Mas, Victoria - Il ballo delle pazze

estersable88

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Fine Ottocento. Nel famoso ospedale psichiatrico della Salpêtrière, diretto dall'illustre dottor Charcot (uno dei maestri di Freud), prende piede uno strano esperimento: un ballo in maschera dove la Parigi-bene può "incontrare" e vedere le pazienti del manicomio al suono dei valzer e delle polka. Parigi, 1885. A fine Ottocento l'ospedale della Salpêtrière è né più né meno che un manicomio femminile. Certo, le internate non sono più tenute in catene come nel Seicento, vengono chiamate "isteriche" e curate con l'ipnosi dall'illustre dottor Charcot, ma sono comunque strettamente sorvegliate, tagliate fuori da ogni contatto con l'esterno e sottoposte a esperimenti azzardati e impietosi. Alla Salpêtrière si entra e non si esce. In realtà buona parte delle cosiddette alienate sono donne scomode, rifiutate, che le loro famiglie abbandonano in ospedale per sbarazzarsene. Alla Salpêtrière si incontrano: Louise, adolescente figlia del popolo, finita lì in seguito a terribili vicissitudini che hanno sconvolto la sua giovane vita; Eugénie, signorina di buona famiglia allontanata dai suoi perché troppo bizzarra e anticonformista; Geneviève, la capoinfermiera rigida e severa, convinta della superiorità della scienza su tutto. E poi c'è Thérèse, la decana delle internate, molto più saggia che pazza, una specie di madre per le più giovani. Benché molto diverse, tutte hanno chiara una cosa: la loro sorte è stata decisa dagli uomini, dallo strapotere che gli uomini hanno sulle donne. A sconvolgere e trasformare la loro vita sarà il "ballo delle pazze", ossia il ballo mascherato che si tiene ogni anno alla Salpêtrière e a cui viene invitata la crème di Parigi. In quell'occasione, mascherarsi farà cadere le maschere...

Il ballo delle pazze, meglio dirlo subito, non tratta una tematica nuova o inedita, anzi, se c'è una caratteristica che non ha è proprio l'originalità. Tuttavia è un romanzo che conquista ed avvince sin dal primo rigo, probabilmente complice anche una prosa estremamente cinematografica, l'uso di frasi brevi e del tempo presente, che proietta il lettore direttamente dentro la scena, come se se la vedesse scorrere davanti. Impossibile, perciò, non essere toccati nel profondo dall'ingiustizia, dai soprusi, dall'assoluto sprezzo per la dignità delle donne internate alla Salpétrière, trattate alla stregua di cavie, esperimenti, animali da circo e mai, mai come persone. Deve arrivare la giovane e sicura Eugénie a rompere gli equilibri e piegare anche gli animi più rigidi… Quella di Eugénie e Jénevieve, di Louise, Thérèse e di tutte le altre è una storia realmente accaduta: forse non avevano questi nomi, ma tante donne, nell'Ottocento e non solo, venivano internate, rinchiuse, dimenticate dalla famiglia, dagli uomini o da altre donne che decidevano per loro, che stabilivano cosa e come bisognasse essere. Troppe donne si sono viste negare la vita, oscurare i sogni, privare della libertà solo perché diverse da ciò che ci si sarebbe aspettati da loro. Un romanzo non originale, sì, ma di certo estremamente commovente e coinvolgente: consigliato a tutti, non solo alle donne.
 

qweedy

Well-known member
"La Salpêtrière è un deposito per tutte quelle che disturbano l'ordine costituito, un manicomio per tutte quelle la cui sensibilità non corrisponde alle aspettative, una prigione per donne colpevoli di avere un'opinione."

La Salpêtrière esisteva davvero e aveva realmente il ruolo di ricovero per donne “ingestibili”; il medico Charcot, promotore di una scuola di pensiero che curava l’isteria attraverso l’ipnosi è davvero esistito, rese la Salpêtrière luogo famoso e fu anche maestro di Freud. E Il ballo delle pazze era reale, era un evento mondano atteso con bramosia dalla crème parigina di fine Ottocento, e a chiamarlo così erano stati i giornali parigini.
Del resto all'epoca era consuetudine proporre spettacoli inaspettati e insoliti alla borghesia parigina.

Brava l'autrice, che con questo suo primo libro è riuscita a emozionare e a coinvolgere. Non riuscivo a interrompere la lettura, l'ho letto d'un fiato.
Consigliatissimo!

"Non sono più mogli, madri o adolescenti, non sono donne da guardare
o da prendere in considerazione, non saranno mai donne da desiderare
o a cui volere bene: sono malate. Pazze. Fallite."
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Pensare che realmente le donne internate venissero sottoposte a simili umiliazioni fisiche, diventando oggetti sessuali e di morbosa curiosità, è doloroso. Il ballo in costume veniva considerato dalle pazienti come un ritorno alla vita fuori dalle mura dell'istituto ma era un'illusione perché in realtà era solamente l'occasione per la borghesia parigina per provare un divertimento perverso sperando di riuscire a vedere queste donne in preda a comportamenti isterici. L'elemento più triste è che la maggioranza delle pazienti era stata rinchiusa in istituto dalla famiglia che si vergognava del loro comportamento ribelle. Ho trovato una scrittura tesa, con un ritmo nervoso cioè dinamico.
 
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