Feinmann, Josè Pablo - L'ombra di Heidegger

Trama
1948. Dieter Muller è un ex-professore di filosofia tedesco, che dal 1944 si è rifugiato in Argentina, onde evitare persecuzioni, vista la sua appartenenza al Partito Nazionalsocialista. Il romanzo, per 3/4 della sua lunghezza, è scritto sotto forma di lettera, e questa lettera Dieter la indirizza al figlio Martin: in questa missiva lunghissima, il padre racconterà al figlio della sua gioventù, e di come sia diventato nazista dopo il discorso che Martin Heidegger, il più grande filosofo del XX secolo, tenne al Rettorato di Friburgo, nel maggio 1933. Muller si dilungherà poi nello spiegare come la filosofia di Heidegger contenga numerosi rimandi alla successiva politica nazista, soprattutto il testo più celebre del filosofo in questione, Essere e tempo. A fare da compagnia al padre, mentre scrive la lettera, ci sono una pistola Luger (appartenuta al padre di Dieter) e, cosa più importante, la foto di un uomo completamente nudo e quasi scarnificato, che si sta dirigendo verso una doccia singolare...

Commento
E' un libro affascinante, davvero stupendo, che è accessibile anche a chi non mastica molto bene la filosofia dato che l'autore, professore argentino di filosofia, è riuscito a rendere, anche attraverso la finzione letteraria, uno dei nodi filosofici più intricati del '900. Il coinvolgimento di Heidegger col nazismo è stato tema di molti dibattiti filosofici, e ancora oggi la questione non è risolta. Gli unici fatti certi sono due: Heidegger era iscritto al partito, in quanto ne possedeva la tessera, e dopo la fine della Seconda guerra mondiale si chiuse in un silenzio inestricabile, senza abiurare o confermare questa ipotesi.
 

sergio Rufo

New member
Nietzsche, Heidegger e il nazismo.

c'e tanto da dire su Heidegger. La sua presunta interpretazione nazista o la sua , sempre, presunata iscrizione al Partito non tolgono niente alla sua immensa opera che, insieme a di Husserl e Sartre, tocca il punto piu' alto del 900 europeo inteso come storia della filosofia.
Bisognerebbe rileggere Essere e Tempo piu' volte, innumerevoli volte.

Nietzsche? bisogna rileggerlo tutta la vita.
 

Mizar

Alfaheimr
c'e tanto da dire su Heidegger. La sua presunta interpretazione nazista o la sua , sempre, presunata iscrizione al Partito non tolgono niente alla sua immensa opera che, insieme a di Husserl e Sartre, tocca il punto piu' alto del 900 europeo inteso come storia della filosofia.
Bisognerebbe rileggere Essere e Tempo piu' volte, innumerevoli volte.

Nietzsche? bisogna rileggerlo tutta la vita.
Sono d'acordo su tutto (a parte su Sartre: filosofo che mi pare di minor spessore rispetto agli altri citati).
Concordo anche sulla questione politica (anche se toglierei un paio di "presunta" :mrgreen:).
 

