Garufi, Bianca - Libro postumo

Minerva6

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Si tratta del primo libro scritto dalla Garufi nel 1943.
La storia è narrata in maniera molto più poetica, filosofica e psicoanalitica dei precedenti della Garufi da me letti, Fuoco grande (con Pavese) e Il fossile, però ho trovato la trama meno chiara, più confusa. Gli altri due mi erano sembrati più scorrevoli.
Ma nonostante ciò è quello dei tre che ho preferito sia per l'ambientazione sia per le vaste tematiche toccate (amore, amicizia, politica, rapporto con la madre, maternità non voluta, religione).
Mi ha colpita un brano presente nell'opera ma tratto da Rilke:
Così caro signor Kappus, non dovete spaventarvi quando la tristezza si fa in voi, fosse anche una tristezza più grande di quelle che avete finora vissuto. Quando
l'inquietudine passa come ombra o
luce di nuvola sulle vostre mani o
sul vostro fare, dovete pensare che
qualche cosa sta avvenendo in voi,
che la vita non vi ha dimenticata,
che la vita vi tiene nelle sue mani e
non vi abbandonerà.
 
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