Sarton, May - Vi prego, cercate di capire

qweedy

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"Non sono pazza, sono solo vecchia. Faccio questa affermazione per farmi coraggio…Mi trovo in un campo di concentramento per vecchi, un posto dove la gente scarica i genitori o i parenti proprio come se si trattasse di un bidone dell’immondizia." Così inizia questo breve ma potente romanzo sull’impotenza della vecchiaia e la rabbia che può generare.

"Anni cinquanta. Rinchiusa in una casa per anziani a seguito di un infarto che non le consente più di vivere da sola, Caroline Spencer, 76 anni, ex insegnante di matematica, scrive un diario per tenere attiva la mente. Ha vissuto come ha voluto, grandi viaggi estivi in Europa, in Inghilterra in particolare, dove ha incontrato un uomo sposato con cui ha intrattenuto una relazione trentennale, amici, discussioni. L’infarto le ha rubato l’indipendenza: dopo l’ospedale si era trasferita dal fratello John, sposato con una donna molto più giovane di lui e che Caroline non ha mai trattato bene. Non stupisce se dopo poco le trovano una casa di riposo e ce la portano. Questa è gestita dalla signora Hatfield e da sua figlia, che mescolano indifferenza e cattiveria nei confronti dei loro pazienti. Inizia così per Caro una vera discesa agli inferi, da cui cerca di sottrarsi scrivendo, ricordando fatti della vita e proprie caratteristiche personali, osservando ciò che capita attorno a lei, riflettendo sulla natura del potere dell’uomo sull’uomo. Ed è così che riusciamo a capire la natura di Caro, una donna, appunto, indomita, che pur di non sottostare alle continue umiliazioni e vessazioni da parte di Hatfield e figlia, decide di lottare fino alle estreme conseguenze."

Scritto in prima persona, è il diario di Caro durante il suo soggiorno in una casa per anziani, dove i maltrattamenti la spingono a lottare fino alle estreme conseguenze.
Un breve romanzo straziante e duro sulla vecchiaia e sulla solitudine.
Voto 5

«La differenza è che è la speranza quella difficile da gestire. Quasi tutti i detenuti prevedono il momento in cui usciranno. Qui sappiamo che non c'è via d'uscita, possiamo solo andare giù, a poco a poco, finché la morte non ci porta a riunirci con ciò che viene dopo, fosse anche solo polvere alla polvere. La speranza è una cosa che ci è stata tolta.»

«C'è un legame tra qualsiasi luogo in cui gli esseri umani sono impotenti, a causa di una malattia o della vecchiaia, o una prigione. Non si tratta solo della straordinaria impotenza dei reclusi, ma anche di ciò che il controllo assoluto fa alle infermiere, alle guardie, o a chiunque.»

"Voglio essere pronta, voglio aver raccolto e riordinato tutto, come se mi stessi preparando per un gran viaggio finale. Ho intenzione di restare integra in questo inferno. E’ lo scopo che mi attende. Quindi in un certo senso questo cammino dentro di me e nel passato è come una mappa, la mappa del mio mondo."
 
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