sergio Rufo

New member
Ciao Mizar.
Sartre e' un filosofo importante non tanto per l'aspetto puramente filosofico ( esistenzialismo) ma proprio perche' e' stato il portavoce di una cultura europea che negli anni 60 stava sovvertendo i valori borghesi tradizionali. A Sartre va riconosciuto di essere stato una voce della nuova coscienza europea.
Sono d'accordo con te, pero', sul fatto che sia infinitamente inferiore per contenuto sia ad Heidegger e sia, soprattutto a Nietzsche.
Se partiamo da quest'ultimo si puo' benissimo dire che sia il filosofo di maggiore spessore degli ultimi due secoli. Si puo' dire che c'e' un prima e un dopo Nietzsche.
Acuto psicologo, profondo immoralista, Nietzsche ha letteralmente capovolto il pensiero occidentale moderno: la sua visione del mondo e' qualcosa di assolutamente straordinario.
La dicotomia essere e divenire non solo ha un valore prettamente filosofico ma innanzitutto trasvaluta il senso stesso della vita. Vita che in occidente, da Platone in poi, e' stata mascherata nella sua priu' profonda essenza; e' stata resa "idea", " soggetto", religione, politica, storia, psicologia e via dicendo: il senso del vivere inin occidente , soprattutto con l'accento del cristianesimo, si era incanalato per quella impervia strada del " perche", del " motivo", della causa e dell'effetto, della ragione, - insomma, in una parola - era stata deviata dalla sua natura.
Nietzsche la destituisce da tutto questo: la necessita' di un profondo nichilismo ( che profeta!!! intui' il destino della cultura occidentale) era per lui solo l'anticamera di una necessaria trasvalutazione di valori, anzi, per l'abbattimento di ogni valore.
Nietzsche restituisce l'innocenza del divenire fine se stesso, in se stesso e per se stesso .
Con Nietzsche non ha piu' senso dire " io".

Heidegger? grandioso, monumentale, se ne puo' parlare per cento e cento post.
Non ho mai ben capito il volere a tutti i costi inquadrare certi pensieri in sistemi politici. Nietzsche e' stato letto dalla destra europea ma anche dalla sinistra, fai tu. Anzi, la sinistra europea ha, con accanimento, tentato in ogni modo di interpretarlo a modo suo, ma si sa, la faccia tosta e l'ipocrisia di questo tipo di cultura.
Il rapporto di Heiddeger con il nazismo ha lasciato tanti interrogativi: ogni sistema totalitario ed universale ( il nazismo , filosoficamente, lo era) hanno sempre tentato di rubare un pensiero che li giustificasse.
Del resto, lo steso nazismo nasce sempre filosoficamente da Hegel un paio di secoli prima e attraverso tutto il Romanticismo tedesco, arriva ai giorni del primo 900.
 

Mizar

Alfaheimr
Ciao Mizar.
Sartre e' un filosofo importante non tanto per l'aspetto puramente filosofico ( esistenzialismo) ma proprio perche' e' stato il portavoce di una cultura europea che negli anni 60 stava sovvertendo i valori borghesi tradizionali. A Sartre va riconosciuto di essere stato una voce della nuova coscienza europea.
Sono d'accordo con te, pero', sul fatto che sia infinitamente inferiore per contenuto sia ad Heidegger e sia, soprattutto a Nietzsche.
Se partiamo da quest'ultimo si puo' benissimo dire che sia il filosofo di maggiore spessore degli ultimi due secoli. Si puo' dire che c'e' un prima e un dopo Nietzsche.
[...]
Quoto (anche la parte su Sartre).



Heidegger? grandioso, monumentale, se ne puo' parlare per cento e cento post.
Non ho mai ben capito il volere a tutti i costi inquadrare certi pensieri in sistemi politici. Nietzsche e' stato letto dalla destra europea ma anche dalla sinistra, fai tu. Anzi, la sinistra europea ha, con accanimento, tentato in ogni modo di interpretarlo a modo suo, ma si sa, la faccia tosta e l'ipocrisia di questo tipo di cultura.
Bellissima questa
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Il rapporto di Heiddeger con il nazismo ha lasciato tanti interrogativi: ogni sistema totalitario ed universale ( il nazismo , filosoficamente, lo era) hanno sempre tentato di rubare un pensiero che li giustificasse.
Del resto, lo steso nazismo nasce sempre filosoficamente da Hegel un paio di secoli prima e attraverso tutto il Romanticismo tedesco, arriva ai giorni del primo 900.
Infatti è così.

In ogni caso, sulla nazistaggine dei due si è scritto e riscritto. Per quanto riguarda Nietzsche, per me, ha ben poco senso parlare; per Martino invece il discorso rischia i diventare paranoico o noioso (stessi problemi per i vari Schmitt, Benn, Junger...) anche per via del taglio di quel tipo di filosofia.
Mi limito a pensare che son stati due grandi (colossali, infiniti) uomini di destra.
 

sergio Rufo

New member
In un certo senso hai ragione, Mizar.

