Ranno, Tea - L'amurusanza

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Siamo in un piccolo borgo siciliano che, dall’alto di una collina, domina il mare: una comunità di cinquemila anime che si conoscono tutte per nome. Su un lato della piazza sorge la tabaccheria, un luogo magico dove si possono trovare, oltre alle sigarette, anche dolciumi e spezie, governato con amore da Costanzo e da sua moglie Agata. Sull’altro lato si affaccia il municipio, amministrato con altrettanto amore (ma per il denaro) dal sindaco “Occhi Janchi” e dalla sua cricca di “anime nere”, invischiata in diversi affari sporchi. Attorno a questi due poli brulica la vita del paese, un angolo di paradiso deturpato negli anni Cinquanta dalla costruzione di una grossa raffineria di petrolio.
Quando Costanzo muore all’improvviso, Agata, che è una delle donne più belle e desiderate del paese, viene presa di mira dalla cosca di Occhi Janchi, che, oltre a “fottere” lei, vuole fotterle la Saracina, il rigoglioso terreno coltivato ad aranci e limoni che è stato il vanto del marito. Ma la Tabbacchera non ha intenzione di stare a guardare. Attorno a lei si raccoglie, prima timida poi sempre più sfrontata, una serie di alleati: il professor Scianna, che in segreto scrive poesie e cova un sentimento proibito per la figlia di un amico, l’erborista Lisabetta, capace di preparare pietanze miracolose per la pancia e per l’anima, Lucietta detta “la piangimorti”, una zitella solitaria che nasconde risorse insospettate, e poi Roberto, Violante, don Bruno… una compagnia variopinta e ribelle di “anime rosse” che decide di sfidare il potere costituito a colpi di poesia, di gesti gentili e di buon cibo: in una parola, di amurusanze. Tra una tavolata imbandita con polpettine e frittelle afrodisiache e una dichiarazione d’amore capace di cambiare una fede, le sorti dei personaggi s’intrecciano sempre più, in un crescendo narrativo che corre impetuoso verso la deflagrazione.
Tea Ranno ha scritto il suo romanzo più solare, magico e sensuale: ha dato vita a una Dona Flor siciliana e l’ha calata in un’atmosfera fiabesca alla Chocolat; allo stesso tempo, con l’aiuto di un pizzico di realismo magico, ha raccontato una parabola attualissima di coraggio ed emancipazione, di una donna e di una comunità.

E' difficile trovare un sinonimo che renda perfettamente il significato del termine Amurusanza… perché l'amurusanza è un sentimento fatto di mille cose, è l'insieme di gesti gentili, attenzioni, premure, affetto, conforto, considerazione per l'altro, chiunque esso sia; è una parola che sa di famiglia, di casa, che ricorda tempi, luoghi, sapori e profumi antichi, ma mai scordati. L'amurusanza è uno stato d'animo. Lo sanno bene Costanzo e Agata, i tabbaccheri, che dall'interno del loro negozio infondono coraggio e spingono la gente a non piegarsi alle "lurderie" del sindaco, l'onnipresente e onnipotente avvocato Saverio Pallante, da tutti apostrofato come Eccellenza, ma segretamente denominato Occhi Janchi per quegli occhi da annegato che guardano solo con sentimenti malevoli e soggiogatori. E' contro di lui che la bella e giovane tabbacchera Agata dovrà combattere quando l'amatissimo marito Costanzo muore. E' contro l'uomo che ha strappato il cuore di suo marito nel tentativo di appropriarsi del suo terreno rigoglioso, la Saracina, che Agata dovrà lottare, ma contrariamente a quanto tutti avrebbero pensato, quella donna fiera e vulcanica non sarà sola. Le sue idee, il suo ardore, la sua bontà riusciranno a placare le lingue più affilati e lenire le ferite degli animi più provati dall'abbrutimento. E grazie a lei e ai suoi insperati nuovi amici, un nuovo volto per una comunità riunita e pacificata sarà forse possibile.
Sgorga travolgente e impetuoso, da queste pagine, l'entusiasmo di chi aggredisce la vita, di chi non ci sta ad essere comandato, soggiogato, sottomesso, di chi ha ancora tanto da dire e da dare, di chi ci crede che le cose possono cambiare davvero. Con quella luce abbagliante che permea ogni buon libro ambientato in questa terra, L'amurusanza ci offre una Sicilia viva, caparbia, volenterosa di liberarsi dalle corde che le stritolano il futuro. E solo con l'unione delle forze di tutti, è solo con la cultura, la solidarietà, il rispetto si potrà mettere fine una volta ancora al dispotico predominio dei tanti Occhi Janchi che ancora credono di poter spadroneggiare a spese della gente. L'amurusanza è un romanzo potente, sensuale, sanguigno, ma è anche dolcissimo e gustoso come un frutto maturo; ci regala sorrisi, ci fa emozionare, indignare, riflettere. A me è piaciuto tanto, ho fatto fatica a staccarmene, a chiuderlo, a lasciar andare Agata, Roberto, Franca, Violante, Scianna e tutti, tutti gli altri. E poi, come non restare abbagliati da questa scrittura così ricca, ricercata, delicata, perfetta? L'Amurusanza è uno di quei libri in cui la scrittura si fa presenza, personaggio, anima a se stante nel romanzo. Non conoscevo Tea Ranno prima di oggi se non di fama, ma ho adorato il suo modo sublime di raccontare una storia delicata, profonda e attualissima, perciò leggerò certamente altro di suo. Intanto, questo libro ve lo consiglio davvero caldamente.
 
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