Deaver, Jeffery - Solitude Creek (Kathryn Dance 04)

LettriceBlu

Non rinunciare mai
Trama:
Si era chiesto se avrebbe dovuto adoperarsi di più per scatenare l’orrore. Ma no, non c’era voluto altro. La gente era in grado di cancellare centinaia di anni di evoluzione in pochi secondi.
Al Solitude Creek sta per iniziare un concerto rock. Le luci si abbassano, la batteria dà il tempo. Un paio di canzoni, e qualcosa non va. Nel piccolo locale affollato si addensa del fumo, e non c’è tempo di chiedersi cosa stia succedendo. La gente balza in piedi rovesciando sgabelli e tavoli, corre, cade, si ammassa alle uscite di sicurezza.
Trovandole chiuse. Bloccate. Non tutti ne usciranno vivi. Siamo a Monterey, nella calda California centrale affacciata sull’oceano: l’assassino indossa gemelli Tiffany e scarpe Vuitton, è millimetrico nella sua ossessione, feroce nella lucidità, e si diverte a scatenare con freddezza l’inferno.
Sceglie un luogo, pianifica nei dettagli l’attacco, si apposta: quello che vuole è stare a guardare le persone prese in trappola, vederle soccombere, come animali, all’istinto di sopravvivenza. Più nessuno d’ora in poi, che sia dentro un cinema, o in un ristorante, o nello spazio angusto della cabina di un ascensore, può ritenersi al sicuro.
Ecco il nuovo caso del detective Kathryn Dance: una letale partita a scacchi che non consente la minima distrazione. Un impegno arduo, proprio ora che la donna è stata sospesa da un incarico importante, è alle prese con due figli adolescenti e le faccende del cuore sono sempre più impellenti.
Un meccanismo perfetto costruito su svolte improvvise e colpi di scena ben congegnati, nel quale Dance si muove con il solito intuito e l’inconfondibile tecnica per giungere brillantemente alle verità più nascoste.


Commento:
Ultimo, spero per il momento, libro con protagonista quest’agente: sottotono rispetto ai precedenti, ma comunque molto interessante; sono presenti tutte le caratteristiche che mi hanno fatto amare questa serie. Mi è piaciuto che, diversamente dal solito, ci sono stati tre casi nettamente diversi tra loro, due di loro con un bel finalone a sorpresa che non avrei mai immaginato.
L'evoluzione romantica era prevedibile, l'ho accettata ma forse l'alternativa l'avrei gradita di più.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Al Solitude Creek sta per iniziare un concerto rock. Le luci si abbassano, la batteria dà il tempo. Un paio di canzoni, e qualcosa non va. Nel piccolo locale affollato si addensa del fumo, e non c'è tempo di chiedersi cosa stia succedendo. La gente balza in piedi rovesciando sgabelli e tavoli, corre, cade, si ammassa alle uscite di sicurezza. Trovandole chiuse. Bloccate. Non tutti ne usciranno vivi. Siamo a Monterey, nella calda California centrale affacciata sull'oceano: l'assassino indossa gemelli Tiffany e scarpe Vuitton, è millimetrico nella sua ossessione, feroce nella lucidità, e si diverte a scatenare con freddezza l'inferno. Sceglie un luogo, pianifica nei dettagli l'attacco, si apposta: quello che vuole è stare a guardare le persone prese in trappola, vederle soccombere, come animali, all'istinto di sopravvivenza. Più nessuno d'ora in poi, che sia dentro un cinema, o in un ristorante, o nello spazio angusto della cabina di un ascensore, può ritenersi al sicuro. Ecco il nuovo caso del detective Kathryn Dance: una letale partita a scacchi che non consente la minima distrazione. Un impegno arduo, proprio ora che la donna è stata sospesa da un incarico importante, è alle prese con due figli adolescenti e le faccende del cuore sono sempre più impellenti.

Lo dicono sempre gli esperti: il panico fa più vittime dell'evento che l'ha generato. E' proprio questo che il killer di questo quarto caso per Kathryn Dance sfrutta: solo che lui il panico lo crea ad arte. E' bravissimo a pianificare attacchi a luoghi affollati, crea ad arte scenari potenzialmente apocalittici e resta a godersi la scena. Ne ha bisogno, ha bisogno di guardare la morte per calmarsi, per saziare il mostro famelico che si porta dentro. E toccherà a Kathry Dance occuparsene, nonostante sia presa da un'altra task force pericolosa e importante e nonostante i suoi figli accusino tutti i perigliosi sintomi dell'adolescenza. Fortuna che ad aiutarla ci sono Michail O'Neil, John Bowling, Tj Scannon e tutti gli altri.
Questo quarto e ultimo romanzo della fortunata saga di Kathryn Dance si è rivelato interessante per aspetti come il trattamento e gli effetti del panico e per l'aspetto personale della vita di Dance; nel complesso, però, il caso mi ha coinvolto meno… mi ha entusiasmato meno. Comunque, sempre di buon libro si tratta, intendiamoci, Deaver è una garanzia.
 
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