefinito davanti a sé, su qualcosa che sembra nulla.[/FONT]
[FONT=&quot]Anche Yuki, venticinque anni prima, è stata ospite dell’istituto: privata dei genitori, è stata sottoposta a un programma di accudimento materno artificiale il cui fallimento ha generato dei “bambini difettosi”, con nati in istituto sotto la guida e le cure soffocanti di Sada. Yuki dovrebbe essere la tutrice di Sumiko, ma viene risucchiata nella spirale dei suoi silenzi e della sua fissità, trascinata in una “zona pericolosa”, uno spazio interiore frammentato da cui pensava di essere uscita per sempre. Sumiko si rivelerà essere custode dei segreti del passato e dei traumi [/FONT][FONT=&quot]di Yuki, ma anche la sua possibilità di salvezza. (quarta di copertina)

Un libro di non facile lettura, non tanto per lo stile che è scorrevole, ma per i contenuti, a volte astrusi e poco comprensivi nello svolgimento di una trama in un futuro distopico. Si comprendono i valori di fondo ma la complessità non lo rende piacevole. [/FONT]
 
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