Van Dine, S. S. - L'ultima avventura di Philo Vance

estersable88

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Quando il procuratore distrettuale Markham invita Philo Vance a trascorrere con lui un periodo di vacanza nella splendida tenuta del vecchio Carrington Rexon, Vance sospetta subito che quello sia un invito interessato: forse il vecchio Rexon si trova in una situazione difficile, e desidera avere presso di sé un buon investigatore. Vance non s'inganna: come Markham sa bene, la splendida collezione di smeraldi di Rexon è in grave pericolo... Naturalmente Vance accetta l'invito, e presto si trova a dover risolvere uno dei casi più intricati della sua lunga carriera. È questo l'ultimo romanzo scritto da Van Dine, ed è considerato uno dei più impeccabili.

Come apprendo dall'antefatto presente nella mia edizione, la stesura di ogni opera di Van Dine si componeva di tre fasi: una prima fase in cui si delineava lo schema base completo di personaggi; una seconda in cui si delineava la trama completa con dialoghi e descrizioni accennate; una terza che completava lo scritto riempiendolo con tutto ciò che siamo abituati a trovare in un giallo di Van Dine.
Questo romanzo, l'ultimo della fortunata serie di Philo Vance, purtroppo manca dell'ultima fase che la morte dell'autore ha purtroppo reso impossibile da aggiungere. Perché dico questo? Perché, purtroppo, sebbene il romanzo sia completo nella trama, l'assenza di questo lavoro di limatura e approfondimento si sente e pesa. La vicenda riguarda il pericolo di furto di una splendida collezione di smeraldi di proprietà di un anziano e ricco possidente. Molte cose, in verità, differenziano questo romanzo dagli altri: in primis l'ambientazione – Vance non è a New York, ma è invitato presso il proprietario degli smeraldi, amico del procuratore Marcham -, inoltre mancano il sergente Heat, lo stesso Marcham, il dottor Doremus e tutti gli altri agenti della polizia di New York, tutti personaggi costanti e attivi in tutta la serie; inoltre, proprio per effetto delle mancanze di cui sopra, dialoghi e descrizioni sono troppo diretti, stringati, manca appunto quella limatura che avrebbe conferito al romanzo la classica raffinatezza di Van Dine. In definitiva, mio malgrado, dovrò dare una valutazione tiepida poiché quest'ultima indagine di Philo Vance non mi ha soddisfatto.
 

LettriceBlu

Non rinunciare mai
Non è stato l'addio in grande stile che speravo. In parte per motivi purtroppo indipendenti dall'autore: il caso aveva ottime potenzialità, sicuramente una volta rifinito sarebbe stato sensazionale come I suoi migliori. Lo smorzamento dei toni però è dipeso anche dal non aver avuto gli abituali membri della squadra con cui Vance lavorava ad affiancarlo; ormai avevamo imparato ad apprezzarne I pregi e trovare esilaranti I loro difetti, è stato un peccato non poter leggere delle loro dinamiche così ben costruite per un'ultima volta.
 
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