May, Peter - Lockdown

qweedy

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"Scritto più di quindici anni fa e giudicato dagli editori troppo inverosimile per essere pubblicato, Lockdown è stato ora tradotto in quattordici Paesi e ha venduto 50 000 copie a poche settimane dall'uscita.
In una Londra epicentro di una pandemia, con il parlamento che ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale, tutti gli sforzi sono concentrati nella costruzione di un ospedale che possa contenere le migliaia di infetti. Ma quando tra le macerie del cantiere viene rinvenuto un borsone di pelle con le ossa di una bambina di origini cinesi, i lavori vengono interrotti e a occuparsi del caso è chiamato Jack MacNeil, detective scozzese alle soglie della pensione. Nel frattempo, un sicario di nome Pinkie è stato contattato da un mandante segreto per occuparsi di recuperare la sacca con le ossa, sbarazzarsene ed eliminare tutti i testimoni. Inizia così una corsa contro il tempo tra Pinkie e MacNeil, il cui epilogo rivela un'elaborata e scioccante cospirazione."


Il manoscritto di questo romanzo risale al 2005, Peter May lo scrisse dopo aver fatto ricerche sulla Sars, ma gli editori britannici lo rifiutarono vista l’idea troppo cupa e assolutamente poco credibile di una Londra in lockdown.
E' inquietante e profetico, perchè descrive il mondo com'è oggi.

Consigliato! Come anche la Trilogia dell'isola di Lewis.
 

malafi

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ma gli editori britannici lo rifiutarono vista l’idea troppo cupa e assolutamente poco credibile di una Londra in lockdown.

OT
leggendo questa frase mi è venuta in mente quella scena di Pretty Woman quando Julia Roberts torna nel negozio dove l'avevano cacciata e, piena di sacchi, dice ...'Peccato!'
fine OT
 

ila78

Well-known member
OT
leggendo questa frase mi è venuta in mente quella scena di Pretty Woman quando Julia Roberts torna nel negozio dove l'avevano cacciata e, piena di sacchi, dice ...'Peccato!'
fine OT

"Si ricorda di me?"
"No, mi scusi"
"Io sono stata qui ieri, mi ha detto di andarmene"
Commessa basita
"Lavora a percentuale?"
"... sì..."
"Bello sbaglio, ENORME! Ho altro shopping da fare...".
Una delle scene più epiche della storia del cinema.
 
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