Barilli, Ayanta - Un mare viola scuro

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Un bisnonno, Belzebù, dal nome improbabile e inquietante. E un luogo, Colorno, così carico di segreti e di orrore da non potersi evocare. Parte da qui, dagli ostinati silenzi e dalle invenzioni di una famiglia di saltimbanchi, bugiardi, scrittori, amazzoni e diavoli, il viaggio di Ayanta alla scoperta della sua verità.
Tre donne: Elvira, Angela, Caterina. Un secolo di Storia: la nostra. E poi Padova, Parma, Roma, Tellaro, Madrid. Per riannodare il filo contorto e spezzato della memoria, Ayanta si addentra nel labirinto ora spaventoso, ora traboccante di luce delle proprie radici, fruga nei vecchi cassetti, separa le favole dalla realtà, le leggende dalle bugie. Sveglia fantasmi a lungo sopiti, forza le stanze chiuse dei ricordi, traccia i frastagliati contorni di un dramma famigliare ma non domestico – anzi, universale – lungo tre generazioni. Perché sono le donne a custodire la memoria, lacune e omissioni comprese, delle generazioni passate e presenti. E sono sempre loro, le donne, a mettere le mani in quei cassetti, a trasformare i detriti in storie che pretendono di essere ascoltate. Storie così vive da riguardarci tutti.
Finalista del Premio Planeta e grande successo di vendite in Spagna, Un mare viola scuro è l’esordio di una scrittrice di talento, capace di affrontare i temi fondamentali – l’amore, la condizione femminile, la perdita, la scrittura – attraverso una lingua di rara sensibilità.

Quando muore un parente stretto ci si stupisce sempre per quel dettaglio importante che non si conosce. Da quel dettaglio, però, spesso parte una serie di scoperte più o meno dolorose, fatte di ricordi, omissioni, dettagli mancanti, pieni e vuoti di cui non si sospettava neppure l'esistenza. E' un po' quello che succede ad Ayanta Barilli che, alla morte della nonna Angela, non conosce il vero nome del padre da indicare nel certificato. Tutti in casa lo chiamavano Belzebù, ma di certo non è questo il suo nome. E proprio quel nome, unito ad un altro, susciterà in Ayanta ricordi e nostalgie che le faranno venir voglia di scoprire la vera storia della sua famiglia. Sarà proprio indagando tra le carte, tra i ricordi, tra gli aneddoti veri o inventati, sarà tuffandosi nelle pagine scritte ed autopubblicate da Angela, che Ayanta scoprirà la storia di Elvira e della sua presunta follia, di Belzebù e delle sue insicurezze, di Angela e della sua forza, di Carlotta e Caterina così vicine eppure così diverse… e solo così riuscirà davvero a capire chi è lei, da dove viene e da cosa deve salvarsi. Un tuffo nei ricordi, un salto nel buio in un mare di sofferenza, cattiveria, menzogna, indifferenza o incapacità di comprendere. Un viaggio salvifico nella conoscenza di sé.
Un mare viola scuro, a metà tra autobiografia, saga familiare e memoir di famiglia, racconta una storia familiare, intima e universale, una storia che in molti punti tocca quelle di tante altre famiglie italiane del Novecento, di tante altre donne intrappolate in una scelta sbagliata e punite troppo duramente dalla vita per quell'unico sbaglio. La follia, la malattia, la famiglia, le donne e la loro capacità di rinascere e sopravvivere sempre, il succedersi delle generazioni, sono questi i temi portanti di questo romanzo così sincero e a tratti commovente, che porta con sé il sapore antico della sofferenza troppo spesso nascosta e soffocata. Una lettura non facile, sia per la portata dei temi affrontati, sia per lo stile che mescola pensieri dell'autrice, parti dei diari e delle lettere delle donne di cui traccia il vissuto. Sebbene il racconto sia armonico e tutto si incastri perfettamente nella narrazione, il leggero cambio di stile nonché il cambio di narratore può portare qualche attimo di spaesamento. Un'ottima lettura, comunque, che regala numerosi spunti di riflessione.
 
Alto