D'altro canto mi sovviene in mente quella canzone di Giorgio Gaber ....quello che e' di sinistra e quello che e' di destra.

E' una fissa dei giorni nostri, dei tempi moderni.
E infatti ci siamo impantanati in una melma politica senza precedenti: non si capisce piu' cosa e' di destra e cosa e' di sinistra. Sono interscambiabili tra loro con una disinvoltura impressionante: e' un gioco di rimpiattino che alla lunga e' diventato noioso.
Meglio leggere la Gazzetta dello Sport. ( sara' di destra o di sinistra?)
 

Mizar

Alfaheimr
In un certo senso hai ragione, Mizar.

D'altro canto mi sovviene in mente quella canzone di Giorgio Gaber ....quello che e' di sinistra e quello che e' di destra.

E' una fissa dei giorni nostri, dei tempi moderni.
E infatti ci siamo impantanati in una melma politica senza precedenti: non si capisce piu' cosa e' di destra e cosa e' di sinistra. Sono interscambiabili tra loro con una disinvoltura impressionante: e' un gioco di rimpiattino che alla lunga e' diventato noioso.
Meglio leggere la Gazzetta dello Sport. ( sara' di destra o di sinistra?)
...direi di si: meglio la Gazzetta :mrgreen:
 

Apart

New member
La questione secondo me non è così di poco conto. Per alcuni, me compreso, è stato un trauma scoprire della sua affiliazione al partito nazista. Pari forse allo scoprire che Dio abbia invitato Abramo ad uccidere suo figlio Isacco. Questo forse può farvi capire quanto rispetto, stima, ammirazione, abbia io per Dio (al di là che esista o non esista) e per questo immenso filosofo. All'inizio non volevo crederci. E mi ricordo di aver cercato, come tanti forse, frasi, considerazioni, opinioni, che avrebbero potuto, in qualche modo, smentire tutte le critiche che gli sono state mosse contro, unendomi anch'io, inconsciamente, a quell'atteggiamento comune che ricerca ossessivamente (e odiosamente) in qualcuno la colpa. Un fatto però c'era, evidente e indiscutibile: perchè scritto, provato, documentato: l'iscrizione al partito nazista (e per quanto riguarda Dio, se vogliamo continuare con il parallelo, le sue parole, trascritte su di un testo fondamentale dai suoi fedeli). Così, dolorante, a seguito della batosta presa, mi sono domandato: "com'è possibile che lui, proprio lui; lui, forse il più grande di tutti, a cui devo (dobbiamo) molto, a cui ho dato (abbiamo dato) molto, abbia potuto fare (e farmi) questo?" Mi sentivo confuso, straniato, stordito: come un fidanzato, od un marito, che appena tradito, o lasciato, si chiede: "perchè?" Da lontano allora si è riaffacciata la solita domanda, un po' scomoda e un po' fastidiosa, che compare tutte le volte che si scopre una non corrispondenza fra persona e comportamento: è possibile scindere le due cose, amando la prima e disprezzando la seconda? Oppure: è possibile amare l'opera senza amare il creatore? E' più forte di noi: bisogna darvi una risposta. Non si puà far finta di niente. Ricomparirà di nuovo, più e più volte. E di nuovo dovremmo farci i conti.
Ho provato a immaginare tante cose: che fosse stato obbligato, perchè impaurito, o perchè minacciato; o che non abbia potuto vedere o sentire; o che sia andato fuori di testa, al punto da non rendersi più conto di quello che stava facendo. Qualche barlume di speranza, per quanto riguarda Heidegger, ancora c'era; per quanto riguarda Dio, bè, come potete immaginare, proprio no. Ma alla fine anche le poche supposizioni mostravano tutta la loro debolezza, la loro fragilità, la loro inconsistenza. Risultavano soltanto dei tentativi, vani, di illudersi di qualcosa che non c'è stato e non ci sarà mai. Eppure, quanto ricordo di aver sperato.
 
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