Palmaria
Summer Member
Intenta ad attraversare la strada con tutta la circospezione dovuta all'età avanzata, una vecchietta tremolante impugna improvvisamente una P38, prende la mira e fa secco un giovane commissario di polizia...
E' proprio attorno ai vecchietti che gira questo nerissimo romanzo di Pennac: vecchietti uccisi a rasoiate, vecchietti a cui la sorellina di Benjamin, Thérèse, legge la mano reinventando loro ogni giorno un avvenire diverso, vecchietti vittime e vecchietti assassini.
Cosa sta succedendo nel mercato della droga parigino? Come mai gli anziani abitanti del quartiere Belleville sono diventati accaniti consumatori di stupefacenti? E perché se non li fa fuori la droga, vengono uccisi uno dopo l'altro con i sistemi più brutali?
A tutte queste domande risponderà ovviamente Benjamin, ritenuto come al solito, in un primo momento, il principale indiziato.
La saga del capro espiatorio Malaussene e della sua stramba famiglia continua, mantenendo quei toni ironici e misteriosi insieme che ti spingono a concludere il romanzo il più in fretta possibile, a dipanare i fili di un'intricata matassa messa magistralmente a punto dall'impeccabile Pennac.
Nonostante tutto, a mio parere, un gradino sotto il Paradiso degli Orchi, magari solo perchè è venuto meno l'elemento novità e si conoscono ormai i meccanismi narrativi dell'autore.
E' proprio attorno ai vecchietti che gira questo nerissimo romanzo di Pennac: vecchietti uccisi a rasoiate, vecchietti a cui la sorellina di Benjamin, Thérèse, legge la mano reinventando loro ogni giorno un avvenire diverso, vecchietti vittime e vecchietti assassini.
Cosa sta succedendo nel mercato della droga parigino? Come mai gli anziani abitanti del quartiere Belleville sono diventati accaniti consumatori di stupefacenti? E perché se non li fa fuori la droga, vengono uccisi uno dopo l'altro con i sistemi più brutali?
A tutte queste domande risponderà ovviamente Benjamin, ritenuto come al solito, in un primo momento, il principale indiziato.
La saga del capro espiatorio Malaussene e della sua stramba famiglia continua, mantenendo quei toni ironici e misteriosi insieme che ti spingono a concludere il romanzo il più in fretta possibile, a dipanare i fili di un'intricata matassa messa magistralmente a punto dall'impeccabile Pennac.
Nonostante tutto, a mio parere, un gradino sotto il Paradiso degli Orchi, magari solo perchè è venuto meno l'elemento novità e si conoscono ormai i meccanismi narrativi dell'autore.