Satrapi, Marjane - Persepolis

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Da libreriauniversitaria.it

Marjane Satrapi è nata nel 1969, di Rasht, sulle rive del Mar Caspio, Iran. È un po' azera, un po' turcomanna, un po' musulmana, un po' zoroastriana, è cresciuta a Teheran, a Vienna, a Strasburgo, e a Parigi dove ha incontrato David B. che l'ha spinta a raccontare a fumetti la sua vita e quella della sua famiglia. Questo volume raccoglie in edizione integrale i quattro episodi della serie "Persepolis", uno spaccato autobiografico che descrive infanzia e adolescenza dell'autrice iraniana più acclamata del momento. Racconta la storuia della sua famiglia e di lei quando era bambina a Teheran, ai tempi dello Scià e poi dell'inflessibile regime integralista di Khomeini e degli ayatollah. Poi le violenze dei pasdaran, gli oppositori eliminati, le donne aggredite perché portavano i jeans, l'occupazione dell'ambasciata statunitense, la guerra con l'Iran di Saddam Hussein. Nel 1984 Marjane Satrapi è stata costretta a lasciare il suo paese, "perché parlavo troppo, dicevano preoccupati i miei genitori". Un esempio di una tendenza nel fumetto internazionale: la storia, l'impegno civile, temi sociali e reportage giornalistici attraverso le strisce disegnate. E spesso sono opere di "signore con la matita".

Inserisco un'altra opera a fumetti, dato che la ritengo a tutti gli effetti un libro. La storia della protagonista incrocia la storia dell'Iran dal 1979 in poi. La narrazione a fumetti scorre veloce tra critica, ironia, amarezza, disillusione. Lo consiglio sicuramente, ma fatevelo prestare, visto il prezzo.
Ora passo al film. Qualcuno di voi lo ha visto?
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
ho visto il film che mi è piaciuto tantissimo e che consiglio a tutti. Sicuramente leggerò i fumetti perchè l'opera è di grande spessore
 
Ieri ho visto il film. Senza dubbio è stato realizzato bene ed è piacevole, ma il fumetto è molto più gustoso.
Se il film merita 6, il libro merita 60.
 

Stella marina

New member
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Lo consiglio sicuramente, ma fatevelo prestare, visto il prezzo.
Ora passo al film. Qualcuno di voi lo ha visto?

O fatevelo regalare come ho fatto io :D

A me sono piaciuti sia film che libro.
Del film mi ha colpito molto il fatto che, pur essendo per lo più in bianco e nero, ad un certo punto non ho più dato peso alla cosa. Forse proprio il gioco del bianco e nero sottolinea la drammaticità delle immagini di guerra.
In ogni caso mi è piaciuta molto la trama anche perchè mi ha fatto conoscere la storia dell'Iran che non conoscevo.
 
Adoro questa autrice e adoro le sue Graphic novel...questa sua opera in questione non è un semplice fumetto iraniano ma è anche un romanzo di formazione che testimonia come la gente comune riesce a sopravvivere alla repressione politica e alla guerra. Da leggere per capire tante cose su quel mondo....Consigliato a tutti sia il romanzo che il film, ottimo anche quello.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Bella la descrizione della vita in Iran e delle incomprensioni dei bambini.
Quando la storia si sposta in Europa, perde un po' di grinta, pazienza.
Saluti
 

silviadellinter

New member
Bello!
Inizialmente ho fatto un po' fatica a entrare nel periodo storico e sopratutto a ricordare gli intrecci geopolitici di quegli anni (li avevo studiati ma non li ricordavo proprio benissimo), appena però ho chiarito il quadro sono entrata subito nella vicenda e l'ho letto in poche ore :D
 

Jessamine

Well-known member
"Persepolis" è un racconto disarmante e prepotente, perché fin dalle prime tavole si prende il suo spazio nella mente del lettore e non si smuove da lì, quali che siano le incombenze della vita quotidiana.
Quando leggo qualcosa di autobiografico, solitamente provo un forte impulso a sospendere il giudizio sui contenuti, perché come si può anche solo lontanamente pensare di esprimere un giudizio sulla vita di una persona, come invece faremmo su quella di un personaggio letterario - ché forse Tommaso Pincio quando dice che la letteratura è gossip, ma fortunatamente ci resta ancora quel tanto di remora morale sufficiente dal frenarci quando si parla di vita vera. E che vita, bisognerebbe aggiungere. La voce di Marjane Satrapi è stata una vera e propria rivelazione, un misto di ironia e crudezza e contenuti ricchissimi di spunti di riflessione tali da farmi passare dal pianto alla risata alla voglia di mollare tutto per andare a leggermi qualche saggio che approfondisse un determinato argomento.*
Marjane bambina è un personaggio straordinario, che difficilmente dimenticherò: curiosa e appassionata, piena di contraddizioni, di voglia di vivere e di essere felice nonostante le terribili difficoltà in mezzo alle quali è costretta a crescere. E proprio qui credo stia il punto di forza di "Persepolis": la guerra, gli orrori, la repressione, nulla viene nascosto, ma non c'è pietismo, non c'è ricerca del sensazionale né della commozione facile: Marjane parla della sua vita in mezzo alle bombe e al rischio di essere frustata per un rossetto o un sedere che si muove in maniera provocante durante una corsa per non perdere l'autobus, non nasconde nulla ma non cerca nemmeno di strumentalizzare qualcosa di orribile per ottenere un effetto empatico e narrativo migliore.
Ci sarebbe moltissimo da dire su questa graphic novel, che meriterebbe davvero una riflessione più ragionata e sensata, ma ahimè, le contingenze di una vita quotidiana al momento troppo frenetica non lo permettono. Mi riprometto di tornarci sopra in futuro, magari dopo una rilettura (perché questo fumetto non può restare nella massa dei libri presi in prestito dalla biblioteca, ma deve trovare il suo spazio sulla mia libreria).
Credo sia un fumetto che chiunque dovrebbe leggere, dovrebbe essere un titolo da infilare in quelle assurde bibliografie che si rifilano agli studenti con i "consigli di lettura estivi", perché questo memoir è la prova più concreta che io abbia mai incontrato che dimostra come si possa parlare in maniera semplice ma estremamente efficace di tematiche complesse, difficili e fondamentali. Tanto più fondamentali ora, in questo particolare momento storico, in cui parlare di fondamentalismi, di repressioni, di guerre e persone che da queste guerre scappano è sempre più necessario.*
E forse dovrebbero leggerlo anche tanti genitori, per capire come l'educazione sia qualcosa di fondamentale, perché ho visto più emancipazione e coscienza di sé in Marjane che in tante persone cresciute in mezzo a tante libertà.
 
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