Siti, Walter - Il contagio

elena

aunt member
Un romanzo che racconta in presa diretta la realtà odierna delle borgate romane: i personaggi ruotano intorno ad un condominio preso come luogo ideale in cui far interagire le diverse tipologie di "borgatari" con le loro storie personali passate e presenti che, con diverse sfumature, sono incentrate su un senso di cinica accettazione della vita alternata ad un illusorio, ma mai veramente cercato e realizzato, desiderio di evasione. Il codice vigente non scritto, ma da tutti condiviso, è “godere tutto e subito, non conservarsi rimpianti per l’età matura, non negarsi nessuna esperienza”. Nel romanzo non c’è una singola trama ma diverse storie che si accavallano tra loro, permettendo all’autore (presente in prima persona come osservatore/protagonista) di descrivere le diverse figure che caratterizzano e vivono nella borgata: dalla prostituta che riceve in casa, con il suo compagno che rimane durante gli appuntamenti per origliare, al culturista che nella sua figura di gigolò non disdegna alcuna forma di sesso passivo o attivo, alle donne che accettano, come inevitabile realtà, la violenza dei loro uomini e già a 25 anni sono donne che “hanno il loro futuro alle spalle”, allo spacciatore di cocaina che cerca di fare il colpo della sua vita riciclando il denaro sporco nel mondo cinematografico tanto “Coi soldi ripuliti della cocaina ormai in Italia puoi fare tutto, spadroneggi anche nel mondo finanziario; e di questo immenso potere ognuno dei borgatari seduti a quel bar si sente partecipe e complice, perché ne ha in tasca un piccolo frammento, un sacchettino da un grammo”. L’onnipresenza della cocaina è una degli aspetti che più mi ha impressionato: non so se l’autore abbia riportato il fenomeno in modo realistico o abbia calcato la mano su questo aspetto per rendere ancora più deprimente e senza speranza questo mondo già difficile e estremamente violento …. ma in ogni caso l’effetto è veramente sconvolgente. E quello che più colpisce è che questa realtà non viene “ghettizzata” all’interno della quotidianità della borgata ma è descritta come elemento diffuso in tutti gli ambienti e a tutti i livelli della società, come una forma di contagio collettivo che capovolge completamente l’ottica pasolinana: non sono più le borgate che emulano la società borghese ma è quest’ultima che si sta degradando sempre più verso la borgata. L’occhio dell’autore/protagonista coglie le diverse sfaccettature di questo inesorabile degrado e lo rende estremamente vivo e reale anche grazie all’utilizzo alternato dell’italiano e del romanesco.
Romanzo molto duro nel linguaggio e nelle descrizioni che inevitabilmente lascia un profondo senso di angoscia ma sicuramente un’opera molto accurata che ritrae questa cruda realtà dall’interno.
 

lillo

Remember
Libro veramente angosciante di cui Elena è riuscita, secondo me, a cogliere i codici di lettura.
Devo dire che, avendo una conoscenza diretta della borgata, l'autore riesce mettere in luce quelli che sono gli aspetti psicopatologici fondamentali della gente di borgata:
1. l'assenza di una visione prospettica del futuro; il concetto che tutto va consumato nel presente perchè il futuro forse non ci sarà; la morte violenta è sempre dietro l'angolo o per una corsa in moto o per un colpo di pistola.
2. Il fatto che le illusioni e le speranze durino meno dell'adolescenza; a 14 anni una ragazza si presenta in tutta la sua bellezza, a 16 anni ha già un figlio, a 20 è gia finita.
3. la droga è un elemento comune e condizionante, l'unico modo per uscire dalla depressione di una vita a due dimensioni. Una volta era l'eroina a far evadere, oggi è la cocaina.
4. la violenza è l'unico metodo di interazione; questa violenza non conosce limiti etici e non esercitarla determina la ghettizzazione da parte degli altri borgatari ed il mancato riconoscimento della propria virilità.
 
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