Milone, Paolo - L'arte di legare le persone

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«Avendo fuggito ogni altro lavoro per paura, mi ritrovo a fare il lavoro che fa piú paura a tutti».

Nato a Genova nel 1954, Milone ha lavorato in un Centro di Salute Mentale, poi in un reparto ospedaliero di Psichiatria d’urgenza. Proprio quest’ultimo – ribattezzato nel libro Reparto 77 – è l’osservatorio dal quale Milone racconta la sua esperienza quarantennale di psichiatra. La racconta con versi liberi, poetici, a volte provocatori, con intuizioni mai banali scritte come appunti e frammenti di poesie. Scrive che chi non ha mai provato il dolore psichiatrico non può negare che esista, deve solo ringraziare il cielo e tacere.
Il titolo "L'arte di legare le persone" si può intendere in senso fisico, come contenzione, legare al letto, ma anche nel senso di legare a sé attraverso una relazione.

Meno di 200 pagine che si leggono d'un fiato, un libro eccezionale.
Voto 5


“Negare l’esistenza della follia dicendo che siamo tutti uguali è annullare la diversità dell’altro, rendendo tutto grigio. Nell’epoca manicomiale i matti venivano esclusi dalle città, oggi sono esclusi dalla mente: la stigmatizzazione assoluta”

“Chi è triste esce poco di casa, e spende meno di chi è allegro. L’ideale per la società dei consumi è tutti allegri e nessuno triste”

"I matti sono nostri fratelli. La differenza tra noi e loro è un tiro di dadi riuscito bene".

"Io sono una specie di pompiere.
Comincio a lavorare quando qualcuno sta tanto male che non ricorda come si chiama.
Sta tanto male che non sa dire da dove viene, né sa raccontare cosa è successo.
Sta tanto male che non capisce dove si trova.
Questa gente perduta, come in un incendio o in alto mare, io la vado a prendere.
E come fai?
Improvviso".

L'arte di legare le persone.
Legare le persone al letto.
Legare le persone a te.
Legare le persone alla realtà.
Legare le persone a se stesse.
Legare le persone è un'arte.
Inconoscibile.
 
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